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Aterosclerosi. Due scale di valutazione “scovano” quella subclinica

di Will Boggs

Un gruppo di ricercatori spagnoli ha valutato l’efficacia dell’uso di sue scale di punteggio di rischio cardiovascolare nella diagnosi dell’aterosclerosi senza segni clinici evidenti. Le due scale di valutazione, i cui risultati sono stati confrontati con gli esiti degli esami strumentali, hanno mostrato una forte associazione inversa con l’aterosclerosi sub-clinica

21 NOV - (Reuters Health) – L’ideal cardiovascular health score (ICHS) e il Fuster-BEWAT score (FBS) sono due sistemi di valutazione che riuscirebbero a predire, con accuratezza, la presenza di aterosclerosi sublinica e l’estensione di questa condizione tra le persone di mezza età. A evidenziarlo è stato un gruppo di ricercatori guidati da Hector Bueno, dell’Hospital Universitario 12 de Octubre dell’Università Complutense di Madrid. I risultati sono stati pubblicati dal Journal of the American College of Cardiology.

La premessa
Il punteggio ICHS, raccomandato in prevenzione primaria, valuta quattro fattori relativi allo stile di vita (fumo, peso corporeo, attività fisica e dieta) e tre fattori di rischio oggettivi, ovvero i livelli di colesterolo e di glucosio nel sangue e la pressione sanguigna. Il punteggio FBS, invece, è ancora più semplice da applicare perché non prevede la realizzazione di test di laboratorio e include solo la valutazione di pressione sanguigna, esercizio fisico, peso, alimentazione e uso di tabacco. Bueno e colleghi hanno valutato l’associazione tra questi due punteggi e la presenza e l’estensione dell’aterosclerosi subclinica, misurata mediante ecografia vascolare a livello di carotidi, aorta e arteria ileofemorale, oltre che con la valutazione del punteggio di calcificazione dell’arteria coronarica (CACS).

Lo studio
Per lo studio, Progression of Early Subclinical Atherosclerosis (PESA), sono stati presi in considerazione 3.983 partecipanti con un punteggio medio del rischio di Framingham, a 10 anni, di 5,8. Solo il 3,2% dei partecipanti soddisfaceva i sette fattori del punteggio ICHS e il 6,5% rientrava in tutte e cinque le metriche ideali del punteggio FBS. Mentre la maggior parte dei partecipanti aveva dai tre ai cinque fattori nell’ICHS e da due a tre per l’FBS, che riflettono una salute cardiovascolare intermedia.

I risultati
Dall’elaborazione dei dati è emerso che ICHS e FBS avrebbero avuto una forte associazione inversa con la presenza di aterosclerosi subclinica. Così, la presenza di placche o di una calcificazione dell’arteria coronarica di uno o superiore si è rivelata significativamente più bassa tra le persone con un punteggio di rischio intermedio e ideale, rispetto a quelle che avevano punteggi più alti. Entrambi i punteggi, inoltre, sono stati associati all’entità dell’aterosclerosi subclinica e al grado di calcificazione delle coronarie.

“È importante sapere che anche la presenza di aterosclerosi subclinica può essere prevista con i due punteggi”, commenta Hector Bueno. Inoltre, “il fatto che per l’FBS non servano analisi di laboratorio, poi, facilita la stima delle variazioni nel rischio cardiovascolare dopo cambiamenti nello stile di vita, il che può essere utile per scopi educativi e motivazionali”.

Fonte: Journal of the American College of Cardiology

Will Boggs

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

21 novembre 2017
© Riproduzione riservata

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