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E se facessimo un DM 72 su modelli e standard per la attività epidemiologica nel Ssn?

di Claudio Maria Maffei

04 MAR - Gentile Direttore,
con il nuovo Decreto in corso di approvazione su "Modelli e standard per lo sviluppo dell’Assistenza Territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale" (il cosidddetto DM 71) e con la prossima (speriamo) approvazione della versione rivista del DM 70/2015  sul “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera” dovremmo avere tutti gli elementi regolamentari e programmatori di riferimento per la declinazione a livello regionale dei progetti del PNRR.
 
In questo stesso periodo partono a livello regionale anche i progetti del Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025e le iniziative per aggiornare per aggiornare il Piano pandemico influenzale 2021-2023in modo da fronteggiare la evoluzione  dell’attuale pandemia o la eventuale comparsa di nuove emergenze epidemiche.
 
Questo quadro definisce bene quella situazione di cantiere aperto che dovrebbe caratterizzare on questa fase tutti i Servizi Sanitari Regionali e il Servizio Sanitario Nazionale nel suo complesso. Un cantiere in cui gli interventi strutturali del PNRR vanno accompagnati da un ridisegno complessivo della rete dei servizi sia territoriali (e quindi del Distretto e de Dipartimenti di Prevenzione) che ospedalieri. Tutta questa attività richiede una rete che supporti tutte le progettualità dalla fase di elaborazione fino a quella di monitoraggio: la rete epidemiologica, la rete che non c’è.
 
E’ facile ricavare da ognuno degli atti/documenti citati in precedenza il riferimento ad un supporto di tipo epidemiologico. Mi limito ad alcuni estratti:
 
· il DM 71 afferma che la conoscenza del profilo epidemiologico e degli indicatori correlati con i bisogni e gli esiti di salute della popolazione assistita costituiscono un aspetto fondamentale nell’ambito del sistema di governo distrettuale. Lo sviluppo e l’implementazione di sistemi di misurazione e stratificazione della popolazione sulla base del rischio andranno, a costituire ed alimentare una piattaforma che contiene informazioni sulle caratteristiche della popolazione assistita in un determinato territorio, sulla prevalenza di patologie croniche, sulla popolazione fragile. Se non è epidemiologia questa;
 
· il nuovo DM 70 nella versione che sta circolando prevede che la valutazione del provvedimento e il monitoraggio della sua attuazione, citati in uno specifico paragrafo che non era previsto nel vecchio DM, verranno fatti da due Tavoli e un Comitato ministeriali con cui le Regioni dovranno interfacciarsi necessariamente avvalendosi di una competenza epidemiologica. Inoltre prevede un significativo incremento degli interventi previsti per la valutazione e il miglioramento continuo delle attività cliniche che prevedono in più ad esempio l’audit annuale dei dati del Programma Nazionale Esiti sulla struttura e la misurazione delle casistiche individuali per lo sviluppo della competenza clinica (interventi tipicamente di natura epidemiologica);
 
· il PNRR prevede il rafforzamento del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS), ovvero dell’infrastruttura e degli strumenti di analisi del Ministero della salute per il monitoraggio dei LEA e la programmazione di servizi di assistenza sanitaria alla popolazione che siano in linea con i bisogni, l’evoluzione della struttura demografica della popolazione, i trend e il quadro epidemiologico. E qui c’è l’assist alla epidemiologia: un più attento e completo monitoraggio dei bisogni sanitari può infatti trasformarsi in un utile strumento per la quantificazione e qualificazione dell’offerta sanitaria;
 
· il Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 considera uno strumento tipicamente epidemiologico, il profilo di salute ed equità della comunità, come  il punto di partenza per la condivisione con la comunità e l’identificazione di obiettivi, priorità e azioni sui quali attivare le risorse della prevenzione e al tempo stesso misurare i cambiamenti del contesto e dello stato di salute, confrontare l’offerta dei servizi con i bisogni della popolazione, monitorando e valutando lo stato di avanzamento nonché l’efficacia delle azioni messe in campo;
 
· il Piano Pandemico Influenzale è ovviamente pieno di riferimenti alle attività di sorveglianza e analisi epidemiologica.
 
Va da sé che il ruolo della funzione epidemiologica non si esaurisce nel supporto alle progettualità di sistema prese qui in considerazione estendosi a moltissimi altri campi d’azione, come facilmente ricavabile dai documenti della Associazione Italiana di Epidemiologia.  Questone è un recente esempio.
 
Io ho voluto ricordare qui come la funzione epidemiologica abbia un ruolo strategico in questa fase della vita del nostro SSN, talmente strategico da richiedere a mio parere un Decreto ad hoc che garantisca al riguardo un modello di riferimento comune a tutte le Regioni italiane e definisca anche la struttura del riferimento centrale. Ci sono infatti due rischi che vanno contrastati:
 
· la tendenza delle Regioni a regolarsi da sole in modo da avere più controllo su una funzione per sua natura valutativa e quindi critica;
 
· la previsione nel PNRR  della costruzione di uno strumento complesso di simulazione e predizione di scenari a medio lungo termine del SSN che rimanda ad un visione “centralista”  della epidemiologia per ora poco chiara e sotto traccia, ma potenzialmente pericolosa.
 
Claudio Maria Maffei

04 marzo 2022
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