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“Tavi è vita”. Al via nuovo progetto per sensibilizzare su stenosi aortica e possibili trattamenti

di Michela Perrone

La campagna, promossa da Medtronic, è stata lanciata da Gise, Sic e Sicch e punta ad aumentare la conoscenza della patologia valvolare e della Tavi, rimedio micro-invasivo sottoutilizzato. Tra gli interventi da realizzare, formazione per mmg e cardiologi, ma anche tavoli di lavoro con istituzioni e aziende sanitarie.

19 SET - Sensibilizzare su una patologia poco nota, la stenosi aortica, e aumentare la conoscenza sulla Tavi, un intervento mini-invasivo che può salvare la vita a pazienti complessi e con comorbidità. Sono questi gli obiettivi di “Tavi è vita”, il progetto lanciato da Gise (Società italiana di Cardiologia interventistica) in collaborazione con Sic (Società italiana di Cardiologia) e Sicch (Società italiana di Chirurgia cardiaca) promosso da Medtronic e presentato a Milano martedì 18 settembre.
 
In Italia sono oltre un milione in Italia le persone con malattie alle valvole cardiache. Di queste, il 10% ha superato i 65 anni. La più comune è la stenosi aortica, una cardiopatia dovuta a diverse cause tra cui la degenerazione calcifica correlata al processo d’invecchiamento dell’organismo che può verificarsi negli over65.
 
Si tratta di una patologia asintomatica nella sua forma lieve, ma le cui conseguenze possono essere infauste: può infatti causare la morte nel 50% dei casi a tre anni dalla diagnosi.
 
La stenosi aortica calcifica va trattata per via chirurgica, sostituendo la valvola danneggiata con una protesi valvolare meccanica o biologica. Ogni anno in Italia si effettuano circa 17.000 interventi, sia tramite sostituzione chirurgica tradizionale della valvola aortica (Savr), sia tramite Tavi. Nel primo caso l’intervento richiede anestesia generale, incisione più o meno estesa sul torace, circolazione extra-corporea a cuore fermo. La Tavi è invece un intervento mini-invasivo che si esegue nella maggior parte dei casi senza anestesia generale e con impianto della nuova valvola attraverso l’arteria femorale. Se non sono presenti particolari complicanze procedurali il paziente può essere dimesso entro 3 o 4 giorni.

“Purtroppo ad oggi è una procedura ampiamente sottoutilizzata nel nostro Paese – ha spiegato Giuseppe Tarantini, presidente Gise – I pazienti trattati con Tavi sono circa 80 ogni milione di abitanti rispetto a circa 250 per milione di abitanti che meriterebbero il trattamento secondo le evidenze cliniche”. Tra le cause individuate dall’esperto la frammentarietà dei meccanismi di finanziamento della procedura, la mancanza di un protocollo unico di gestione dell’iter diagnostico-terapeutico per il paziente con stenosi aortica severa, l’assenza di un Drg specifico per la procedura, e la mancanza di una governance dell’innovazione tecnologia in Sanità.
 
La conoscenza della patologia da parte dei clinici
Il progetto “Tavi è vita” parte dai dati di un’indagine Doxa che ha coinvolto 150 medici di medicina generale (mmg) e 100 cardiologi di base. Marco Arosio, Quantitative Area Responsible di Doxapharma, ha affermato: “L’indagine ha avuto l’obiettivo di comprendere il grado di conoscenza di mmg e cardiologi di base riguardo alla procedura Tavi e all’individuazione del percorso del paziente. Gli esiti nazionali saranno poi estrapolati anche a livello regionale per permettere un quadro di partenza necessario per successive attività locali”.

Dall’indagine Doxa emerge che la conoscenza della stenosi aortica non è elevata nei due target, così come quella delle possibili opzioni terapeutiche o del percorso ideale che dovrebbe fare il paziente affetto da tale patologia. Tra i vantaggi riconosciuti alla Tavi, da entrambi i target, figura la minor invasività rispetto all’intervento chirurgico standard e i conseguenti vantaggi post operatori con un recupero più agevole e veloce.

Per quanto riguarda i punti deboli percepiti sulla terapia, il 50% dei mmg non ne individua o non si sente in grado di rispondere. Chi si esprime indica problematiche legate al tipo di pazienti che possono essere sottoposti a questo intervento. Anche i cardiologi, con più forza dei mmg, sottolineano come per alcune tipologie di pazienti l’intervento con Tavi non sia adeguato e evidenziano anche alcune problematiche legate alla sicurezza della procedura.
Le necessità emerse dai due target riguardano informazioni che siano in grado di specificare meglio le indicazioni per la procedura Tavi o per l’intervento chirurgico standard al medico ma anche informazioni più a carattere generale che aiutino i clinici a condividere le caratteristiche peculiari delle diverse soluzioni terapeutiche con i propri pazienti.
 
Necessità di centri specializzati
“Servirebbero centri specializzati che facciano un certo numero di interventi l’anno e in cui ci sia un Heart Team, un’équipe di professionalità diverse in grado di decidere quale sia l’intervento migliore per il paziente che hanno di fronte”, ha auspicato Tarantini.
“Se la stenosi aortica viene trattata correttamente, il paziente torna ad avere una vita normale, sia come qualità sia come aspettativa – ha sottolineato Francesco Musumeci, presidente Sicch – Per fare questo è però importante che il mmg sappia riconoscerne i sintomi della patologia e che il cardiologo del territorio conoscere qual è l’iter procedurale corretto. In questo modo i pazienti possono essere indirizzati a centri ad alto volume in grado di garantire l’efficacia e la sicurezza dell’intervento”.
 
Piemonte e Campania regioni pilota
Il progetto “Tavi è vita” proseguirà con una serie di iniziative di sensibilizzazione sulla stenosi aortica e sulla procedura Tavi. In particolare, nei prossimi mesi sarà istituito un Tavolo di lavoro con i principali esponenti della cardiochirurgia e della cardiologia interventistica a livello regionale, con l’obiettivo di predisporre un documento condiviso che raccolga le necessità della Regione e proponga la creazione di una rete ad iso-risorse. Saranno inoltre organizzati weekend informativi, rivolti alla cittadinanza.

Le Regioni che avvieranno per prime queste iniziative saranno il Piemonte e la Campania, per poi proseguire in altre Regioni. L’evento sarà costituito da una serie di incontri che abbiano l’obiettivo di informare i familiari dei potenziali malati e pazienti fornendo informazioni che punteranno a creare conoscenza maggiore relativamente alla procedura Tavi.
 
Michela Perrone

19 settembre 2018
© Riproduzione riservata

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