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Decreto Balduzzi. Palagiano (IdV): "Bene obiettivi, ma molte perplessità"


Il responsabile sanità dell'IdV condivide l'obiettivo di una sanità 'territoriale", ma esprime "perplessità" su "chi dovrà fornire le dotazioni tecnologiche" agli ambulatori e sulla mancanza di un "opportuno raccordo con le strutture ospedaliere". Dubbi anche sulle norme riguardanti la colpa medica.

27 AGO - “Il passaggio da un’organizzazione sanitaria 'ospedalocentrica' ad una 'territoriale', annunciata dal ministro Balduzzi, è un modello che da tempo viene portato avanti, in sede di dibattito politico, dall’Italia dei Valori e che ci vede quindi d'accordo in linea teorica. L’associazionismo tra medici di medicina generale, pediatri convenzionati e medici di guardia medica, infatti, può rappresentare una innovazione nell’ambito del nostro SSN, utile a garantire un’assistenza h24 e un decongestionamento dei pronto soccorso. Ma bisogna anche vigilare affinché non si traduca solo nello smantellamento dei presidi di guardia medica”. Così il responsabile sanità dell'Italia dei Valori e presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi sanitari regionali, Antonio Palagiano, commenta le anticipazioni della riforma sanitaria che il ministro della Salute sta mettendo a punto.

“Se il progetto, ancora su carta, andrà in porto – prosegue Palagiano - dovremmo assistere al sorgere di ambulatori e studi associati polifunzionali in cui il paziente, oltre a richiedere la prescrizione dei farmaci, potrà ricevere le prime cure mediche, ma potrà anche effettuare le prime indagini diagnostiche come la spirometria, l’ecografia, l’ECG. Restano perplessità, ad esempio in merito a chi dovrà fornire le dotazioni tecnologiche, inoltre non sembrerebbe previsto un opportuno raccordo con le strutture ospedaliere più vicine o di riferimento per ciascuna patologia. Non vorrei pertanto che al di là di tante solenni annunciazioni di fine estate il vero obiettivo della 'riformetta' sia lo smantellamento, senza clamori, dei presidi di guardia medica ai fini di una infinita spending-review e non il miglioramento dell’assistenza al cittadino”.

Sulle novità riguardo alle denunce per malpractice medica, dove si stabilisce che i sanitari, qualora abbiano svolto la loro attività attenendosi ai protocolli diagnostico-terapeutici, alle linee guida e alle buone pratiche, risponderanno dei danni solo in caso di dolo o colpa grave, Palagiano commenta: "Il tema della responsabilità dei medici nei casi di contenzioso giudiziario è stato rilanciato di recente proprio perché la situazione è diventata insostenibile. Le denunce sono in continuo aumento così come le speculazioni e di conseguenza l'aumento del prezzo delle polizze assicurative sanitarie. Cambiare qualcosa, dunque, è quanto mai urgente”. E tuttavia si dice "perplesso" rispetto al fatto che "l'osservazione pedissequa di un protocollo o delle linee guida possa scagionare il sanitario da altre responsabilità. Inoltre quali sono i confini tra colpa lieve e colpa grave? A chi verrà attribuito il sindacato del grado di colpa, e, quindi, se c'è responsabilità o meno del medico? Ha forse in mente il ministro di pubblicare un elenco tassativo dei gradi di colpa o la si lascia alla discrezionalità di un perito?”
 

27 agosto 2012
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