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Tumori. Una ricerca Italia-Usa svela nuovi meccanismi di propagazione


Lo studio congiunto tra l’università statunitense di Princeton e il Centro di Osteoncologia dell'IRST- Istituto scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori di Meldola (Forlì), pubblicato su Nature Medicine, svela il ruolo chiave dei miR-200 – una famiglia di micro-RNA – e della proteina Sec23a nei meccanismi di propagazione dei tumori dalla sede primitiva ad altre zone dell'organismo.

01 SET - Bloccare con farmaci mirati i meccanismi che permettono al cancro di metastatizzarsi ovvero colonizzare altre parti del corpo “sfuggendo” così alle terapie antitumorali. Ad approfondire quello che potrebbe essere un passaggio fondamentale in questa sfida, arrivano i risultati di uno studio pubblicato su Nature Medicine e frutto della collaborazione tra il Centro di Osteoncologia IRST diretto da Toni Ibrahim sotto la supervisione scientifica del prof. Dino Amadori e il gruppo di studiosi guidati da Yibin Kang, direttore del Dipartimento di Biologia Molecolare della Princeton University.
Il lavoro ha permesso in particolare di confermare su molecole umane le evidenze precedentemente raccolte da studi preclinici e modelli animali circa il ruolo, fino a oggi controverso, svolto da una famiglia di micro-Rna – ovvero piccole parti di RNA, una molecola di acido nucleico molto simile a quella del DNA – detta miR-200. E’ stato così dimostrato che i miR-200 possono inibire una particolare proteina (Sec23a) responsabile a sua volta dei processi di secrezione al di fuori dalla matrice extracellulare di altre proteine (come TINAGL1 e IGFBP4) il cui ruolo è proprio quello di contrastare le metastasi. Il conseguente accumulo di queste proteine all’interno della cellula agevola i processi di colonizzazione dei tumori in altri organi e/o tessuti lontani dal sito primario.
Tali risultati identificano questa famiglia di molecole come possibile obiettivo terapeutico per nuove e sempre più efficaci terapie biologiche antitumorali preventive.
“Bloccare il processo di metastatizzazione – ha spiegato Dino Amadori, Direttore Scientifico dell’IRST – rappresenta oggi una sfida per la ricerca in oncologia essendo questo processo la causa dei fallimenti terapeutici. Conoscendo in anticipo i processi molecolari di estensione della neoplasia sarà possibile un giorno mettere a punto terapie preventive, migliorando considerevolmente la qualità della vita dei pazienti”.
 

01 settembre 2011
© Riproduzione riservata

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