Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Mercoledì 01 MAGGIO 2024
Studi e Analisi
segui quotidianosanita.it

Speciale. Il costo del personale Ssn. Forti disparità tra Regioni con differenze di migliaia di euro procapite. A Bolzano "stipendi d'oro". Ecco tutti i numeri del rapporto della Stem


A parte le Province di Bolzano e Trento e la Valle d'Aosta che hanno costi molto più elevati e costituiscono quasi un "caso a sé", l'analisi evidenzia comunque forti disomogeneità regionali sia per le medie di tutto il personale che per medici e infermieri. I trattamenti più elevati in Campania con una media di 62.722 euro procapite. In coda il Veneto con 51.753. Per i medici costi più elevati in Molise con 120.550 euro, contro i 107mila della Toscana. IL RAPPORTO STEM

21 NOV - La Stem - Struttura tecnica di monitoraggio sulla sanità, presieduta da Laura Pellegrini e che opera presso il Dipartimento degli Affari regionali della Conferenza Stato-Regioni, ha appena pubblicato il Rapporto sul triennio 2010-2012, che analizza i dati riguardanti la spesa per il personale del Ssn.
 
Il rapporto, si legge nella premessa, si è prefisso l’obiettivo di rendere i dati il più possibile confrontabili tra di loro; infatti la necessità delle Regioni di avere dati confrontabili è irrinunciabile, in quanto consente di autovalutare le prestazioni del proprio sistema sanitario, riconoscendo i punti di debolezza e i punti di forza e, quindi, di migliorare l’efficienza, l’efficacia e l’economicità dei servizi resi ai cittadini, anche attraverso l’esportazione in altre realtà di modelli organizzativi innovativi che possano consentire un miglioramento della qualità dei servizi prestati.

I dati esposti, oltre a ribadire la diminuzione generalizzata, anche se non del tutto omogenea, tra le Regioni, soprattutto quelle in Piano di Rientro, sia del costo complessivo che della numerosità del personale del Servizio Sanitario Nazionale, evidenziano una marcata differenza del costo medio del personale, sia in generale sia peri singoli ruoli, tra le Regioni e tra ASL all’interno di una stessa Regione. 
 
In proposito però, sottolinea il rapporto Stem, vanno escluse dal confronto le Province autonome e la Valle d’Aosta che hanno valori così elevati di costi, a fronte di numeri sostanzialmente esigui di unità di personale, da distorcere qualsiasi benchmark. Ad esempio Bolzano ha un costo medio per medico di 227.133 euro e Trento di 143.043 euro, contro i 120.550 euro del Molise che, al netto dei tre casi anomali, è la regione con il trattamento più elevato.
 
Tornando all'esame dei dati a livello generale,  per l’anno 2012, sempre escludendo le strutture private accreditate ed equiparate, la differenza tra le Regioni del costo medio di tutto il personale dipendente – 658.331 unità di personale FTE - varia dai 62.772 € della Campania ai 51.753 € del Veneto, con una differenza di circa € 11.000 annue (circa il 20%), mentre le Regioni di riferimento 2013 si attestano a € 52.900.
 
In particolare, per quanto riguarda il Comparto sanitario, la differenza tra la Regione Campania e la Regione Sardegna è di quasi € 6.000 annui (circa il 15%),su una platea, a livello nazionale, di 331.859 unità di personale FTE.

La stessa considerazione può essere svolta per la Dirigenza sanitaria medica (sempre escludendo le Province Autonome e la Valle D’Aosta), per la quale la differenza tra la Regione Molise e la Regione Sardegna è di circa € 15.000 (circa il 15%), su un totale, a livello nazionale, di 120.180 unità di personale FTE; e ancora per il Comparto del ruolo tecnico (escludendo la P.A. di Bolzano) la differenza tra la Campania e l’Umbria è di circa € 8.000 annui (circa il 28%),su una platea , a livello nazionale, di 116.649 unità di personale FTE. La differenza, in quest’ultimo caso, è influenzata dalla eterogeneità delle figure professionali comprese in questo ruolo che variano dall’Assistente sociale all’Ausiliario specializzato, con retribuzioni assai diverse tra di loro.

Quanto al personale dirigente non medico, che include tra gli altri i farmacisti, troviamo differenze che vanno da un massimo di 106.038 euro registrato in Piemonte, ad un livello minimo di 78.289 euro in Puglia.

Va, inoltre, sottolineato, che le Regioni di riferimento per l’anno 2013 - Umbria, Emilia Romagna e Veneto - hanno valori che sono sempre più prossimi al minimo che al massimo. Alcuni altri ruoli professionali (Dirigenza tecnica, Dirigenza professionale, Dirigenza amministrativa) hanno differenze ancora più marcate, ma la numerosità di questo personale è tale da non influenzare il costo medio nel suo insieme.
Poiché il contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) stabilisce l’ammontare di alcune voci stipendiali uguali in tutte le Regioni, ma lascia alla contrattazione integrativa aziendale la determinazione di altre voci retributive (ad es.: Fondo di posizione, Fondo per il disagio, Fondo di risultato) è evidente che le differenze sono dovute alla consistenza dei fondi integrativi aziendali. Del resto, ciò è dimostrato dall’incidenza delle indennità accessorie sul totale delle retribuzioni che variano in modo consistente tra le diverse Regioni. Si cita, ad esempio, la differenza tra l’incidenza delle indennità accessorie sul totale delle retribuzioni del personale dipendente a tempo indeterminato della Campania (23,27%) e della Sardegna (17,7%).

La notevole variabilità dei costi medi dei singoli ruoli è certamente influenzata anche dalla diversa composizione del personale nel suo insieme: nelle aziende con personale con anzianità di servizio elevata o con un numero maggiore di strutture complesse il costo medio è più alto rispetto alle aziende con personale "lavorativamente" più giovane e con un numero inferiore di strutture complesse.

Sembra altrettanto evidente che i costi medi elevati di alcune Regioni, soprattutto in Piano di rientro, sono influenzati dal permanere, nel triennio considerato, del blocco del turn over, il quale ha prodotto, in alcune situazioni, l’effetto di far aumentare il costo medio del personale, in quanto richiede il pagamento di prestazioni aggiuntive (ad es. straordinari, anche festivi e notturni), retribuite in base agli accordi integrativi aziendali, ad un numero inferiore di unità di personale. In quest’ottica va rilevato anche il dato relativo al costo del personale in rapporto alla popolazione residente, che vede tre Regioni in Piano di Rientro (Campania, Lazio e Puglia) con i valori più bassi.

In conclusione - sottolinea il Rapporto - è possibile rilevare che alcune differenze di costi potrebbero essere comunque contenute agendo sulla omogeneizzazione dei fondi integrativi, a disposizione delle aziende, e sulla razionalizzazione dell’organizzazione dei singoli servizi.

21 novembre 2014
© Riproduzione riservata


Altri articoli in Studi e Analisi

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy