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Investire sull’infermiere di comunità per valorizzare la professione

di Saverio Proia

È indubbio che come è stato opportunamente descritto nelle sue competenze e nella sua formazione nelle linee guida di Agenas siamo in presenza di uno degli incarichi di più elevata professionalità ed autonomia professionali attribuibili ad un infermiere.

21 SET - Sono quanto mai convinto che l’elaborazione dell’AGENAS sulle linee di indirizzo per l’attivazione dell’infermiere di famiglia e di comunità, precedute dalla recedente delibera della Regione del Veneto, oltre che a dar corso a quanto la normativa in fieri prevede, costituisce una indiscutibile e strategica svolta in grado di avere la potenzialità positiva per la ricostruzione di una sanità territoriale che sia in grado di rispondere ai bisogni di salute in particolare a quelli derivanti dal mutato quadro epidemiologico e demografico del Paese in grado di ridare fiducia e speranza ai cittadini che si rivolgono ai servizi e presidi distrettuali.

Certamente, però, dalla potenzialità ci sarà necessità di passare, con tutta la gradualità necessaria, alla piena attuazione di quanto previsto al fine di offrire il massimo di risposta positiva alla domanda di salute attraverso l’adeguata formazione post laurea in infermieristica di famiglia e comunità con l’affidamento del conseguente incarico di media o meglio, elevata professionalità come giustamente prevede il vigente CCNL per questa fattispecie di professionalità infermieristica quale diversa, più complessa e specialistica funzione rispetto alle competenze del profilo di base: non vogliano le Aziende sanitarie avvalersi di tali professionisti innovativi nell’organizzazione del lavoro, a costo zero, spero anzi qui siamo in presenza di un imponente investimento professionale in grado di qualificare la spesa sanitaria e contemporaneamente migliorare lo stato di salute con un enorme beneficio per l’economia sia del SSN che dello Stato e per una migliore tenuta sociale.

L’investimento sull’infermiere di famiglia e di comunità, se ben valorizzato e pubblicizzato, potrà a contribuire in maniera notevole e determinante nel complesso se non complicato processo in atto di valorizzazione della professione infermieristica per renderla di nuovo appetibile alle nuove generazioni e per non dico di fermare ma almeno drenare l’emigrazione dei nostri ottimi infermieri in altri Stati: è indubbio che come è stato opportunamente descritto nelle sue competenze e nella sua formazione nelle linee guida di AGENAS siamo in presenza di uno degli incarichi di più elevata professionalità ed autonomia professionali attribuibili ad un infermiere.

Sull’infermiere di famiglia e di comunità sono intervenuto più volte in questa testata online (qui e ancora qui) fa certamente piacere che qualche volta le idee e gli auspici si concretizzino in indicazioni normative….certo analogo impegno sarebbe opportuno profonderlo per le altre componenti professionali dell’equipe “di famiglia e di comunità” distrettuale, psicologi, assistenti sociali, fisioterapisti, ostetriche …nella corretta visione interdisciplinare e interprofessionale senza la quale l’obiettivo di promuovere e realizzare il diritto alla salute individuale e collettiva non si può realizzare affatto.

Saverio Proia

21 settembre 2023
© Riproduzione riservata

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