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Digitalizzazione e territorio, le nuove traiettorie della Commissione ECM. Confronto con Lorena Martini di Agenas

di Gloria Frezza

Con la direttrice UOC – Formazione ECM Agenas discutiamo delle frontiere della Commissione nella formazione digitale e multidisciplinare sul territorio. In agenda un confronto continuo con professionisti e provider all’insegna di due concetti: semplificazione e qualità.

27 GIU -

Come vivere professionalmente l’evoluzione della sanità territoriale e come gestire l’arrivo prepotente del digitale? Dopo l’annuncio del ministro della Salute Orazio Schillaci all’evento Cogeaps con Agenas “Prospettive e sfide dell’Ecm”, che ha finalmente fissato una data per l’inizio dei lavori della Commissione nazionale ECM, sono questi gli spunti nell’agenda dei membri. Lo ha confermato ai microfoni di Quotidiano Sanità la dottoressa Lorena Martini, Direttore UOC - Formazione ECM Agenas, che ha tracciato le prossime direzioni da prendere.

La formazione per gestire il territorio

Un grande cambiamento quello che attende la sanità e che andrà affrontato “non ognuno nella propria famiglia professionale – suggerisce Martini – ma tutti insieme, discutendo sulle competenze necessarie per stare all'interno delle strutture territoriali”. Il DM 77 e la riorganizzazione del territorio in case e ospedali della comunità sono già realtà, ma saranno i professionisti e le loro abilità a fare la differenza nel rendere questa novità utile e funzionale al cittadino.

“Credo che la formazione continua possa essere il luogo ideale dove formarsi insieme per poter lavorare insieme. Siamo fortemente convinti – specifica l’esperta – che il DM 77 sia anche un modello per lavorare insieme, perché per la prima volta c'è scritto in maniera molto chiara dell'importanza dell'equipe multidisciplinare”. La multidisciplinarietà è un intreccio di collaborazione tra più professioni e di competenze non più univoche ma integrate. Quell’approccio One Health che concepisce il cittadino come un sistema che va oltre la propria patologia e che dunque necessità di un’equipe di professionisti che sappia coglierne ogni aspetto.

La digitalizzazione

Per farlo, non può non essere centrale il dibattito sulla digitalizzazione che, con l’avvento dell’intelligenza artificiale, deve e può accelerare la sua applicazione in sanità. Cogeaps e Agenas, nelle persone del presidente Roberto Monaco e della dottoressa Lorenza Martini, hanno affrontato proprio questo argomento in un dibattito con il direttore QS Luciano Fassari.

Dal ministro Schillaci è arrivato l’invito ad accompagnare i professionisti sanitari di tutte le età nella formazione digitale che sarà imprescindibile con l’affermazione definitiva, tra gli altri, del Fascicolo Sanitario Elettronico. Martini ha ricordato quanto fatto in questi anni, “anche se in maniera verticale e non traversale”. Tanti corsi ECM dedicati a singoli aggiornamenti: cartella clinica elettronica, fascicolo sanitario o telemedicina per il post-Covid. “Credo invece sia necessario mettere insieme le diverse competenze necessarie per stare all'interno di questo processo chiamato digitalizzazione. Così come anche l'intelligenza artificiale, sicuramente anche su questo ci sarà un impegno molto importante, molto forte da parte della Commissione nazionale ECM”.

La Commissione andrà a rivedere anche le tipologie di formazione che hanno subito una decisiva accelerata durante la pandemia: quella a distanza (FAD) e quella ibrida, in formazione residenziale e videoconferenza. “Ma andare anche a capire – prosegue – e in qualche modo a fare un approfondimento su nuove tipologie di formazione che al momento il sistema non sa ma che sono sicuramente in procinto di nascere ed emergere: tra tutte la simulazione e il metaverso, con tutte le sue possibilità”.

Di fronte a strumenti così nuovi e straordinari, la formazione non potrà rimanere la stessa. I corsi e la fruizione dovranno evolversi insieme ai professionisti, per rimanere lo strumento utile che i numeri della pandemia hanno confermato essere.

“Questo triennio della nuova commissione, oltre a tutto questo che il ministro ci ha indicato, dovrà essere guidato da due parole – insiste Martini – semplificazione e qualità. Semplificazione perché abbiamo visto che l’ECM è un sistema complesso, importante, articolato. Qualità perché c'è bisogno di avere qualità nella formazione e, per fare questo, noi come Commissione dobbiamo definire obiettivi chiari che poi i diversi stakeholder, a partire dai provider, potranno tradurre in proposte di formazione”.

La nuova Commissione sarà, ancora una volta, al servizio dei professionisti. “Questo potrebbe, in qualche modo, anche tornare a motivare i professionisti perché se incontrano l'offerta rispetto alla domanda saranno sicuramente più motivati a partecipare perché sentiranno le proposte di formazione molto più vicine a quello che poi trovano nella loro realtà lavorativa”. Un obbiettivo, quello illustrato dalla dottoressa Martini, che guarda anche alla scadenza della proroga del triennio 20-22, il prossimo dicembre 2023 e ad evitarne le sanzioni. La proroga è stata promulgata a inizio anno per aiutare i professionisti a recuperare le situazioni formative non in linea, con la possibilità anche di integrare i trienni precedenti all’ultimo (14-16 e 17-19).

Il ruolo dei provider

Per farlo, lo ha confermato Martini, i provider avranno un ruolo centrale. “I provider sono un attore del sistema, sono coloro che erogano la formazione, - conclude – solo nel sistema nazionale i provider sono più di 1.100, quindi stiamo parlando di un numero importante di stakeholder che noi non lasciamo assolutamente fuori dalla porta: né i soggetti pubblici né i soggetti privati con cui vogliamo avviare sicuramente dei rapporti di collaborazione molto più stretta, molto più attiva. Soprattutto nell'ottica della qualità della Formazione che loro andranno a proporre per poi dare qualità a chi è per noi ultimo, ma ultimo non è nella catena, che è il nostro cittadino, la nostra persona, il nostro paziente”.

Gloria Frezza



27 giugno 2023
© Riproduzione riservata

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