Partire dal valore per i pazienti per una sanità sostenibile. Ricciardi (Iss): “Dobbiamo essere il Leicester della situazione”
di Michela Perrone
È la sfida della cosiddetta Value Based HealthCare, il modello cui sta tendendo tutto il mondo, Italia compresa. Michael Porter, oggi a Milano, ha fornito alcune indicazioni utili, anche di carattere molto pratico. Il presidente dell’Iss Walter Ricciardi ha analizzato la situazione italiana lanciando un’appello alla collaborazione di tutti gli attori, industria compresa
08 NOV - Come rispondere ai bisogni di salute della popolazione garantendo qualità e innovazione senza far lievitare i costi? Puntando sull’aumento del valore per il paziente. È questa la risposta alla base della Value Based HealthCare (Vbhc), la strategia che intende definire nuovi modelli sanitari basati sul valore appunto, con l’obiettivo di migliorare gli esiti di salute dei pazienti contenendo le risorse. Se ne è discusso oggi a Milano all’interno dell’evento “The Value Agenda for Italy” (promosso da Medtronic Italia in occasione del World Business Forum organizzato da Wobi) con un ospite d’eccezione:
Michael Porter, direttore dell’Institute for Strategy and Competitiveness della Harvard Business School, tra i pensatori più influenti sui temi di economia, management e strategia competitiva.
L’esperto ha sottolineato come sia necessario “passare da una visione della medicina divisa in compartimenti a una integrata, oltre ad abbandonare l’idea che esista un approccio monolitico che funzioni per tutti”. La sfida è tutt’altro che facile, perché significa andare a scardinare consuetudini e mettere in discussione i modelli che sono stati utilizzati fino a oggi.
L’obiettivo è costruire un sistema centrato sui bisogni del paziente e non più sulla singola patologia. “Una buona piattaforma informatica che permetta di monitorare costantemente gli esiti e team integrati per la presa in carico dei malati sono i primi step necessari”, ha illustrato Porter, che ha anche evidenziato l’esigenza di “avere standard condivisi uguali per tutti, che vadano al di là del singolo ospedale”.
Porter ha fornito anche un paio di esempi pratici per aumentare il valore per il paziente: fornire un tablet ai malati in sala d’attesa, chiedendo loro di compilare un breve questionario sul loro stato di salute. “In questo modo il medico avrà davanti a sé in ogni visita i dati sul paziente che ha di fronte e potrà notare meglio i cambiamenti e porre domande mirate”. La seconda indicazione è invece di non fermarsi alla mera misurazione della mortalità, dato importante ma che non dice nulla sul benessere della persona. “Possiamo migliorare anche altri parametri che sono centrali per i pazienti e per l’efficacia delle cure, come per esempio la disfunzione erettile”.
La situazione italiana
In Italia il 38% della popolazione italiana ha una patologia cronica e il 5% degli italiani risulta essere non autosufficiente. Sono circa 23 milioni gli italiani con almeno una cronicità, e 3 milioni coloro che vivono in uno stato di non autosufficienza. Il 20,7% della popolazione dichiara, inoltre, di essere affetto da due o più patologie croniche, e tra gli ultra settantacinquenni la comorbidità si attesta al 66,7%.
Per far fronte a questi numeri occorre stabilire programmi innovativi basati sulla centralità del paziente, in grado di valutare il percorso terapeutico nella sua complessità, dalla presa in carico alla gestione domiciliare, in un’ottica di sostenibilità e beneficio. Per riuscirci “dobbiamo prendere decisioni basate sulle evidenze scientifiche – ha affermato
Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di sanità – I diversi attori in ambito sanitario hanno infatti visioni diverse. La cosa che li accomuna è proprio il valore, che è triplo: valore allocativo, cioè quanto le risorse sono ben distribuite ai diversi sottogruppi di popolazione; valore tecnico: quanto queste sono usate in modo appropriato per rispondere ai bisogni dei pazienti e infine valore personale, che è determinato da quanto il risultato di salute è allineato con le aspettative e le preferenze del paziente”.
Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi, la ricetta di Ricciardi è semplice: “cooperazione e collaborazione”. Dello stesso avviso anche
Michele Perrino, presidente e Amministratore delegato di Medtronic Italia: “Solo attraverso la sinergia tra tutti gli attori del sistema si potranno sviluppare nuove soluzioni per migliorare la qualità della cura e ottimizzare i costi complessivi per il sistema, tutelando allo stesso tempo l’innovazione tecnologica – ha dichiarato – Arrivare a un futuro in cui l’erogazione dei pagamenti sarà subordinata al raggiungimento degli esiti di salute dei pazienti passa per una trasformazione che prende il nome di Value-Based Health Care, ovvero assistenza sanitaria basata sul valore.”
“C’è chi scommette contro il sistema sanitario nazionale; io dico che dobbiamo essere il Leicester della situazione e dimostrare che tutti insieme possiamo farcela”, ha concluso Ricciardi.
Michela Perrone
08 novembre 2017
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