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Manovra. La sanità esce indenne. Ma aumenterà l'addizionale Irpef regionale per finanziarla

di Eva Antoniotti

Varato il decreto legge con la manovra anti-crisi. "Decreto salva  Italia", l'ha definito Monti. Per la sanità c'è la conferma che i tagli non ci saranno. Ma per finanziarla è prevista una maggiorazione dell'addizionale Irpef regionale dallo 0,9 all'1,23%. Confermate invece le liberalizzazioni per le farmacie. I ministri Giarda e Passera rispondono alle domande di Quotidiano Sanità

04 DIC - Si è appena conclusa la conferenza stampa del Governo per la presentazione del decreto legge approvato questo pomeriggio dal Consiglio dei Ministri, contenente "disposizioni urgenti per l'equità, la crescita e il consolidamento dei conti pubblici" che Mario Monti presenterà lunedì alle 16 alla Camera e alle 18 al Senato (leggi il comunicato stampa di fine seduta).
 
Un "Decreto salva Italia", così l'ha voluto definire Monti, che contiene molte misure, sulle quali torneremo nel dettaglio domani. L'impatto complessivo sarà di 20 miliardi netti, per una manovra lorda complessiva di circa 30 miliardi. Di cui 12/13 miliardi di minori spese e 17/18 miliardi di maggiori entrate, tra tasse e patrimoniali (queste ultime passano dall'Ici alla tassazione di beni di lusso e delle somme oggetto dell'ultimo condono sul rientro dei capitali all'estero).
 
Nel corso della conferenza stampa, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, e il ministro per lo Sviluppo, Corrado Passera, hanno risposto a Quotidiano Sanità in merito alle misure sulla sanità e le farmacie.
In particolare, prendendo atto della decisione comunicata nel pomeriggio dalle Regioni di non intaccare il fondo sanitario 2012 e quindi di non anticipare di un anno le misure della manovra del luglio scorso, abbiamo chiesto chiarimenti riguardo all'annuncio di un aumento dell'Irpef a livello locale, proprio per evitare tagli alla sanità. E poi chiarimenti sul come si sostanzieranno gli interventi sulla liberalizzazione previsti per il settore delle farmacie. Ecco le risposte che ci hanno dato i due ministri:

Giarda: "Per la sanità niente tagli. Ma l'inizio di un nuovo sistema di finaziamento"
"La sanità - ci ha risposto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Guarda - è oggi finanziata prevalentemente, per quanto riguarda i tributi propri, con l'Irap. E poi c'è un'altra fonte di finanziamento, che è una addizionale proporzionale all'Irpef, che era fissata allo 0,9% del debito di imposta dei singoli contribuenti residenti nel territorio regionale. Ci siamo chiesti se sia utile e opportuno che il finanziamento della sanità si sposti gradualmente nel tempo dalla tassazione che è commisurata al reddito di impresa verso il reddito persone. Allora negli interventi c'è un po' di riduzione dell'Irap per quanto riguarda l'accesso al lavoro dei giovani e delle donne, e allo stesso tempo siamo andati nella direzione di aumentare la partecipazione della persona fisica al finanziamento della sanità alzando l'addizionale Irpef dallo 0,9 all'1,23%. Un piccolo primo passo. A volte con Passera ci siamo interrogati su come riteniamo giusto che sia finanziata la sanità. Abbiamo qualche idea su cui faremo ulteriori riflessioni. Insomma, non abbiamo finito di lavorare con l'intervento di oggi".

Passera: "Liberalizzazione fascia C con ricetta solo nei centri maggiori"
"Con l'intervento sulle farmacie - ci ha risposto il Ministro dello Sviluppo, Corrado Passera - si fa un passo avanti. La nostra proposta prevede che l'intera fascia C sia aperta alla concorrenza, naturalmente con tutte le cautele del caso: è previsto che siano comunque sempre presenti i farmacisti; riguarda solo i centri maggiori perché i centri minori, come servizio universale, vanno ancora maggiormente tutelati. C'è poi una certa apertura ulteriore in termini di numero di farmacie molto graduale. E un'apertura anche ai giovani farmacisti, cooperative o gruppi di farmacisti.
La fascia C è minore del totale del fatturato delle farmacie. La stragrande maggioranza è a regime amministrato e come tale non c'è ragione di aprirlo alla concorrenza. Quello invece dei farmaci non rimborsati dal Ssn pensiamo sia un'area che possa dar luogo a concorrenza e crescita. La già oggi parziale apertura non ha modificato in maniera così rilevante i volumi delle vecchie farmacie, mentre ha creato a favore dei consumatori una buona pressione sul prezzo".
 
Eva Antoniotti

04 dicembre 2011
© Riproduzione riservata

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