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Responsabilità medica. Aogoi: "Depenalizzare atto medico e assicurazione obbligatoria per Asl e ospedali. Intervenga la UE"


Per i ginecologi italiani, per superare lo stallo italiano sulla materia, serve infatti una direttiva europea che uniformi le norme sulla responsabilità professionale e sulle coperture assicurative. A tutela dei medici e dei pazienti. Via al network europeo di ginecologia e ostetricia. Trojano: "Una disciplina comunitaria in materia è non solo utile ma necessaria". Il convegno alla Camera.

02 LUG - Dare vita al primo network europeo di Ginecologia e Ostetricia e promuovere una Direttiva europea a tutela di medici e pazienti. Sono questi i due obiettivi della “Conferenza internazionale sulla responsabilità professionale” promossa dall’Aogoi e che si è svolta oggi a Roma a Palazzo Marini, presso la Camera dei Deputati.

Due traguardi per i quali l’associazione dei ginecologi italiani si è già attivata negli ultimi mesi attraverso il coinvolgimento del Parlamento europeo e della stessa Direzione Generale Salute della Commissione europea e che ora assume ancora più importanza alla luce della guida italiana del semestre europeo.

Per il raggiungimento di questi obiettivi sono state già elaborate specifiche proposte finalizzate a:
• una più omogenea disciplina della responsabilità sanitaria negli Stati Membri;
• la previsione dell'assicurazione obbligatoria delle strutture sanitarie negli Stati Membri per il risarcimento dei danni ai pazienti derivanti da condotte colpose dei sanitari o da fatto proprio dell'amministrazione (carenze strutturali e/o organizzative);
• la previsione dell'obbligatorietà di sistemi di monitoraggio, riduzione, gestione dei rischi e degli eventi avversi negli Stati Membri con la creazione di un'Agenzia Europea e agenzie nazionali e locali negli Stati Membri (sul modello del sistema antiriciclaggio-antimoney laundering);
• la creazione di un network europeo degli Ostetrici-Ginecologi per la costante consultazione con le Istituzioni comunitarie, Parlamento Europeo, Consiglio d'Europa e DG della Commissione Europea d'interesse per gli Ostetrici-Ginecologi;
• la previsione della responsabilità delle strutture sanitarie che non introducono sistemi di prevenzione dei rischi ed eventi avversi (v. L.231/2001);
• la previsione della responsabilità penale dei medici solo al superamento di una soglia di gravità della condotta.

In particolare per quanto riguarda la proposta di Direttiva europea l'Aogoi auspica una disciplina che introduca:
1. la responsabilità penale dei medici solo al superamento di una certa soglia di gravità della condotta
2. l'assicurazione obbligatoria delle strutture sanitarie negli Stati Membri per il risarcimento dei danni ai pazienti derivanti da condotte colpose dei sanitari o da fatto proprio dell'amministrazione (carenze strutturali e/o organizzative) con un doppio binario di responsabilità
3. l'obbligatorietà di sistemi di monitoraggio, riduzione, gestione dei rischi e degli eventi avversi negli Stati Membri con la creazione di un'Agenzia Europea e agenzie nazionali e locali negli Stati Membri (sul modello del sistema antiriciclaggio-antimoney laundering).

“La proposta di una Direttiva europea sulla responsabilità professionale – ha commentato il Presidente dell’Aogoi Vito Trojano – è il primo step di un percorso che richiederà tempo e grandi energie ma che l’Aogoi ha intrapreso con entusiasmo, nel convincimento, sempre più condiviso anche a livello europeo, che una disciplina comunitaria in materia sia non solo utile ma necessaria. Il prossimo passo – ha aggiunto – sarà quello di accreditare la nostra associazione in Europa, così da renderla interlocutore attivo presso le Direzioni Generali interessate della Commissione Salute e Mercato”.

Il secondo obiettivo della associazione è poi dare vita ad un network europeo con le associazioni consorelle degli Stati Membri dell'Unione.
“Questo network – ha spiegato Trojano – costituirà il ‘peso specifico’ necessario per promuovere gli obiettivi dei ginecologi italiani: con la condivisione delle altre associazioni scientifiche sarà possibile, come auspichiamo, mettere a punto strumenti legislativi comunitari in grado di tutelare efficacemente sia i medici che i pazienti. Poiché le Direttive vanno obbligatoriamente attuate negli Stati Membri il nostro (sinora reticente) legislatore sarà finalmente ‘costretto’ ad assumere delle iniziative che riteniamo non più procrastinabili. Se riusciremo nel nostro intento – conclude Trojano – avremo dato un importante contributo alla costruzione di quello ‘Spazio Sanitario Europeo’ di giustizia e sicurezza che ci consentirà di vivere con maggior serenità la nostra splendida professione”.

“Il problema della colpa professionale del medico – ha invece sottolineato il Commissario UE alla Salute Tonio Borg – chiama in causa il legislatore e giudice nazionale deputati ad identificare ed applicare una disciplina più al passo con i tempi e meno penalizzante per i medici, tuttavia un confronto con le previsioni vigenti con gli altri Stati dell'Unione potrà senz’altro favorire l'auspicata armonizzazione delle norme e delle prassi”.

02 luglio 2014
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