Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Sabato 27 APRILE 2024
Lettere al direttore
segui quotidianosanita.it

La rivoluzione di “abbandono” dei medici

di Ornella Mancin

07 SET -

Gentile Direttore,
tra una apparizione in  Tik-Tok, un video messaggio in  facebook  e un passaggio in TV arranca una campagna elettorale povera di idee e di proposte, dove la sanità brilla per la sua assenza. Qualche accenno, qualche slogan, quasi nessuna progettualità.  Dopo due anni e mezzo di pandemia che ha messo in ginocchio il Paese e prostrato quanti lavorano in ambito sanitario e  con i soldi del PNRR  a disposizione, nessuno sembra capire che è necessario investire sul personale.

Non basta costruire o allargare gli ospedali, fare le case di comunità, investire in nuove tecnologie se non si ha chi potrà occupare questi spazi e usare questi mezzi.  

Al massimo c’è chi si preoccupa di fornire soluzioni semplici  come toglier il numero chiuso a medicina (magari per creare una nuova pletora di medici fra 10 anni), ma nessuno sembra intenzionalmente interessato ad affrontare le cause dell’attuale  carenza di personale sanitario e delle sue dirette conseguenze: le lunghe liste d’attesa, gli interventi procrastinati, i Pronto Soccorsi aperti solo grazie a medici “liberi professionisti “strapagati e spesso senza le qualifiche necessarie…

Scrive il collega Cavalli su Qs del 31 agosto: “Anche i responsabili della sanità pubblica rimangono sorpresi dal fatto che nessuno partecipi ai concorsi per medico ospedaliero e forse non hanno ancora capito che anche i medici, così come i lavapiatti e i camerieri, magari si stanno stufando di turni impossibili, paghe da terzo mondo, burocrazia fuori controllo, assenza di coinvolgimento, direttive regionali spesso incomprensibili e talvolta addirittura sganassoni da parte della clientela.”

Se non lo hanno capito i responsabili della sanità immaginiamoci i politici che da anni sono abituati ad operatori sanitari per lo più remissivi che lavorano tanto e protestano poco.

 Commenta un lettore su QS (sotto l’articolo di Cavalli)  “Perché una categoria potente come quella dei medici non è insorta da anni? In un Paese in cui i titolari di concessioni balneari e i tassisti tengono in scacco i governi, possibile che non lo riescano a fare i medici? Non è un sospetto di complicità, ma certo un motivo di grande stupore”.

E’ una domanda legittima a cui non è facile rispondere. Credo  che ci abbiano sempre convinto che noi siamo una categoria che non può protestare, noi curiamo le persone,  noi non possiamo chiudere  gli ambulatori o gli ospedali  o semplicemente metterli in difficoltà, perché abbiamo a che fare con il bene massimo, la salute delle persone e noi siamo per vocazione dei missionari.

Questa narrazione  ha fatto molto comodo in questi anni  e ha permesso a chi dirige  di dettare legge e noi ad andare avanti  a testa china: “abbiamo tutti guardato il ciglio del burrone senza avere  il coraggio di alzare lo sguardo, per vedere  dove porta la strada” (QS Francesco Medici 2 settembre) convinti o almeno speranzosi che chi guidava la cordata sapesse dove ci stava conducendo.

In questi ultimi  anni a maggior ragione, ci è stato detto che certo non si può protestare con una pandemia in corso, tanto tutti si accorgeranno dell’impegno che ci stiamo mettendo, delle fatiche che dobbiamo addossarci, del valore di ciò che facciamo….

E ancora una volta ciò non è avvenuto e il silenzio che accompagna la campagna elettorale di questi giorni sul tema sanità ne è l’emblema più significativo..

Il capitale umano è inesistente nei dibattiti politici, né i sindacati medici (a parte qualche eccezione) sembrano voler pungere i partiti sull’argomento: il silenzio sembra essere l’arma migliore per non inimicarsi anzitempo il prossimo vincitore.

Scrive la collega Mika Cocconcelli su Qs del 1 settembre: “Per forza molti sanitari  gettano la spugna, soprattutto i più giovani, perché  “non valgono”, perché il tanto decantato capitale umano non è valorizzato, ha scarse opportunità di crescita professionale” e aggiunge che in tutto questo abbiamo delle colpe   “perché ho/abbiamo permesso, che venisse meno la mia/nostra funzione prioritaria: CU-RA-RE!“ 

La colpa prima  è  stata quella di esserci  fidati di quanti ci hanno fatto camminare a testa china  e ci hanno impedito di rialzare la testa per chiedere il giusto: uno stipendio dignitoso, degli  orari di lavoro accettabili e non punitivi che ci permettano una vita normale, una giusta valorizzazione del nostro lavoro, una riduzione del carico burocratico,  la possibilità di dare il nostro contributo nelle direttive regionali…

Ora di fronte al “crescere della sfiducia e del pessimismo sulla possibilità di costruire una sanità più efficiente ed efficace” (QS 5 settembre Indagine IQVIA) sembra non restare altro che  mettere in atto questa “ rivoluzione silenziosa: senza botti e senza barricate” , una rivoluzione  fatta di abbandoni, di pensionamenti precoci, di fuga dalla professione… ma quanto ci vorrà ancora perché i decisori politici si rendano conto  di quanto sta avvenendo?

Ornella Mancin

Medico di medicina generale



07 settembre 2022
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Lettere al direttore

lettere al direttore
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy