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Ocrelizumab, l’Ema approva il tempo di infusione ridotto a 2 ore


Il tempo di infusione dell’anticorpo monoclonale umanizzato si riduce a 2 ore rispetto alle 3,5 ore convenzionali nei pazienti con sclerosi multipla recidivante o primaria progressiva. L’approvazione dell’Agenzia europea si basa sui dati tratti dallo studio randomizzato in doppio cieco Ensemble plus, dal quale è emersa una sicurezza in linea con il regime posologico convenzionale del farmaco

28 MAG - “L’Ema ha approvato un nuovo tempo di infusione di ocrelizumab di durata inferiore, pari a due ore, con somministrazione due volte all’anno, nei pazienti con sclerosi multipla (SM) recidivante o primaria progressiva. L’approvazione si basa sul parere positivo del Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp)”.

Ad annunciare, il via libera da parte dell’Agenzia è la multinazionale del farmaco Roche.
Ocrelizumab è la prima e unica terapia approvata sia per la Sclerosi multipla recidivante (Smr) che per Sclerosi multipla primariamente progressiva (Smpp) con dosaggio semestrale.

“L’approvazione dell’infusione in tempi ridotti di ocrelizumab consentirà di ridurre il tempo di permanenza del paziente al centro del 30-40%, accelerando questo momento di riorganizzazione delle attività del centro sclerosi multipla, ed impattando positivamente sulle risorse sanitarie in termini di costi e di tempo “, ha dichiarato Gioacchino Tedeschi, Presidente della Società Italiana di Neurologia (Sin) e Direttore della Prima Clinica Neurologica dell’Università degli Studi della Campania Vanvitelli.
 
“Con oltre 160mila persone trattate con ocrelizumab in tutto il mondo, un’infusione più breve potrebbe aiutare sia i pazienti sia gli operatori sanitari a raggiungere l’obiettivo finale, che nella SM consiste nel rallentare la progressione della malattia – ha affermato Levi Garraway, M.D., Ph.D., Chief Medical Officer e Head of Global Product Development di Roche – ’approvazione in Europa di un tempo di infusione di ocrelizumab di durata inferiore, pari a due ore, con somministrazione due volte all’anno, apporterà un ulteriore miglioramento all’esperienza di trattamento dei pazienti, incrementando al contempo la capacità dei sistemi sanitari”.
 
L’approvazione si basa sui dati tratti dallo studio randomizzato in doppio cieco Ensemble Plus, dal quale è emerso che il tempo di infusione di ocrelizumab di due ore e il tempo convenzionale di 3,5 ore hanno fatto osservare reazioni correlate all’infusione (IRR) con frequenza e di severità sovrapponibili nei pazienti con SM recidivante-remittente (SMRR) (289 pazienti trattati con l’infusione di durata inferiore; 291 pazienti trattati con l’infusione convenzionale). La prima dose è stata somministrata in base al regime posologico approvato (due infusioni endovenose [e.v.] da 300 mg a distanza di due settimane l’una dall’altra), mentre la seconda dose o le dosi successive (infusione e.v. da 600 mg) sono state somministrate nell’arco di un periodo di tempo inferiore, pari a due ore.
 
L’endpoint primario dello studio era la percentuale di pazienti con IRR dopo la prima infusione randomizzata da 600 mg (frequenza/severità valutata durante l’infusione e 24 ore dopo). La frequenza delle IRR è risultata sovrapponibile tra i soggetti trattati con l’infusione di due ore (24,6%) e quelli trattati con l’infusione di 3,5 ore (23,1%). La maggior parte delle IRR è stata di intensità lieve o moderata e più del 98% si è risolto senza complicanze in entrambi i gruppi. Nessuna IRR si è rivelata potenzialmente letale, grave o fatale. Nessun paziente ha interrotto lo studio a causa di una IRR e non sono stati rilevati nuovi segnali di sicurezza.

Come comunicato in precedenza, la Fda  statunitense ha accettato una Biologics License Application supplementare per un tempo di infusione di ocrelizumab di due ore e dovrebbe prendere una decisione entro il 14 dicembre 2020.
 
Con l’utilizzo real-world in rapida crescita e oltre 160mila pazienti trattati in tutto il mondo, ocrelizumab viene somministrato due volte all’anno (ogni 6 mesi) ed è la prima e unica terapia approvata per la Sclerosi multipla recidivante (SMR) e la SMPP. Ocrelizumab è approvato in 90 paesi tra Nord America, Sud America, Medio Oriente ed Europa orientale, nonché in Australia, Svizzera e Unione Europea.
È un anticorpo monoclonale umanizzato disegnato per colpire le cellule B CD20-positive, un tipo specifico di cellula immunitaria che si ritiene sia uno dei maggiori responsabili del danneggiamento della mielina (isolamento e sostegno della cellula nervosa) e dell’assone (cellula nervosa). Nelle persone con SM il danno alle cellule nervose causa disabilità progressiva. Sulla base degli studi preclinici, ocrelizumab si lega alle proteine superficiali della cellula CD20 espresse su alcune cellule B, ma non sulle cellule staminali o su quelle plasmatiche, il che suggerisce che si possano conservare alcune importanti funzioni del sistema immunitario. Ocrelizumab viene somministrato per infusione venosa ogni sei mesi. La prima dose viene somministrata con 2 infusioni da 300 mg a due settimane di distanza. Le dosi successive vengono somministrate come dosi single da 600 mg.

28 maggio 2020
© Riproduzione riservata

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