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Contare i passi ci mantiene in salute

di Lisa Rapaport

Usare un contapassi, che sia per l’attività fisica o per una passeggiata, aiuta a essere regolari nella pratica e a porci degli obiettivi sostenibili. In uno studio condotto in Inghilterra l’uso del contapassi è stato associato anche a una riduzione degli eventi cardiovascolari e delle fratture da caduta

27 GIU - (Reuters Health) – Le persone che contano i loro passi quotidianamente non solo sono più attive, ma presentano meno probabilità di sviluppare problemi di salute che conducono a eventi come attacchi cardiaci o fratture.
 
I ricercatori della St George’s University di Londra, guidati da Tess Harris hanno esaminato i dati relativi a 1.297 partecipanti a studi clinici; la metà è stata assegnata a caso a rilevare il numero di passi con contapassi per 12 settimane, mentre l’altra metà è stata invitata a non contarli affatto.
 
Quando hanno preso parte allo studio, le persone hanno compiuto circa 7.500 passi al giorno e hanno fatto 90 minuti a settimana di attività fisica da moderata a intensa in sessioni di almeno 10 minuti.
 
Tre-quattro anni dopo, le persone che usavano i contapassi facevano circa 30 minuti a settimana di attività fisica da moderata a intensa. Gli utilizzatori di contapassi avevano anche il 44% in meno delle probabilità di riportare una frattura e il 66% in meno di avere un grave evento cardiovascolare come un attacco cardiaco o un ictus.
 
“Camminare di più e mantenere questa abitudine può ridurre il rischio di attacchi cardiaci, ictus e fratture negli anni a venire”, commenta Tess Harris “I contapassi possono essere utili per i pazienti perché forniscono loro un’idea chiara di quanto stanno facendo e possono essere usati per porsi obiettivi realistici per aumentare gradualmente la camminata. Non esiste un numero di passi che sia appropriato per tutti, è importante che le persone misurino i passi al basale e facciano un piano per aumentare gradualmente la frequenza e la velocità di camminata in modo sicuro”.
 
Quando sono stati reclutati negli studi con i contapassi, i soggetti avevano tra i 45 e i 75 anni e generalmente erano sovrappeso o obesi. Per la maggior parte si trattava di non fumatori in buona salute senza patologie cardiovascolari, diabete o depressione nell’anamnesi.
 
Anche se le persone che hanno usato i contapassi sono apparse meno inclini a diabete o depressione entro la fine dello studio, la differenza tra questo gruppo e i partecipanti che non hanno tenuto traccia dei loro passi era troppo esigua per escludere la possibilità che fosse dovuta al caso.
 
Fonte: Plos Medicine
 
Lisa Rapaport
 
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

27 giugno 2019
© Riproduzione riservata

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