Le Regioni puntano il dito contro la burocrazia. A causa dei troppi "passaggi e adempimenti necessari", spesso le opere sanitarie legate all'ex articolo 20 - di riqualificazione strutturale - vengono rallentate. Accade così che nel mentre "le condizioni finanziarie cambiano", e quindi “spesso le Regioni devono fare istanza di rimodulazione dei progetti”.
A spiegarlo è Simone Bezzini (assessore Salute regione Toscana), davanti alla commissione Sanità e Lavoro del Senato, nel corso dell'audizione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome sul quadro complessivo dei sistemi di Welfare e di tutela della salute.
Alla luce di questo la Conferenza delle Regioni propone una serie di semplificazioni:
1) “semplificare percorso per evitare ridondanze”;
2) “escludere da questa procedura gli interventi sotto una certa soglia”, di preventivo costo dell’opera.
In questo modo si “velocizzerebbero le opere” facendo del bene all’intero sistema sanitario e alla sua organizzazione. Nel contempo è stata affrontata anche la questione delle opere legate al Pnrr sanità (Missione 6), che prevede investimenti su tecnologie e infrastrutture, ma sempre con il problema dei maggiori costi energetici e dei materiali. Per le Regioni, infatti, l’elemento più rilevante che “dobbiamo affrontare è il delta che si è determinato tra quanto iniziato l’iter e l’attuale fase”, perché negli ultimi due anni “ci sono stati gli aumenti dei costi”, per una serie di fattori, che non permettono di correggere il rapporto tra quanto finanziato e l’aggiornato ed effettivo costo di copertura finanziaria dell’opera.