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Odontoiatria. Assistenti di studio: “Necessario un salto culturale che coinvolga medici, igienisti e assistenti”


Nel corso del terzo Congresso Nazionale del Sindacato italiano assistenti di studio odontoiatrico, che si è svolto in Regione Lombardia, la Presidente del Cenacolo Odontostomatologico Milanese Federica Demarosi ha osservato che “anche nel pubblico, insomma, c’è bisogno di specialisti, per cui anche nelle strutture pubbliche vanno inserite Aso certificate e igienisti”.

25 NOV - Un focus sul riconoscimento della professione dell’assistente di studio odontoiatrico, il cui iter legislativo, nel più vasto ambito del riordino delle professioni sanitarie, è ora ripreso dopo essere rimasto fermo per 12 anni in Parlamento. E’ stato questo l’asse portante del terzo Congresso Nazionale del Siaso (Sindacato italiano assistenti di studio odontoiatrico) che si è svolto a Milano presso Palazzo Pirelli, sede della Regione Lombardia.

Intervenuta come relatrice, Federica Demarosi, Presidente del Cenacolo Odontostomatologico Milanese, ha espresso una lunga serie di considerazioni sul presente e sul futuro della professione odontoiatrica. “Se il nostro obiettivo primario di odontoiatri è di produrre salute, e lo è, allora ben venga una legge inclusiva che ci aiuti a concretizzare quello che, come Cenacolo, non solo a Milano ma in tutta Italia da tanto tempo abbiamo definito, ossia il concetto di ‘team odontoiatrico, di cui tutti gli operatori degli studi dentistici fanno parte con pari dignità: odontoiatri, igienisti, assistenti”.

Per Demarosi “il lavoro dell’odontoiatra è a quattro mani, diversamente da quello di altri operatori sanitari o parasanitari (dermatologi, otorini, oculisti), che lavorano da soli. Per noi è impossibile eseguire prestazioni di qualità senza l’aiuto di un assistente. Quattro mani e quattro occhi, dunque. Ma anche, attenzione, due bocche: come odontoiatri dobbiamo non solo curare i pazienti, ma soprattutto educarli alla salute orale. Dobbiamo insegnare loro a lavarsi i denti (perché solo con una pulizia costante e accurata non li perderanno), informarli sui danni del fumo, illustrare loro le relazioni tra il cavo orale e certe patologie cardiovascolari o malattie croniche come il diabete”.

Priorità ineludibile risiede nella capacità di “ trasmettere salute, consapevoli che la comunicazione è oggi la metà del lavoro di un buon odontoiatra, il quale però può non avere tempo, e allora ecco l’importanza dell’assistente, aiuto fondamentale in senso professionale, umano e persino economico (nel senso che fa risparmiare denaro, non solo tempo)”.

L’odontoiatria italiana, ha osservato,” è al 90% in mano ai privati, è risaputo. Esiste però anche una piccola (10%) odontoiatria pubblica, che assorbe molte risorse per la cura delle patologie. Ebbene, penso che il ministero dovrebbe investire anche nella prevenzione. Basterebbe fare campagne semplici e chiare, per indurre la gente a lavarsi i denti, sic et simpliciter. È questo, il messaggio che conta. Il problema è che la figura dell’assistente, nell’odontoiatria pubblica, è rivestita dagli infermieri, i quali collaborano con specialisti delle branche più disparate e non sono allenati alle specificità del lavoro odontoiatrico. Pure nel pubblico, insomma, c’è bisogno di specialisti, per cui anche nelle strutture pubbliche vanno inserite ASO certificate e igienisti”.

Al convegno partecipavano anche la Senatrice Emilia Grazia De Biasi, Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, e il Consigliere regionale Carlo Borghetti, che ha ricordato come la Regione Lombardia sia propositiva a livello nazionale avendo inserito nell’art. 18 par. 3 lett. C del disegno di legge di riordino complessivo del sistema sanitario lombardo la figura dell’assistente di studio odontoiatrico.

25 novembre 2015
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