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UE. Passaporto professionale per facilitare lavoro all’estero


Nella risoluzione, approvata lo scorso 15 novembre dal Parlamento europeo, si è promossa l’adozione di un passaporto professionale facoltativo che renda più facile il lavoro all'estero, garantendo la qualità e la sicurezza delle prestazioni e delle qualifiche professionali.

23 NOV - Per rendere più semplice a medici, infermieri, dentisti e altri professionisti la possibilità di lavorare all'estero nell'UE e aumentare la flessibilità del mercato del lavoro è necessario che le loro qualifiche professionali siano riconosciute velocemente dagli altri Stati membri, senza però compromettere l'affidabilità e la sicurezza della loro prestazione. È quanto afferma una risoluzione approvata lo scorso martedì 15 novembre dal Parlamento europeo.
Velocizzare le procedure di riconoscimento delle qualifiche professionali, grazie a una forte semplificazione, è di “vitale importanza” per rispondere alla scarsità di occupazione di alcune regioni dell'UE. Allo stesso tempo, gli eurodeputati hanno sottolineato la necessità di un miglior scambio d'informazione fra le autorità nazionali sui professionisti sottoposti a provvedimenti disciplinari o di altro tipo.
Si stima che siano necessari 16 milioni di lavoratori per altrettanti lavori di altro profilo nell'UE entro il 2020 e tuttavia il sistema in vigore por il riconoscimento delle qualifiche professionali ottenute in un altro Stato membro è, secondo il Parlamento, lento e complicato.
La risoluzione non legislativa, preparata da Emma McClarkin (ECR, UK) espone in dettaglio le richieste del Parlamento alla Commissione, che dovrà presentare una proposta di modifica della Direttiva sulle qualifiche professionali del 1995.

Semplificare le procedure
Per semplificare le procedure, i deputati propongono di introdurre un passaporto professionale facoltativo per essere inseriti immediatamente nel già esistente Sistema d'informazione del mercato interno (IMI) che mette in collegamento le autorità pubbliche di tutta l'UE. I deputati chiedono anche una serie di linee guida per consigliare i candidati alla mobilità.

Garantire la sicurezza dei pazienti
I deputati avvertono che ci sono stati in passato problemi gravi legati alla possibilità di professionisti di continuare a esercitare in altri stati membri, anche in presenza di una sospensione dal lavoro nel proprio paese d'origine. Per assicurare la sicurezza dei cittadini si chiede la creazione di un meccanismo, all'interno dell'IMI, per avvertire i diversi Stati membri nel caso in cui ci sia un procedimento contro un determinato professionista in una qualsiasi nazione dell'Unione.

Secondo la risoluzione, inoltre, agli Stati membri dovrà anche essere consentito di testare la conoscenza della lingua dei medici per evitare che eventuali incomprensioni linguistiche fra colleghi e pazienti possano compromettere la diagnosi e le terapie.

Background
La direttiva in vigore, infine, prevede norme per circa 800 professioni regolate e assicura autolitico riconoscimento per 7 professioni: medici, dentisti, farmacisti, infermieri, chirurghi veterinari, architetti e ostetriche.

 

23 novembre 2011
© Riproduzione riservata

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