Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Mercoledì 01 MAGGIO 2024
Studi e Analisi
segui quotidianosanita.it

Rapporto Cedap. Continua inesorabile il calo delle nascite. Nel 2020 nati oltre 17 mila bambini in meno. Sempre troppo alta la percentuale dei cesarei


Pubblicato dal Ministero della Salute il rapporto annuale sull'evento nascita. L’ 88,2% dei parti è avvenuto negli Istituti di cura pubblici ed equiparati e circa il 21% dei parti è relativo a madri di cittadinanza non italiana, l’età media della madre è di 33 anni per le italiane mentre scende a 30,8 anni per le cittadine straniere. Nati con le tecniche da Pma 12.863 bambini. Il 31,12% dei parti è avvenuto con taglio cesareo. IL RAPPORTO

03 DIC - Prosegue anche nel 2020 il calo delle nascite in Italia. Lo certifica il nuovo rapporto Cedap del Ministero della Salute. L’anno scorso sono nati 404.260 bambini rispetto ai 421.913 del 2019 e per esempio ai 554.438 del 2010.
 
L’ 88,2% dei parti è avvenuto negli Istituti di cura pubblici ed equiparati, circa il 21% dei parti è relativo a madri di cittadinanza non italiana, l’età media della madre è di 33 anni per le italiane mentre scende a 30,8 anni per le cittadine straniere.
 
“Nel corso del 2020 – spiega il Ministero della Salute - prosegue il calo delle nascite, in tutte le aree del Paese. Il fenomeno è in larga misura l’effetto della modificazione della struttura per età della popolazione femminile ed in parte dipende dalla diminuzione della propensione ad avere figli. Le cittadine straniere hanno finora compensato questo squilibrio strutturale; negli ultimi anni si nota, tuttavia, una diminuzione della fecondità delle donne straniere. Il tasso di natalità varia da 5,1 nati per mille donne in età fertile in Sardegna a 9,6 nella Provincia Autonoma di Bolzano rispetto ad una media nazionale del 6,8”.
 
La sintesi dei dati
 
Dove partoriscono le donne in Italia
L’ 88,2% dei parti è avvenuto negli Istituti di cura pubblici ed equiparati, l’11,6% nelle case di cura e solo lo 0,2% altrove (altra struttura di assistenza, domicilio, etc.).

Il 62,6% dei parti si svolge in strutture dove avvengono almeno 1.000 parti annui. Tali strutture, in numero di 146, rappresentano il 34,8% dei punti nascita totali. Il 6,9% dei parti ha luogo invece in strutture che accolgono meno di 500 parti annui. L’Unità di Terapia Intensiva Neonatale è presente in 121 dei 419 punti nascita analizzati.
 
Le caratteristiche delle madri, provenienza, età, livello di istruzione e professione
Nel 2020, circa il 21% dei parti è relativo a madri di cittadinanza non italiana.  Le aree geografiche di provenienza delle madri straniere più rappresentate sono quelle dell’Africa (27,9%) e dell’Unione Europea (21,4%). Le madri di origine Asiatica e Sud Americana costituiscono rispettivamente il 20,3% ed il 7,8% delle madri straniere.
 
L’età media della madre è di 33 anni per le italiane mentre scende a 30,8 anni per le cittadine straniere. L’età media al primo figlio è per le donne italiane, quasi in tutte le Regioni, superiore a 31 anni, con variazioni sensibili tra le regioni del Nord e quelle del Sud. Le donne straniere partoriscono il primo figlio in media a 28,9 anni.
 
Delle donne che hanno partorito nell’anno 2020 il 42,6% ha una scolarità medio alta, il 24,8% medio bassa ed il 32,7% ha conseguito la laurea. Fra le straniere prevale invece una scolarità medio bassa (43,3%).
 
L’analisi della condizione professionale evidenzia che il 56,2% delle madri ha un’occupazione lavorativa, il 27,5% sono casalinghe ed il 14,3% sono disoccupate o in cerca di prima occupazione. La condizione professionale delle straniere che hanno partorito nel 2020 è per il 52,2% quella di casalinga a fronte del 63,5% delle donne italiane che hanno invece un’occupazione lavorativa.
 
Le gravidanze
Nell’89,4% delle gravidanze il numero di visite ostetriche effettuate è superiore a 4 mentre nel 73,9% delle gravidanze si effettuano più di 3 ecografie.

La percentuale di donne italiane che effettuano la prima visita oltre il primo trimestre di gravidanza è pari al 2,2% mentre tale percentuale sale all’11,3% per le donne straniere.
Le donne con scolarità medio-bassa effettuano la prima visita più tardivamente. Anche la giovane età della donna, in particolare nelle madri al di sotto dei 20 anni, risulta associata ad un maggior rischio di controlli assenti (2,5%) o tardivi (1° visita effettuata oltre l’undicesima settimana di gestazione nel 13,7% dei casi).
 
Nell’ambito delle tecniche diagnostiche prenatali invasive sono state effettuate in media 3,1 amniocentesi ogni 100 parti. A livello nazionale alle madri con più di 40 anni il prelievo del liquido amniotico è stato effettuato nel 9,64% dei casi denotando un trend decrescente nell’ultimo triennio.
 
Il parto
La donna ha accanto a sé al momento del parto (esclusi i cesarei) nel 94,1% dei casi il padre del bambino, nel 4,5% un familiare e nell’1,5% un’altra persona di fiducia. 
In media, nel 2020 il 31,12% dei parti è avvenuto con taglio cesareo, con notevoli differenze regionali che comunque evidenziano che in Italia vi è un ricorso eccessivo all’espletamento del parto per via chirurgica.

I dati denotano comunque una tendenza alla diminuzione in linea con le indicazioni delle “Linee di indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo”.
 
I dati sui neonati
Lo 0,9% dei nati ha un peso inferiore a 1.500 grammi ed il 5,9% tra 1.500 e 2.500 grammi. Nei test di valutazione della vitalità del neonato tramite indice di Apgar, il 98,6% dei nati ha riportato un punteggio a 5 minuti dalla nascita compreso tra 7 e 10.
 
Sono stati rilevati 1.072 nati morti corrispondenti ad un tasso di natimortalità, pari a 2,65 nati morti ogni 1.000 nati, e registrati 5.001 casi di malformazioni diagnostiche alla nascita. 
La procreazione medicalmente assistita (PMA)
 
Il ricorso ad una tecnica di procreazione medicalmente assistita (PMA) risulta effettuato in media 3,2 gravidanze ogni 100 (12.863 nati). La tecnica più utilizzata è stata la fecondazione in vitro con successivo trasferimento di embrioni nell’utero (FIVET), seguita dal metodo di fecondazione in vitro tramite iniezione di spermatozoo in citoplasma (ICSI).

03 dicembre 2021
© Riproduzione riservata


Altri articoli in Studi e Analisi

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy