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Le doula replicano alle ostetriche: “Da noi nessun abusivismo della professione”


Un “equivoco” perché, “come specificato nella nostra carta etica, il nostro ruolo non ha nulla a che vedere con la professione medica delle ostetriche”. Così la consigliera e portavoce dell’Associazione Eco mondo doula, Federica Aicardi, replica alla presidente del Collegio delle ostetriche di Torino, Sara Cantoira, che dalle pagine del nostro giornale annunciava un esposto alla Procura contro la figura professionale della “doula”.

16 MAR - Dopo l’intervista alla presidente del Collegio delle ostetriche di Torino, Sara Cantoira, Quotidiano Sanità raccoglie la replica delle doula. Che rimandano al mittente l’accusa di esercizio abusivo della professione ostetrica. “Le competenze delle ostetriche e delle doula sono completamente diverse, non c’è sovrapposizione”, afferma la consigliera e portavoce dell’Associazione “Eco mondo doula”, Federica Aicardi, specificando che, fuori dall’Italia, le due figure professionali non sono antagoniste ma collaborano per il bene della donna.
Il termine doula, ricordiamo, è greco e all’origine indica la “schiava della donna”, ovvero la persona di servizio specificamente incaricata di occuparsi dei bisogni femminili della padrona di casa.

Dottoressa Aicardi, può spiegarci cos’è una “doula” e quali sono le sue competenze professionali?
La figura della “doula” non è ancora riconosciuta dallo Stato italiano. In Italia nasce 4 anni fa con la presidente della nostra associazione, Emanuela Geraci, ed una sua amica ostetrica. Insieme hanno iniziato a fare formazione anche nel nostro Paese. C’è infatti da dire che la professione della “doula” è presente nel resto d’Europa e negli Stati Uniti da oltre 30 anni. In Inghilterra, ad esempio, le “doule” e le ostetriche sono confederate nella stessa associazione, lavorano insieme, in parallelo. Le loro competenze sono completamente diverse, non c’è sovrapposizione.

Quali sono dunque i ruoli svolti dalla “doula”?
Soprattutto in Italia, dove le ostetriche sono tendenzialmente ospedaliere, e quindi poco presenti sul territorio, la “doula” offre un servizio di accompagnamento emotivo alla mamma. Può ad esempio organizzare incontri tra neomamme per farle condividere esperienze, o magari può aiutare a tenere il bambino la notte facendola riposare. Soprattutto nel post partum, poi, sopperisce alla mancanza di assistenza da parte delle ostetriche sul territorio, seguendo le neomamme dal punto di vista emotivo, relazionale e psicologico in un momento delicato in cui è alto il rischio di depressione. La “doula” non darà mai consulenze di tipo medico o tecnico, ma offre il suo contributo dal punto di vista organizzativo. In caso ad esempio di problemi di allattamento, potrà indirizzare ed accompagnare la mamma presso la Asl più vicina che organizza supporto all’allattamento.

Come si svolge attualmente la vostra formazione professionale in Italia?
Ci sono due scuole per le “doule” al momento. Una si svolge a domicilio, nel caso di richiesta da parte di un certo numero di persone. È organizzata in sei week end in cui si fa formazione sul pre-parto e sul parto, più altri due dedicati alla fase post partum.
L’altra è invece la scuola di “Piccoli passi” che svolge i suoi corsi a Milano.

Da un punto di vista economico, quanto vengono a costare i vostri servizi?
Il prezzo è molto variabile, a seconda delle richieste della mamma. Mediamente si aggira tra le 10 e le 20 euro l’ora. In caso di richieste di aiuto per un periodo prolungato si concorda invece un prezzo “forfetario”.
 
G.R.

16 marzo 2011
© Riproduzione riservata

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