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Laboratori d'analisi. La rivolta dei "piccoli". "Con questi tagli la sanità in mano a pochi grandi imprenditori"

di Giovanni Rodriquez

In attuazione della spending review, le tariffe delle prestazioni ambulatoriali sono state dimezzate. Per il presidente dell'Associazione Realtà Biomedica Paolo Madonna la situazione è insostenibile e porterà alla chiusura di centinaia di piccoli laboratori in favore di pochi grandi centri. Manifestazione nazionale a Roma.

08 OTT - Rischio chiusura per centinaia di piccoli laboratori analisi. “Le tariffe delle prestazioni ambulatoriali sono state abbassate quasi del 50%. Non si può andare avanti così. In questo modo non si arriva a coprire neppure i costi che le nostre strutture sostengono per effettuare un servizio qualitativo di alto livello. Ma la cosa più grave è che non c’è stata nessuna trattativa con lo Stato, non si è mai intavolato nessun abbozzo di concertazione, si è deciso unilateralmente di dimezzare le tariffe delle prestazioni ambulatoriali mettendoci in gravissime difficoltà”. Così Paolo Madonna, presidente dell’Associazione Realtà Biomedica, ha spiegato la situazione venutasi a verificare dopo l’applicazione della spending review, alla vigilia dell’Assemblea nazionale dei laboratoristi che si svolgerà domani a Roma.

“In questo modo peggiora anche la tutela al cittadino. L’unico guadagno arriverà per la grande distribuzione che riuscirà a fagocitare tutte quelle piccole strutture a cui viene di fatto impedita la sopravvivenza - ha detto Madonna - In questo modo, il rischio concreto, è che le Regioni si consegnino nelle mani di pochi grandi operatori”. Le realtà più piccole verranno infatti convertite in punti prelievo. “Ma non sarà più la stessa cosa - ha precisato - Si tratta di fatto di un declassamento con ripercussioni anche a livello occupazionale. Anche gli stessi cittadini che potevano rivolgersi con facilità al laboratorio di zona saranno costretti o a spostarsi verso centri più grandi o, nel caso dei punti prelievo, a dover attendere molto più a lungo i referti”.

Questo dimezzando delle tariffe, per il presidente di Realtà Biomedica, è stato “studiato con l’intento di creare una situazione tale da poter determinare, nel giro di pochi anni, la chiusura delle strutture più piccole, favorendo la creazione di un sistema sanitario sempre più privatizzato in mano a pochi grandi imprenditori. Tutto questo sta avvenendo , ci tengo a sottolinearlo, senza alcun risparmio da parte delle Regioni”.

“L’assurdo - ha concluso Madonna - è che noi potremmo invece rappresentare una soluzione per i problemi di intasamento che affliggono da anni i Pronto Soccorso degli ospedali: ad esempio, potrebbero riconoscerci la possibilità di fare analisi per 12 ore al giorno e non solo per mezza giornata come avviene oggi . Basterebbe una convenzione con i medici di base per decongestionare gli ospedali e far evitare lunghe liste d’attesa ai cittadini che potrebbero ricevere in breve tempo risposte sul territorio”. 
 
Giovanni Rodriquez

08 ottobre 2013
© Riproduzione riservata

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