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Cefalea. Nel 53% dei casi inizia sotto i 20 anni


E' quanto sostiene una ricerca dell'Istituto Mondino di Padova, effettuata in collaborazione con i farmacisti locali. Evidenziato anche che il 51% si rivolge allo specialista solo dopo 5 anni dopo il primo attacco e appena il 16% entro i successivi 12 mesi.

23 MAG - L’età anagrafica di insorgenza della cefalea è al di sotto dei 20 anni per il 53% dei casi, tra i 20 e 30 anni per il 25%, tra i 30 e i 40 per il 13%, solo il 9% ha affermato di avere avuto il primo attacco dopo i 40 anni. E’ quanto emerge dalla ricerca effettuata nell’ambito del progetto “Monitorare per curare”, avviato lo scorso gennaio a Pavia per iniziativa dell'Istituto Mondino e dell'Ordine dei Farmacisti, con l'obiettivo di sensibilizzare sull’utilizzo corretto dei farmaci sintomatici anticefalalgici e di prevenire l'abuso di triptani e analgesici da banco. Il campione analizzato ha compreso 213 persone.

Per quanto riguarda la frequenza mensile degli episodi di cefalea, i giorni “neri” per il 37% degli intervistati sono meno di 5, salgono tra 5 e 15 per il 39% e arrivano a più di 15 per il 24%. Ma il ricorso allo specialista per una diagnosi nella metà dei casi è tutt'altro che tempestivo: il 51% si rivolge allo specialista solo dopo 5 anni dopo il primo attacco e appena il 16% entro i successivi 12 mesi.

Una volta effettuata la diagnosi, formulata nel 53% dei casi da un esperto di cefalee e nel 38% dei casi da un neurologo, i pazienti cefalalgici scelgono nel 54% dei casi di essere “seguiti” dal medico di base, ma il 31% non si affida ai consigli di nessun medico o specialista.
E veniamo all'utilizzo di farmaci sintomatici. Se è vero che il 39% di quanti sono affetti da cefalea assume farmaci sintomatici per meno di 5 giorni al mese, il 38% ne fa uso per un periodo che varia da 5 a 15 giorni e il 23% addirittura per oltre 15 giorni. E complessivamente il 34% di chi si affida ai sintomatici lo fa senza la prescrizione del medico, ricorrendo ai farmaci da banco.

“Ad oggi – commenta Fabio Antonaci, responsabile del progetto ‘Monitorare per Curare’ - siamo arrivati a visitare 100 pazienti e li seguiremo con appuntamenti periodici fino all'aprile del prossimo anno. Come si evince dai dati raccolti solo il 50% di chi è affetto da cefalea va dal medico e sono in pochi a fare uso di farmaci preventivi, anche se sono molti i pazienti che hanno un numero importante di attacchi al mese (15 giorni su 30) e che fanno uso di troppi sintomatici. Non è un caso che, sulla base di queste premesse, il 59% si dichiari insoddisfatto della mancata efficacia dei farmaci”. 

23 maggio 2013
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