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Mezzo milione di italiani rinuncia al dentista per colpa della crisi. E la spesa cala del 30%


I numeri divulgati durante il 61° congresso dell’Andi. Il calo è più netto al Sud, dove in media le famiglie nel 2011 spendevano 137 euro in meno rispetto al 2007, e al Nord -Ovest, con una diminuzione media di 124 euro. Tengono Nord-Est e Centro. Torna di moda la dentiera. Il numero degli abusivi si aggira intorno ai 10-15 mila. IL REPORT.

15 NOV - Con la crisi non si va più dal dentista. Sembra essere questa la fotografia scattata dall’Associazione nazionale dentisti italiani (Andi) nel corso del 61° congresso scientifico nazionale in corso di svolgimento a Roma. E i numeri del report su “La cura dei denti in tempo di crisi: spendere bene investendo in salute” sono lì a testimoniare il minor ricorso al dentista. Minor reddito, minori consumi e minore spesa sono fenomeni oggettivi presenti ancora oggi, nel 2013. Anche in un quadro futuro di migliori prospettive il cambiamento è ormai strutturale e ci vorranno molti anni prima di ripristinare il livello dei redditi e dei consumi precedenti la crisi. Si può tranquillamente affermare che le famiglie non hanno avuto in questi ultimi anni e non hanno oggi sufficienti risorse per pagarsi il dentista. Il dato economico si sovrappone a un dato culturale: gli italiani tendono (in maggior percentuale che in altri Paesi) a non stimare mediamente gravi le loro condizioni dentali e non sono soliti andare dal dentista per controlli e per prevenzione. Nel tempo la minor domanda porterà ad un peggioramento della salute orale
 
Secondo Andi, per colpa della crisi, mezzo milione di famiglie italiane dal 2007 al 2012 ha rinunciato al dentista, anche in presenza di serie patologi. Se in questi 5 anni il numero di famiglie è cresciuto del 6,3%, quelle che hanno effettuato una terapia odontoiatrica sono calate del 2,8%. La spesa media mensile di tutte le famiglie per il dentista si è ridotta del 30,5%.
 
“Sulla salute dentale - ha spiegato il presidente dell'Andi,Gianfranco Prada - non bisogna abbassare la guardia, ricordando che il rinvio delle cure spesso porta a spese ancora maggiori in seguito. Anche in questo settore prevenire è uguale a risparmiare”.
 
 
La crisi morde più al Sud
Secondo i numeri presentati, il calo è più netto al Sud, dove in media le famiglie nel 2011 spendevano 137 euro in meno rispetto al 2007, e al Nord -Ovest, dove il calo è risultato di 124 euro, mentre 'tengono' Nord-Est e Centro.
 
In crescita l’uso della dentiera
Da notare come con la crisi economica che grava sulle famiglie si risparmia su tutto, compresa la salute dei denti, al punto che si preferisce ricorrere alla obsoleta dentiera piuttosto che a interventi più moderni ma costosi.“Sempre di più il paziente si accontenta della dentiera, più economica rispetto ad altre soluzioni avanzate - sottolinea il responsabile del Servizio Studi dell'Andi Roberto Callioni - e la percentuale di persone che nel 2011 hanno rinunciato alle cure odontoiatriche per ragioni economiche è stata dell'8,9%”. 
“La ricerca del Servizio studi ANDI – ha specificato Callioni - ha riaffermato la validità di riabilitazioni odontoprotesiche a mezzo di protesi amovibili per protesi parziali e totali, non solo in funzione della crisi economica che sfavorisce riabilitazioni implantoprotesiche molto più onerose ma anche, con il progressivo allungamento della vita media riabilitazioni di più facile esecuzione e con una tempistica di realizzazione più confacente ai bisogni pazienti”.
Secondo la ricerca presentata dal Servizio Studi ANDI intervistando 1002 dentisti italiani rappresentativi della professione evidenza che 39% dei dentisti ha registrato un andamento costante rispetto agli altri anni nella prescrizione di protesi rimovibile (dentiere e protesi parziali), il 27% hanno registrato un incremento mentre il 19% ha registrato un calo di realizzazione negli ultimi 5 anni, anche questo un segno della crisi. Vedi Focus ad hoc.
 
 
Abusivi a quota 10-15 mila
Inoltre sono tra 10.000 e 15.000 gli studi dentistici abusivi in Italia, un numero alimentato anche dalla crisi, che spinge i pazienti a cercare i costi più basso possibile. Secondo uno studio il 75% di un campione rappresentativo di italiani pensa di saper riconoscere un dentista abusivo, mentre il 55,8% pensa che chi va dai dentisti abusivi lo faccia per risparmiare. Questo piccolo esercito si aggiunge a quello degli oltre 58.000 dentisti abilitati, un numero considerato eccessivo dagli stessi esperti dell’Andi. In Italia c’è un dentista ogni mille abitanti circa, mentre il rapporto ottimale sarebbe uno ogni 2.000
 
In calo il fatturato proveniente dalle famiglie
Il fatturato dei dentisti proveniente dalle famiglie è calato passando da 6,7 miliardi circa di euro ai 4,9 del 2012. In Italia nel 2012 operavano 58.203 odontoiatri, in media 1 per ogni 1042 abitanti. I dentisti lavorano, stando al Report di ANDI, per 45 settimane l'anno, 5 giorni settimanali e poco più di 7 ore al giorno. Ma nel settore pubblico c'è un livello bassissimo di produttività: appena 3 ore al giorno! Secondo il sondaggio campionario realizzato da ANDI, il 41 per cento degli odontoiatri ha dichiarato che il fatturato del 2011 è stato inferiore a quello del 2010, mentre il 58,2 per cento ha dichiarato analogo calo fra il 2012 e il 2011, dipeso in larga misura dalla diminuzione delle tariffe. In sostanza: minori consumi, minore spesa e quindi minori entrate. Nonostante ciò, il livello di fiducia della popolazione verso i dentisti rimane molto alto.
 
Nove italiani su dieci hanno fiducia nel loro dentista
Nel 2012 ANDI ha commissionato all'Ispo un sondaggio di opinione: il 2012 è stato un anno di crisi e, in linea teorica, l'opinione dei pazienti avrebbe potuto risentirne. I dati invece mostrano il contrario: il 96 per cento del campione ha dichiarato di rivolgersi sempre allo stesso dentista, non esiste cioè quella rotazione, ovvero il cambio di dentista, che avrebbe potuto celare insoddisfazione. Nove italiani su dieci hanno fiducia nel loro dentista e il dentista è la figura professionale che riscuote maggiore fiducia rispetto ad altri professionisti. Inoltre l'89 per cento del campione preferisce dentisti che operano in uno studio privato.
 
La salute orale è simile a quella degli altri Paesi Ue
Infine la salute orale della popolazione, che risulta tendenzialmente simile a quella degli altri Paesi europei, seppur leggermente inferiore. Il Dmft (Decayed missing or filled teeth) è l'indicatore che fotografa la salute della bocca all'età di 12 anni: ebbene, per quanto riguarda gli italiani, questo indicatore è diminuito (da 6,09 nel 1979 a 1,01 nel 2004, ultimo dato disponibile), e ciò dimostra complessivamente il miglioramento della salute orale degli italiani (di fatto oggi si conta nella popolazione di 12 anni solo 1 dente caduto, mancante o sostituito), anche se la percentuale di persone che dichiara di essere andata dal dentista negli ultimi dodici mesi in Italia (52 per cento) si trova in posizione di poco inferiore alla media degli altri Paesi europei (il che dimostra che noi italiani non siamo assidui nel seguire le indicazioni dei dentisti). Un dato interessante è però quello relativo alla percentuale di pazienti che non è andata dal dentista: il 50 per cento ha motivato ciò perché riteneva di non avere gravi problemi dentali, mentre solo il 16 per cento perché non poteva permettersi di pagare il costo delle cure.

15 novembre 2013
© Riproduzione riservata

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