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Piano nazionale Cronicità. Testa (Snami): “Rischio flop senza coinvolgimento dei sindacati”


Le critiche del sindacato autonomo dei medici di famiglia al Piano appena trasmesso dal Ministero alla Stato-Regioni. "Non vorremmo che facesse il paio negativamente con l’iter che ha contraddistinto il famigerato decreto taglia esami, sempre vivo e vegeto, che ancora oggi Medici e pazienti subiscono al di là di smentite televisive e messaggi fuorvianti".

25 LUG - Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni il Piano nazionale cronità per la gestione delle cronicità per contrastare molte patologie croniche non solo in termini di prevenzione, ma anche di miglioramento del percorso assistenziale della persona, riducendo il peso clinico, sociale ed economico della malattia.
"Di buone intenzioni sono lastricate le vie dell’inferno", dice Angelo Testa, presidente nazionale dello Snami, in riferimento al Piano nazionale cronicità trasmesso la scorsa settimana alla Conferenza Stato-Regioni dal Ministro Lorenzin.
 
"Non vorremmo però che il tutto facesse il paio negativamente con l’iter che ha contraddistinto il famigerato decreto taglia esami, sempre vivo e vegeto, che ancora oggi Medici e pazienti subiscono negativamente al di là di  smentite televisive e messaggi fuorvianti", sottoliea Testa.
 
Che aggiune, "nonostante si tratti di momenti fondamentalmente differenti e che le regioni interverranno successivamente nella rimodulazione ed applicazione, non ci piace il mancato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali che, oltre a rappresentare la medicina generale, conoscono bene le dinamiche del territorio".
 
Una mancanza, spiega ancora il sindacalista, che non è attenuata "dal fatto di aver sentito una società scientifica", scelta "assolutamente non condivisibile" e frutto "dei soliti percorsi unilaterali e calati dall’alto".
 
E il segretario Snami fa un esempio, quello che porterebbe alla definizione del Piano assistenziale individualizzato (PAI) da parte del medico specialista al quale, pur se in condivisone con il mmg o il pediatra, andrebbe l’effettiva responsabilità della cura. Una scelta, dice Testa, che "oltre a essere indice  di scarsa conoscenza delle cure territoriali, èla cartina di tornasole, per l’ennesima volta, di  una ministra che non amando il confronto continua a collezionare flop".
 
Lorenzo Proia

25 luglio 2016
© Riproduzione riservata

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