Gentile Direttore,
nella pratica medica quotidiana, di fronte ad un paziente con una particolare sintomatologia, c'è il rischio di pensare all'eziologia più probabile perché è la più frequente in quel momento storico.
Le patologie hanno il loro percorso che il medico deve sempre prendere in considerazione, senza lasciarsi influenzare falsamente, cadendo in errori banali che si trasformano in catastrofi per il paziente.
Con questa mia riflessione mi collego all'Anosmia, un tempo sintomatologia di bassa frequenza, ma oggi molto diffusa a causa del Covid19.
Tuttavia, ciò non significa ignorare le altre potenziali cause di Anosmia, che sono sempre presenti.
Cito un caso emblematico, che ho trattato circa 20 anni fa.
Una donna di circa 60 anni, con glaucoma ben compensato, iniziava a perdere campo visivo bilateralmente in un modo particolare, il che mi aveva lasciato perplesso sulla causa. Alla fine della visita, aveva detto: "Recentemente non riesco a percepire gli odori".
Quindi, immediatamente avevo consigliato una TAC del cervello, che rivelava un meningioma del solco olfattivo.
Il tumore (grande 5 cm, come un piccolo limone) premeva sulle vie ottiche e sui nervi olfattivi.
Ora mi chiedo: se oggi mi fosse capitato un caso come questo, sarei stato accorto a non pensare solo al Covid o avrei perso tempo prezioso, supponendo che il Covid19 fosse la causa dell'Anosmia in atto?
Anche gli Algoritmi dell’Intelligenza Artificiale cadrebbero in un simile tranello?
La paziente fu sottoposta ad intervento chirurgico conseguendo una stabilizzazione della situazione visiva ma senza recupero dell'olfatto. Dopo 20 anni dall'evento, è a tutt’oggi in buona salute.
Gianni Zuccheri
Bibliografia:
pmid:34265229CrossRefPubMedGoogle Scholar
10.1177/1073858420956905. Epub 2020 Sep 11. PMID: 32914699; PMCID: PMC7488171.