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Terapie intensive pediatriche. In Italia 26 reparti, solo 4 quelli al Sud


Ogni anno vengono ricoverati in TIP oltre 8500 bambini critici. Da un’analisi è emerso che questa popolazione rappresenta solo il 50% dei bambini realmente ricoverati. Un grosso numero è ricoverato in strutture dell’adulto. E' quanto emerso nel secondo report sull'attività della rete Tipnet presentato nel corso del 13° Congresso Sarnepi a Roma.

16 NOV - In Italia continua a registrarsi una distribuzione disomogenea dei centri dotati di terapia intensiva pediatrica lungo la penisola con una buona presenza al centro nord ed una presenza insufficiente al sud e sulle isole. Su 26 terapie intensive pediatriche, 13 sono al nord, 9 al centro, 4 al sud. Non sono aumentati negli anni i letti dedicati alle cure intensive, in controtendenza con quanto è accaduto in altri paesi europei e nord America. Ogni anno in Italia vengono ricoverati in Terapia Intensiva Pediatrica oltre 8500 bambini critici di età compresa tra 0 e 18 anni per cure intensive mediche, post chirurgiche e traumi. Da un’analisi effettuata comparando i dati nazionali Iss sui ricoveri ospedalieri italiani dei bambini sottoposti a ventilazione meccanica è emerso che questa popolazione rappresenta solo il 50% dei bambini realmente ricoverati in ospedale e ancora oggi un grosso numero di bambini è ricoverato in strutture dell’adulto.
Questi alcuni dei dati emersi nel secondo report sulla attività delle Rete delle Terapie Intensive Pediatriche Italiane (rete Tipnet) presentato al 13° Congresso Sarnepi che si chiude oggi a Roma.

Compito del network nazionale Tipnet è di raccogliere in modo omogeneo e standardizzato la casistica dei diversi reparti di TIP per consentire analisi epidemiologiche quantitative e qualitative, valutazioni comparative (benchmarketing), stesura di protocolli clinici e di ricerca comuni. Ad oggi esistono al mondo solo cinque grossi network pediatrici tra cui quello italiano. Tipnet, promosso dalla Sarnepi nel 2010, è stato sviluppato insieme al consorzio interuniversitario Cineca. E’ un sistema web-based dotato di tutte le certificazioni per la conservazione e la protezione dei dati oltre che del rispetto della normativa sulla privacy. I dati raccolti riguardano le caratteristiche del paziente all’ingresso in terapia intensiva, la gravità attraverso il calcolo del rischio di morte con un punteggio dedicato il Pediatric Index of Mortality (PIM), le procedure eseguite durante il ricovero e l’esito alla dimissione dalla terapia intensiva.
 
Al network partecipano 17 rianimazioni e ad oggi sono stati raccolti i dati di circa 10000 pazienti pediatrici critici. I bambini ricoverati in terapia intensiva pediatrica sono prevalentemente di sesso maschile (56.6%) nella fascia di età 0-4 anni (70.0%), ricoverati per il 50% per motivi medici, per il 45% per cure post chirurgiche e per il 5% per trauma comprendendo anche gli incidenti quali ingestioni accidentali, ustioni, annegamenti ecc. Il motivo più frequente di ricovero tra i pazienti medici è l’insufficienza respiratoria: circa un bambino su due entra in TIP per necessità di assistenza ventilatoria. La mortalità nelle TIP è 4.3%, in linea con la mortalità riportata nelle TIP di altri paesi occidentali e soprattutto molto più bassa della mortalità riportata nei bambini ricoverati impropriamente nelle terapie intensive per adulti. Se standardizziamo la mortalità osservata per quella attesa stimata dal punteggio di gravità all’ingresso (le condizioni del bambino nella prima ora di ricovero in terapia intensiva) otteniamo un rapporto di 0.91 cioè muoiono meno bambini di quelli stimati dal punteggio di gravità.
L’altro dato rilevante che risulta dal confronto dei dati nei vari anni riguarda il costante aumento dei ricoveri di bambini con grave malattia cronica.

Ad oggi, circa il 49% dei bambini ricoverati presenta una patologia cronica di cui oltre la metà è rappresentata da malattie neuromuscolari, un quinto da patologia respiratoria, 10% da malattia onco-ematologica. Molte di queste malattie sono esiti in grave prematurità alla nascita, neonati sopravvissuti ma con gravi danni neurologici. I bambini con malattia cronica severa sono bambini che hanno spesso necessità di ricoveri ripetuti nel tempo, gravati da mortalità più alta rispetto a bambini sani con malattie acute (6.5% vs 2.8% rispettivamente per il cronico e l’acuto sano). Questo aspetto riveste grossa importanza in un’ottica di programmazione sanitaria sia per quanto riguarda la disponibilità di posti letto che per quanto riguarda i costi. Questi bambini infatti hanno in media una degenza in terapia intensiva che è molto più lunga dei bambini acuti senza patologia cronica (8 vs 5 giorni) e sono bambini che ricevono più procedure durante il ricovero e per più tempo: basti pensare che la ventilazione meccanica nei bambini cronici ha una durata media di 7 giorni contro i 3.5 giorni degli altri.

Nella conclusione i relatori del report hanno sostenuto che la programmazione sanitaria non può non tener conto delle problematiche del bambino in condizioni gravi. Anche per le aree critiche va prevista una offerta omogenea su tutto il territorio nazionale, i bambini e gli adolescenti vanno ricoverati in reparti intensivi pediatrici, vanno individuati e sostenuti Centri di III livello pediatrici, create Reti regionali con Hub e Spoke, va limitata la mobilità interregionale e sostenute sistemi di trasporto adeguati per i bambini. 

16 novembre 2013
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