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Sanità cenerentola, anche del Pnrr

di Mirka Cocconcelli

01 SET - Gentile Direttore,
dopo 2 anni di una pandemia che ha stressato oltre ogni limite il SSN/SSR , non mi sarei mai aspettata che la Salute fosse relegata in ultima posizione per risorse stanziate, autentica Cenerentola del PNRR. Chi ha permesso che la quota destinata alla Salute fosse un “misero” 15,63 miliardi di euro (8%), rispetto ai 40,32 miliardi di euro (22%) per la digitalizzazione, sul totale degli investimenti del PNRR pari a 191,5 miliardi di euro? (leggi qui).

Nessuno dei nostri policy maker che, per la Sanità, abbia sostenuto il motto: “Whatever  it takes”ed è veramente difficile votare per qualcuno in questo scenario! Evidentemente non hanno alcuna cognizione di quali siano le priorità e questo dimostra come la Sanità non sia mai stata al centro dell’agenda politica dei vari governi che, tra l’altro,  non sono mai riusciti a partorire una legge di bilancio adeguata che contrastasse diseconomie e sprechi. Non ricordo politici che si siano battuti per una idea diversa di Sanità, mentre si sono riempiti la bocca di sterili slogan, tra cui il più inflazionato, ipocrita e privo di qualsiasi valenza concreta è: “Il malato al centro del SSN ”, mentre  il paziente è sì, al centro, ma dei disservizi,come il San Sebastiano del Mantegna, trafitto da carenze croniche, inutilmente denunciate.

Al centro non c’è la Sanità, ma le menzogne sulla Sanità, ci sono i definanziamenti che hanno condotto alle scriteriate operazioni di ospedalectomia, all’accorpamento dei reparti, al taglio del personale, con conseguente riduzione dei servizi. Si sono inventati anche i Super Primari dei Dipartimenti interaziendali che sovraintendono trasversalmente e contemporaneamente diverse strutture del territorio metropolitano,  funzionali a tagliare le “obsolete” funzioni dei “Vecchi Primari”/Direttori di UO/Struttura complessa  in quanto, a parere di un Governatore, costavano troppo.

Super Primari interaziendali, vera sublimazione del multitasking sanitario, dotati di poteri sovrannaturali di multi locazione/telecinesi, non considerando che il “Vecchio Primario”, era il vero “Magister/Master of Art”, presente nella sede dove si erogavano le prestazioni, a cui ci si rivolgeva, nottetempo, per le patologie di particolare complessità e depositario della maggior esperienza/clinical competence; tutto azzerato, polverizzato, parcellizzato, compreso il rapporto di fiducia fra collaboratori.

La Sanità non è mai stata destinataria della parola “investimento” che non significa solo aumento di risorse finanziarie, ma significa MO-TI-VA-RE il personale, attualmente in precipitosa fuga dagli ospedali,in quanto schiavizzato da scelte politiche scellerate e l’ultima trovata dei decisori istituzionali è stata l’assunzione di medici cubani, nel silenzio tombale del Governo, del ministro Speranza e dei vari Partiti, forse partiti sì,ma per le ferie agostane! Questa transumanza  sanitaria comporterà  dumping salariale, precariato, contratti nazionali aggirati, concorrenza sleale, con utilizzo di mano d’opera medicale a basso costo; oggi Cuba, domani sarà Albania,Argentina od un altro Paese!

A  questo punto, proporrei di sostituire anche tutto il management sanitario, manifestamente non all’altezza dei compiti gestionali, con Dg/DS/DA cubani, albanesi, argentini, con contratti Co.Co.Co.

I sanitari devono tornare protagonisti del Governo Clinico, per riacquistare  dignità professionale, oggi sottomessa all’autoritarismo burocratico dei DG e dei loro mentori politici. Tra l’altro, è  notizia di questi giorni che, in Emilia-Romagna, sono stati premiati i DG del’Ausl Reggiana e della Ausl Romagna con circa 30.000 eurini per il raggiungimento degli obiettivi in aggiunta ai 150.000 di stipendio fisso (della serie: i finanziamenti per pagare i DG ci sono, per i sanitari NO!).Oltre al danno la beffa, perché questi  premi di risultato sono forse legati alla recente fuga di 11 medici dai PS di RE o sono forse legati alle 11 unità fuggite dal PS di Rimini o, forse per il PS di Rimini andato in tilt?

Vengono investiti decine di miliardi in “cattedrali nel deserto”:” 1.430 Case della comunità, 435 ospedali di comunità , 611 centrali operative territoriali, li si fornisce di nuove apparecchiature elettromedicali di alta tecnologia”, sottacendo che manca personale specializzato per farli funzionare;  ma in fin dei conti  è l’apparenza che conta, non la sostanza! Il presidente di Agenas, in una conferenza, affermava che mancano, per la loro realizzazione, circa 30 mila infermieri e 10 mila medici, mentre negli ultimi 3 anni il SSN ha perso circa 21mila medici specialisti e, dal 2019 al 2021, hanno abbandonato l'ospedale 8.000 camici bianchi per dimissioni volontarie, a cui si aggiungono 12.645 pensionamenti. 

Abbiamo una emergenza decennale  rappresentata dalla “questione medica” (esplicitata innumerevoli volte da quella “Cassandra” del prof. Cavicchi!) che ha assoggettato la medicina ippocratica al più puro economicismo aziendalistico, soccombente al numero di prestazioni eseguite per unità di tempo, dove la quantità è sottomessa alla qualità,  dove il malato è esclusivamente un numero o peggio un DRG perché non viene conteggiato il malato, ma la sua malattia!  

La colpa di questo “cupio dissolvi” è anche mia/ nostra perché ho/abbiamo permesso, che venisse meno la mia/nostra funzione prioritaria: CU-RA-RE!  

Perchè ho permesso che mi fosse imposto, “de facto”, di visitare un paziente ogni 10/15 minuti, quando un disabile, un anziano, un claudicante, un traumatizzato, impiega 10 minuti solo per recarsi dalla porta dell’ambulatorio al lettino? Un qualsiasi Politico/Direttore Generale mi spieghi come posso instaurare  una relazione empatica, una  “ comunicazione efficace”, “una cura centrata sulla persona” e  la tanto decantata “alleanza terapeutica”,  quando mi sono concessi SOLO 10/15 minuti per l’ascolto, il colloquio,  la semeiotica e la visita di un paziente ?  Ricordate la catena di montaggio nel film “Tempi moderni” di Chaplin, con l’asservimento dell’individuo al dogma della produttività?  Il malato è diventato un prodotto e  quando i DG ti chiedono l’impossibile, il fallimento e la frustrazione sono inevitabili perché non siamo “Trivial machine”, ma umani con tutti i nostri limiti e con la probabilità di incorrere in errori diagnostici e terapeutici.

La produttività di un sanitario non deve essere valutata in  base al numero di pazienti visitati per unità di tempo, ma in base alla qualità di cure prestate ed ai risultati ottenuti, ma mi rendo conto che questi ragionamenti sono inutili!

Perchè ho consentito che pagassero una prima visita specialistica ortopedica/neurologica/urologica ben 23 euro lordi ed una visita di controllo 18 euro  lordi (Nomenclatore tariffario regionale Emilia Romagna, aggiornamento Novembre 2016, Allegato 3:Prestazioni assistenza specialistica ambulatoriale)?Perchè ho consentito che una visita specialistica venisse pagata meno di una prestazione di pedicure? Sindacati di categoria e Ordini dei Medici se ci siete, battete un colpo; perché la mia professionalità, la mia dignità, la mia serenità deve essere barattata per “4 denari”?

L’ art. 54 del codice di deontologia medica e  l’art. 2233, secondo comma, del Codice Civile recitano: “…..in ogni caso la misura del compenso deve essere adeguata all’importanza dell’opera ed al decoro della professione”; l’onorario di 23 euro lordi è adeguato, è decoroso; lo ritenete un equo compenso? (leggi qui)

Qualcuno mi spieghi perché la mia professionalità  non viene riconosciuta adeguatamente, qualcuno mi spieghi perché io “NON VALGO” (parafrasando una celebre pubblicità)!    

Per forza molti sanitari “ gettano la spugna”, soprattutto i più giovani, perché  “NON VALGONO”, perché il tanto decantato capitale umano non è valorizzato, ha scarse opportunità di crescita professionale, intento a  svolgere compiti estranei all’assistenza, perché esiste una manifesta incapacità gestionale, il tutto espresso in un’atmosfera rigida e inflessibile e,ciliegina sulla torta, probabilmente sostituiti da medici esteri reclutati “a prezzi di realizzo” ! Andiamo pure avanti così!

Mi dicono che la telemedicina sarà il futuro che la “Trivial machine” soppianterà il medico, l’infermiere,l’oss;  ma poi ci si accorge che per spiegare al paziente che è affetto da malattia terminale, serve l’empatia, lo “scambio di amorosi sensi” ( Foscoli docet!) fra malato e sanitario e che non è ancora stata inventata ( per ora!) la macchina in grado di trasmettere emozioni. I politici ed i DG comprendono che il tempo di ascolto è tempo di cura o lo ritengono solo uno slogan ad effetto?

I decisori istituzionali  comprendono  che oltre al benessere del paziente è obbligatorio, improcrastinabile occuparsi dei bisogni insoddisfatti dei sanitari e auspicherei che i vari Direttori Generali  facessero proprio un motto dei nativi d’America:  “Non giudicare un uomo se non hai camminato per tre lune nelle sue scarpe”; tradotto:” Vi siete  mai recati nella bolgia infernale di un qualsiasi PS italico per un intero turno di guardia(12/24h!!!) o presso la sala d’attesa di un ambulatorio di periferia dove esercita, in solitario, un MMG o presso una guardia medica  a “Monte Cuccolino”? Non credo, perché altrimenti capireste cosa significa faticare (non lavorare,faticare!!) quotidianamente, in luoghi spesso angusti, con disservizi cronici ed una pletora di persone che premono per ottenere un’assistenza adeguata.

Una quota di quel misero 8% del PNRR  dovrebbe essere impiegata per la gestione e gratificazione del personale perché è fondamentale infondere un sentimento semplice, ma desueto: “ la PASSIONE”.  Sì, la Passione di lavorare in un determinato ospedale/reparto/ambulatorio; passione che diventa contagiosa e benefica; ma non si ha PASSIONE, se non si è motivati, se si lavora sottonumero, con il rischio aggiuntivo di essere ingiuriati e percossi perché ritenuti colpevoli dei cronici disservizi.

Mi sono accorta,avendo operato per quindici anni, presso un PS di un Ospedale del Nord Italia che i tempi di attesa nei Pronto soccorso possono essere molto importanti, tanto quanto la percezione del trattamento medico ricevuto.

Il PS è il biglietto da visita dell’Ospedale ed i pazienti hanno bisogno di essere informati e confortati perchè il “tempo sospeso”, le lunghe attese, l’indeterminatezza di non sapere cosa stia accadendo oltre il paravento, sono parte delle paure dei pazienti e dei familiari che spesso sfociano in atteggiamenti aggressivi e intolleranti.

Sarebbe auspicabile trasformare una realtà "negativa di sofferenza, stress e dolore ", in una positiva ,potenziando l’organico e introducendo anche personale volontario, opportunamente formato, nelle sale d’attesa dei PS che illustri, chi sta facendo cosa, onde alleviare inutili sofferenze a pazienti e familiari; un approccio di questo tipo potrebbe ridurre l’ansia agevolando il lavoro dei sanitari.

Infatti, quando una persona sperimenta sulle proprie membra la sofferenza della malattia, gli interrogativi si moltiplicano, l’ansia aumenta, anche la psiche si obnubila ed il paziente si rifugia nell’unico conforto offerto da personale sanitario in grado di ascoltare, capire, tranquillizzare e la visita diventa espressione di autentica solidarietà umana, ma se i sanitari sono pochi e demotivati questo obiettivo non si raggiunge e l’ospedale diventa un luogo di sofferenza, frustrazione e dolore, non solo per il paziente in attesa, ma anche per i sanitari che vi lavorano e, appena possibile, rassegnati, si licenzieranno perché ritengono la situazione immodificabile/ingestibile!

Concludendo, l’obiettivo prioritario dei decisori istituzionali deve concretizzarsi nella cura del paziente, ma è fondamentale riaccendere la “Valvola della P-A-S-S-I-O-N-E”, assicurando il rispetto delle giuste condizioni lavorative e motivazionali:”Assumere persone intelligenti e dargli ordini non ha alcun senso: Dobbiamo assumere persone intelligenti affinchè siano loro a dirci cosa fare!!! (Steve Jobs).

Dr.ssa Mirka Cocconcelli
Chirurgo ortopedico
Socio onorario di Obiettivo Ippocrate

01 settembre 2022
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