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Neonato muore in sala parto in una clinica di Palermo


Altro presunto di caso di malasanità in Sicilia. Una coppia di genitori denuncia i sanitari di una clinica dopo la morte del loro primo figlio. Per i coniugi il bambino sarebbe nato morto per la “negligenza di medici e infermieri” ma la clinica 'Candela' “esclude responsabilità medico-professionali”.

27 SET - La Procura di Palermo ha aperto un'inchiesta, mentre è stata disposta l'autopsia sul piccolo. La donna aveva chiesto il parto cesareo ma per la clinica non c'erano i presupposti per eseguirlo.
La ricostruzione. Samuela Lo Re, 29 anni era alla sua prima gravidanza e voleva partorire col cesareo. Ma secondo i medici della clinica privata ‘Candela’ non ce n´erano i presupposti: la gravidanza era stata normale e l´ultimo tracciato non evidenziava alcun problema. Così si è ritrovata in sala parto dopo ventiquattr´ore di travaglio. Ma il suo bimbo è nato morto. Sulla vicenda è stata aperta un´inchiesta della Procura per verificare quanto accaduto in una delle cliniche più rinomate di Palermo. Il marito della donna, Francesco Conigliaro, ha presentato un esposto ai carabinieri in cui afferma che le cause del decesso di suo figlio andrebbero ricercate nella “negligenza di medici e infermieri della clinica”. Diametralmente opposta la ricostruzione fatta dalla direzione della casa di cura, che in una nota ha sostenuto che “non c´era alcun presupposto che potesse indurre a eseguire il parto cesareo e che potesse giustificarlo, così come espressamente previsto nelle linee guida dell´Istituto superiore di Sanità”.

Il sostituto procuratore Maria Forti ha già disposto il sequestro di tutta la cartella clinica. Sarà l´autopsia a chiarire. “Vogliamo verità su quanto è accaduto - dice adesso la sorella di Samuela Lo Re, Erminia - il ricovero era avvenuto sabato mattina, intorno alle 7, poco dopo che si erano rotte le acque. Verso mezzanotte, mia sorella ha cominciato ad avere dolori e contrazioni molti forti. In clinica era presente solo il medico di guardia. Alle 2 è arrivata la ginecologa che l´ha seguita durante la gravidanza. Samuela ha chiesto che le venisse fatto il cesareo, ma le è stato risposto che senza una giusta causa si doveva procedere con il parto naturale”. Intorno alle 7 di domenica mattina la paziente è stata poi trasferita in sala parto. “Mio cognato - prosegue la donna - ha notato che nessun infermiere era presente in pianta stabile nella sala parto, medici e sanitari entravano e uscivano in continuazione”.
 
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27 settembre 2010
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