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Sessualità. Perdite ematiche spaventano 1 ragazza su 3


Vengono chiamate "spotting" e sono le perdite di sangue che si verificano al di fuori del ciclo mestruale. Ne soffre il 30% delle ragazze, che ne è colpita e spaventata, non riuscendo a capisce cosa accade al suo corpo. Oggi gli esperti dell'Ido ne parleranno in video-chat su su www.diregiovani.it.

02 NOV - Circa una ragazza su tre ha perdite ematiche fuori dal periodo mestruale e non riesce a comprenderne le cause. Queste manifestazioni vengono definite ‘spotting’, termine inglese(to spot) che significa ‘macchiare’, e spaventano il 30% delle  adolescenti italiane. Per questo motivo il secondo video di ‘Se sso è meglio Live’, disponibile oggi su Diregiovani.it, sarà dedicato allo spotting per offrire, attraverso l’aiuto di medici e psicoterapeuti, informazioni utili che possano contenere le paure dei giovani evitando che sviluppino preoccupazioni eccessive.

“Le perdite ematiche possono generare spavento, confusione e disorientamento nelle adolescenti indipendentemente dalla causa che le origina. Le ragazze avvertono come la sensazione di perdita di controllo del proprio corpo e di senso di estraneità, credendo spesso di essere incinta”, spiega in una nota l’équipe di psicoterapeuti e  medici dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) che curano la rubrica ‘Se sso è meglio!’ e rispondono alle domande che arrivano allo spazio di consulenza on line ‘Chiedilo agli Esperti’.

Lo spotting, precisano, anche quando rappresenta “un'anomalia nel fisiologico ciclo ormonale non deve spaventare, ma essere considerato come un sintomo che invita ad ascoltare ciò che nel nostro corpo, in quel momento, non funziona come dovrebbe. Questo ascolto del corpo permette infatti di entrare in contatto con il proprio mondo interno fatto di emozioni, affetti e fantasie e che spesso viene vissuto male poiché tra i giovani prevale la tendenza di vivere separatamente l’emotività e la sessualità”.

Dunque lo spotting è un fenomeno piuttosto frequente e nella maggior parte dei casi non preoccupante. “È comunque necessario sottolineare l'importanza della visita ginecologica già dalle prime perdite - hanno aggiunto i medici dell’IdO - sarà il ginecologo a individuarne la causa e a escludere, con la visita e ulteriori accertamenti clinici, la possibilità di eventuali disturbi da trattare in modo specifico”. Lo spotting non va quindi trascurato, né tantomeno “‘autodiagnosticato’ ma compreso e valutato, perché - ha concluso l’équipe di esperti - solo così sarà possibile rassicurare le giovani donne e intervenire nel modo più appropriato”.

 

02 novembre 2012
© Riproduzione riservata

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