Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Lunedì 29 APRILE 2024
Studi e Analisi
segui quotidianosanita.it

Siamo nell’era dell’imperialismo biomedico?

di Antonio Panti

Sì, secondo un recente libro di Barbara Rothman, sociologa dell’Università di New York, che si intitola proprio “The biomedical empire”. La medicina, sostiene Rothman, ha conquistato tutti gli stati del mondo (il trionfo delle multinazionali), sconfiggendo la pandemia e creando un quadro in cui la scienza ha di fatto orientato le scelte politiche. Ma i medici, in tutto questo, che ruolo hanno e quanto contano veramente come singoli professionisti?

16 DIC - Anche sulla stampa italiana è apparsa la recensione di Richard Horton, direttore di Lancet, al libro di Barbara Rothman, sociologa dell’Università di New York, “The biomedical empire”, Stanford University Press 2021.
 
Il corso degli eventi “sindemici” – per usare il termine proposto da Horton - giustifica, a detta dell’autrice, il titolo e l’assunto del libro: il crescente potere della biomedicina nella società.
 
La medicina, sostiene Rothman, ha conquistato tutti gli stati del mondo (il trionfo delle multinazionali), sconfiggendo la pandemia e creando un quadro in cui la scienza ha di fatto orientato le scelte politiche, consolidando nel contempo il dominio del profitto che ha colonizzato la sanità che oggi partecipa a pieno titolo ai processi economico produttivi di ciascun paese, nel quadro della cosiddetta “white economy”.
 
Il successo (e il conseguente profitto) della biomedicina, sostiene Rothman, è legato allo sfruttamento dei bisogni e delle divisioni della società, mantenendo in effetti le promesse di cura, il che è vero, ma riuscendo a fornire servizi sempre più individualizzati e costosi senza alcun controllo concorrenziale del mercato: una versione moderna e aggressiva del capitalismo finanziario.
 
Significativa è la vicenda vaccini – Pfizer- Biontech - (vedi inchiesta del Financial Times, tradotta e pubblicata anche su Internazionale n.1439/21). Nella scelta del vaccino per il singolo cittadino ben poco ha pesato la scienza e molto la trattativa politica tra Albert Bourla, AD di Pfizer, e i cosiddetti “grandi della terra”, che non hanno fatto di meglio che accettare qualsiasi richiesta dell’azienda, che ha chiesto di aumentare il costo unitario del vaccino pur nell’estensione incredibile del mercato, bloccando sul nascere ogni pur timido accenno al controllo del brevetto. Bourla si vanta “di aver salvato milioni di vite” ma sottace di aver imposto le regole aziendali al mercato globale.
 
Molte voci si sono levate per ricomporre scienza e prassi medica, dopo la lezione della pandemia, in modo da comprendere e contemperare i diritti dell’individuo, esaltati dalla medicina e dal diritto e basti pensare alla legge 219/17, con l’interesse della collettività. Insomma recuperare la medicina sociale come lotta alle disuguaglianze e inversione dell’approccio al modello di “rischio” ambientale primario, cosicché la salute naturalmente fiorisca in un ambiente sano. Il modello ecobiopsicosociale, della sanità one health, della salute come sicurezza.
 
Riprendendo il ragionamento della Rothman, chi scrive non ha alcuna competenza per affrontare il dibattito sul piano sociologico. Tuttavia la tesi del libro, più o meno convincente, solleva qualche interrogativo interessante per i professionisti della sanità.
 
Quanta è la frazione di potere dei medici e quanta delle multinazionali? Alcuni medici assai specializzati influiranno sul decisore pubblico ma i medici come categoria, nel mondo post pandemico dominato dalla medicina digitale e regolato dalle esigenze del mercato finanziario, rimpiangeranno la (scarsa?) libertà del passato?
 
Mi sembra intrigante la domanda: in un mondo in cui la scienza e la tecnologia medica occupano tanto spazio sociale e influiscono sulle decisioni politiche, in cui i desideri pubblici e privati si trasformano in domanda di salute, nell’epoca della sanità one health, i medici diverranno i sacerdoti di una religione laica del benessere oppure lavoratori alla catena di montaggio del profitto sanitario?
 
Quindi la diatriba se sia meglio la dipendenza o la convenzione manca di un chiarimento di base; dipendenti da un datore di lavoro pubblico o privato?
 
Troppi sono i segnali di una diffusa voglia di appaltare servizi territoriali a privati perché in tal modo meglio gestibili e perché la spinta dei grandi investitori a misurarsi con l’assistenza ai cronici, terreno finora inesplorato, si fa sentire sempre di più.
 
La risposta a queste domande sta nell’equilibrio che la società saprà trovare nella discussione intorno all’uguaglianza e all’estensione dei diritti. Intanto non vi è dubbio che il Codice Deontologico dei Medici debba essere ammodernato e reso rispondente ai problemi che la medicina post pandemica ineludibilmente pone: come decidere in carenza di risorse, come dare sostanza alla sanità one health, quali impegni assumere nei confronti della collettività, vaccinarsi è un obbligo e, infine, come influirà l’Intelligenza Atificiale sulla prassi medica e sulla metodologia clinica?
 
Sarebbe opportuno proporre una nuova carta internazionale che riformuli sul piano etico i cardini dell’agire medico e della medicina.
 
Antonio Panti
 

16 dicembre 2021
© Riproduzione riservata


Altri articoli in Studi e Analisi

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy