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Covid in aumento. Tornare alle mascherine? Gli esperti concordi sul sì: non sarebbe un sacrificio


Gli specialisti convergono su una scelta, quella della raccomandazione, che non peserebbe sulle abitudini degli italiani ma che è fra le più efficaci per contenere i contagi, in sensibile salita anche nel nostro Paese

30 NOV - Alcuni Paesi come l'Austria stanno introducendo nuovamente la raccomandazione di indossare le mascherine nei luoghi più a rischio, in seguito all'aumento di casi di Covid-19. E l'Italia come si muoverà o dovrebbe muoversi? Gli esperti sembrano unanimi: sarebbe una scelta giusta perlomeno consigliare agli italiani di rimettere la mascherina in tasca. “Oggi in Italia una prescrizione mandatoria potrebbe essere poco digerita, ma si potrebbe ribadire l'utilità del loro utilizzo, in termini di responsabilità personale. Se l'uso della mascherina resta infatti una disposizione in alcuni contesti ospedalieri, o nelle Rsa, per il resto si potrebbe promuovere una maggiore sensibilità. Perché noi ci siamo dimenticati del Covid, ma il Covid non si è dimenticato di noi”, dice per esempio il virologo dell'università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco, all'Adnkronos Salute.

“La mascherina è un mezzo di contenimento per qualsiasi infezione respiratoria - ribadisce Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano - consigliarla può essere utile, ma attenti a non correlare un'eventuale raccomandazione alla paura di Covid. E che non sia la motivazione per far ricadere la gente nel panico. Sars-CoV-2 circola come tutti gli altri virus respiratori invernali. La pandemia è finita, le epidemie stagionali ci saranno sempre”.

Per Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, “raccomandare non vuol dire obbligare. Noi in Italia siamo stati obbligati a seguire troppe misure: mascherine, lockdown, Green pass. Mi sembra ragionevole oggi, in un momento in cui in Austria sta circolando il Covid, raccomandare l'uso della mascherina sui mezzi pubblici e nelle strutture sanitarie. Negli ospedali in Italia la mascherina è ancora obbligatoria se si è a contatto con i fragili. Raccomandare la mascherina in alcuni contesti di particolare affollamento può essere ragionevole, ma dire che da domani tutti devono usarla non deve più accadere”.

“Risulterà impopolare - interviene Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma - ma oggi la mascherina risulta essenziale e la raccomanderei sui mezzi di trasporto, tutti nessuno escluso, e poi negli ospedali e nelle Rsa. Consiglio di usare la Ffp2 quando andiamo a trovare i nostri cari anziani, anche se vaccinati. Preciso però che deve essere solo e unicamente una raccomandazione, nessun obbligo”.

“Siamo in un momento di grande circolazione di agenti infettivi respiratori, dall'influenza al Covid, e nei luoghi a maggior rischio la mascherina ha dimostrato di essere un efficace sistema di protezione per i fragili, ma non solo. Ecco quindi, anche seguendo l'esempio dell'Austria, direi che è fortemente consigliato l'uso della Ffp2 soprattutto in ospedale e nelle Rsa, dove sarei anche per l'obbligo di indossarla”, aggiunge Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e professore di Malattie infettive all'Università Tor Vergata di Roma. Secondo Andreoni, “la mascherina non è un grosso sacrificio per gli italiani. Non stiamo parlando di reintrodurre il Green pass o l'isolamento dei positivi, ma di usare il buon senso civico. Dove c'è affollamento proteggiamoci tutti - conclude - perché così salvaguardiamo noi stessi, ma anche gli anziani e i fragili”.

"Le mascherine all'interno degli studi dei medici di famiglia in genere sono sempre previste se c'è rischio di contagio legato alla situazione epidemiologica. E' una questione di responsabilità, non c'è bisogno di obbligo". Così Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione nazionale dei medici di medicina generale (Fimmg), in merito alla decisione dell'Austria per l'uso delle mascherine negli ospedali, nelle case di cura, negli studi medici e sui mezzi di trasporto pubblici più affollati.

"Dopo la circolare del ministro della Salute Orazio Schillaci sull'uso delle mascherine, che permetteva ai medici di gestire, in un'ottica di direzione sanitaria i propri studi - ricorda il leader della Fimmg - noi abbiamo prodotto un documento che collega l'accesso agli ambulatori alle condizioni epidemiologiche in atto, ma anche alle concrete situazioni ambientali degli ambulatori: dimensioni della sala d'attesa, organizzazione delle visite eccetera. In questo senso noi continuiamo a mantenere la responsabilità per poter garantire sicurezza e migliori cure ai pazienti, limitando, quindi, le possibilità di contagio".

In questo contesto, secondo Scotti "è fondamentale che ci sia una responsabilità della popolazione. Non è questione di obbligo, ma dobbiamo cominciare a considerare come un'espressione di civiltà il fatto di utilizzare la mascherina a fronte di un rischio di contagio, non solo da Covid. Ricordiamo che negli anni di pandemia è scomparsa l'influenza. Mi pare evidente che ora dovremmo finalmente passare a una fase in cui è il cittadino stesso a responsabilizzarsi rispetto alla prevenzione delle malattie. Un Paese civile - sottolinea - funziona così".



30 novembre 2023
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