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Migranti e viaggiatori: ecco come si controlla la salute e si abbatte il rischio di epidemie. La relazione del ministero su USMAF e SASN


Il ministero della Salute ha appena pubblicato la relazione annuale sull’attività degli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera (USMAF) e dei Servizi per l’Assistenza Sanitaria al personale Navigante, marittimo e dell’aviazione civile (SASN). Vaccinazione, controllo della salute dei migranti, ma anche degli alimenti degli emoderivati, degli organi da trapianto e di tutto il personale navigante tra le principali attività. I risultati 2017. LA RELAZIONE.  

11 GIU - La relazione annuale del ministero della Salute (appena pubblicata) sull’attività degli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera (USMAF) e dei Servizi per l’Assistenza Sanitaria al personale Navigante, marittimo e dell’aviazione civile (SASN) è di solito una di quelle di routine, a cui pochi prestano attenzione particolare.

Ma che in questo periodo in cui gli sbarchi di migranti sono all’ordine del giorno così come la “barriera” sanitaria verso la diffusione di malattie infettive anche grazie ai vaccini è di estrema attualità, i risultati dei controlli e dell’attività 2017 raccolti nella relazione assumono particolare significato.

USMAF e SASN hanno infatti tra le loro attività il controllo delle merci in importazione, per tipologia di merce e Paese di origine, degli alimenti di origine non animale e MOCA (materiali e oggetti destinati a venire in contatto con alimenti), di dispositivi medici, medicinali, cosmetici.

E svolgono attività di notifica per prove tecniche, il controllo degli emoderivati e degli organi da trapianto, dei mezzi di trasporto, attività medico legale, vaccinazioni appunto, e controllo dei flussi migratori.

Tra i loro compiti rientra anche la formazione sanitaria dei marittimi, le attività istituzionali dei SASN con le prestazioni assistenziali e medico legali e le visite e le prestazioni specialistiche.

L’attività

Per ridurre il rischio di introduzione di malattie infettive sul territorio nazionale, gli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera non svolgono solo attività di vigilanza in frontiera, sui flussi migratori irregolari, ma funzionano come centri di profilassi per viaggiatori internazionali, fornendo consulenza specialistica e raccomandazioni sulle misure di prevenzione, in relazione alla meta, durata e scopo del viaggio; somministrando, inoltre, i vaccini internazionali obbligatori (attualmente, il solo vaccino contro la febbre gialla) o raccomandati per viaggi all’estero.

 Oltre a quanto previsto dal Regolamento Sanitario Internazionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per le verifiche di tipo igienico sanitario sui mezzi di trasporto internazionali, gli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera svolgono attività di verifica del rispetto della normativa nazionale sulle condizioni di igiene, abitabilità e sicurezza, compresa la dotazione di medicinali e materiale di medicazione, a bordo delle navi mercantili battenti bandiera italiana, rilasciando le relative certificazioni.

Riguardo le funzioni attribuite nel corso del tempo alla figura del “medico di porto”, gli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera svolgono anche funzioni di certificazione e medico-legali; la principale di queste consiste nell’accertamento dell’idoneità psico-fisica allo svolgimento di determinati lavori e mansioni nel settore marittimo e portuale e l’iscrizione nei relativi registri professionali; inoltre, a richiesta dei cittadini, presso tali Uffici è anche possibile effettuare le visite mediche per l’accertamento dei requisiti psico-fisici, necessari per il conseguimento o il rinnovo delle patenti di guida e delle patenti nautiche, attività non istituzionale ma facoltà del medico di ruolo del ministero della Salute.

I dati presentati della relazione sono relativi al quinquennio 2013-2017 e sono stati estratti per la maggior parte dal Sistema Informativo NSIS-USMAF.
Le attività degli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera mostrano una tendenza costante all’aumento nel corso del tempo, in particolare per quanto riguarda l’attività di controllo su merci di possibile interesse sanitario, fondamentale per valutare la loro idoneità al consumo e all’uso umano, sulla base dei criteri e dei requisiti fissati da specifiche norme nazionali e comunitarie.

La tendenza alla crescita del complesso di tutte le attività degli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera è stata costante nel periodo 2013-2017, con un aumento dello 0,4% nel 2017 rispetto all’anno precedente e del 12% nell’intero periodo 2013-2017, confermando, del resto, la tendenza già osservata nei periodi precedenti.

Il controllo sanitario sulle merci rappresenta in media circa l’80% di tutte le attività svolte dagli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera (l’84% nel 2017).

Vaccinazioni
 
Le attività sanitarie degli USMAF-SASN comprendono la somministrazione dei vaccini obbligatori e di quelli raccomandati in relazione alla destinazione e tipologia del viaggio o a specifici rischi e situazioni epidemiologiche, per i viaggiatori internazionali.

L’autorizzazione di un numero crescente di centri per la somministrazione dei vaccini contro la febbre gialla ha ampliato la disponibilità di strutture presso cui eseguire questa – attualmente l’unica obbligatoria - e altre vaccinazioni per viaggiatori internazionali, con una conseguente lieve flessione di questa attività nel corso del tempo.

Le vaccinazioni contro la febbre gialla hanno rappresentato, nel 2017, il 65% di tutte le vaccinazioni fornite ai viaggiatori internazionali presso gli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera, seguite, a notevole distanza, dalle vaccinazioni: contro l’Epatite A, le vaccinazioni antimeningococciche e antidiftotetaniche.

La richiesta di vaccinazioni contro la Febbre Gialla, l’Epatite virale A e contro la meningite meningococcica è molto aumentata, nel 2017, in relazione a eventi epidemici, a diffusione anche internazionale. Gli incrementi maggiori hanno riguardato il vaccino antimeningococcico e quello contro l’epatite virale A.

Nel 2017, rispetto al 2016, la somministrazione di vaccini è aumentata del 57 per cento.

I flussi migratori
 
In relazione alla tipologia della nave, le operazioni di controllo sanitario possono cominciare già a bordo di questa, oppure essere effettuate in banchina, e consistono nella esecuzione di un triage generale, con rilevazione della temperatura corporea e verifica delle condizioni cliniche di ciascun migrante.

Questa modalità, come è facilmente intuibile, consente di stabilire una priorità per lo sbarco in banchina, ovvero, se lo sbarco è già avvenuto, per l'invio al ricovero ospedaliero.

Nel 2017, i casi sospetti di malattie infettive, di interesse del Regolamento Sanitario Internazionale, sono stati prontamente ed appropriatamente gestiti, così come altre situazioni sanitarie richiedenti immediata attenzione, sia sotto il profilo della sanità pubblica, che sotto quello della salute della singola persona.

Oltre alla disidratazione, alle sindromi febbrili non accompagnate da altri sintomi e alle congiuntiviti, le condizioni osservate nei migranti riguardano frequentemente traumatismi, ustioni chimiche, ferite da armi da fuoco e intossicazioni per esposizione a vapori tossici nelle stive; i controlli sanitari all’arrivo hanno evidenziato anche: cardiopatie, diabete, affezioni neurologiche, esiti traumatici e psichiatrici, connessi a torture e violenze intenzionali, subite o nel Paese di origine o nel percorso migratorio, oltre a condizioni fisiologiche (stato di gravidanza), di innegabile interesse per la salute del singolo, ma non per quella della collettività.

Al primo posto, tra le condizioni osservate all’arrivo, rimangono le parassitosi cutanee, quali scabbia e pediculosi, legate alle condizioni disagiate di vita ed alla promiscuità sia nei luoghi di partenza che durante il viaggio; tali condizioni non comportano un reale rischio di contagio, in quanto facilmente e prontamente controllabili con semplici misure di profilassi e di terapia.

I cambiamenti delle provenienze dei flussi migratori hanno avuto un influsso sul profilo demografico dei migranti in arrivo, con variazione delle distribuzioni percentuali per genere ed età.

In media, nel periodo 2014-2017, la distribuzione per genere ed età è stata: maschi 75%; femmine 15 %; minori 10%; è nel 2017 che si è osservata la percentuale maggiore di maschi (77%), mentre sono sostanzialmente eguali le percentuali di femmine e minori sbarcati sulle nostre coste (rispettivamente 12% e 11%).

Nel 2017 è proseguito il Progetto PASSIM (Primissima Assistenza Sanitaria nelle operazioni di Soccorso In Mare), avviato nel 2016 con risorse messe a disposizione dal Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (FAMI 2014-2020) dell’Unione Europea; la Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, anche per la sua funzione di coordinamento tecnico degli USMAF, ha svolto in tale progetto il ruolo di capofila, avente come partner principali l’Ispettorato di Sanità della Marina Militare e l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM), e ha garantito il coordinamento tecnico e la formazione sanitaria delle componenti operanti a bordo delle Unità navali della Marina Militare, della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza.

Grazie alle attività di formazione collegate al Progetto PASSIM, è aumentato il numero di operatori sanitari capaci di intervenire nell’ambito umanitario, con un background culturale orientato alla risposta di bisogni particolari; infatti, sono stati individuati, prontamente, i casi a rischio per la salute pubblica e per la salute individuale dei migranti stessi, sono state predisposte attrezzature per l’isolamento a bordo di casi sospetti di malattie ad alta trasmissibilità e garantite, così, la profilassi e prevenzione di malattie infettive, nonché avviato un sistema di flussi informativi tempestivi con l’Autorità sanitaria centrale, presso il Ministero della Salute.

L’attività del SASN

Gli ambulatori SASN ai quali è attribuibile il maggior numero di visite specialistiche sono quelli afferenti all’USMAF-SASN Campania e Sardegna (che ha erogato quasi il 40% di tutte le visite specialistiche dell’anno 2017), seguiti da quelli dell’USMAF-SASN Sicilia (19% circa), Liguria (18%), Lazio, Marche, Umbria, Abruzzo e Molise (15%), Toscana ed Emilia-Romagna (6%), Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige (2%) ed infine Puglia, Calabria e Basilicata (2%).

Questa distribuzione dipende dal bacino di utenza dei possibili assistiti SASN, infatti, nei compartimenti marittimi della Campania e della Sicilia, regioni con vocazione “marinara”, sono iscritti più dell’80% dei marittimi italiani. Un discreto numero di assistiti, sul lato marittimo, è presente anche in Liguria e Toscana, mentre in Lazio, Lombardia e Veneto gli assistiti SASN appartengono per lo più al personale dell’aviazione civile.

Analizzando il tipo di visita specialistica erogata emerge come le visite cardiologiche, insieme a quelle oculistiche e otorinolaringoiatriche siano le visite specialistiche maggiormente erogate presso gli ambulatori SASN (rispettivamente: 30%, 25% e 15%), seguite da percentuali residuali per le altre visite.
 
Le prestazioni specialistiche dei SASN


Gli ambulatori SASN erogano anche prestazioni assistenziali specialistiche. Nel 2017, il maggior numero di prestazioni specialistiche è stato erogato  dall’USMAF-SASN Campania e Sardegna (quasi il 47% di tutte le prestazioni  2017), seguito dall’USMAF-SASN Sicilia (22% circa), Liguria (20%), Lazio, Marche, Umbria, Abruzzo e Molise (circa il 6%), Toscana ed Emilia-Romagna con Puglia, Calabria e Basilicata (entrambi circa il 2%), Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige (1%) (ricordiamo ancora una volta che l’USMAF-SASN Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta non ha ambulatori).

Analizzando il tipo di prestazione specialistica erogata presso gli ambulatori SASN, emerge come le prestazioni specialistiche prevalentemente erogate siano gli elettrocardiogrammi (circa il 24% del totale delle prestazioni), questo dato conferma quello visto precedentemente, in riferimento alle visite specialistiche relative proprio ai controlli cardiaci (le visite cardiologiche rappresentano, infatti circa il 30% del totale delle viste erogate).
Seguono: le prestazioni oculistiche (22,15%), i prelievi con analisi del sangue (21,70) e le fisioterapiche (11,76%).
 
 

11 giugno 2018
© Riproduzione riservata

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