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Il decreto sulle tariffe e nuovi Lea: luci e ombre per l’allergologia

di l. Cecchi, R. Asero, R. Polillo

19 APR -

Gentile direttore,
il Ministero della Salute ha trasmesso nella giornata del 17 c.m. alla Conferenza Stato Regioni il nuovo decreto che aggiorna le tariffe relative alla specialistica ambulatoriale e all'assistenza protesica, con la richiesta che l’atto venga discusso nella seduta del 19 aprile. Il provvedimento, se verrà approvato, darà finalmente attuazione all'aggiornamento dei LEA definito fin dal 2017 e rimasto nel cassetto, come previsto dall’articolo 64, commi 2 e 3 dello stesso DPCM, fino alla sottoscrizione dell’accordo sulle tariffe di remunerazione delle prestazioni rese.

Il significato che i nuovi LEA avranno in campo allergologico sono state già da noi illustrate in un precedente articolo su QS a cui si rimanda per una disamina completa dell'argomento. Oggi vogliamo solo sottolineare gli aspetti più significativi evidenziandone gli innegabili aspetti positivi ma anche le insidie che si nascondono nel testo.

Gli aspetti positivi del provvedimento

Abbiamo già sottolineato come i nuovi LEA definiscano finalmente un'area assistenziale di esclusiva competenza dell'allergologo prevedendo inoltre che tutte le prestazioni allergologiche vengano rubricate nell’area ambulatoriale con conseguente superamento del regime di DH. Un cambio nel setting assistenziale che riguarderà, come da noi direttamente verificato in una survey nazionale, la metà delle regioni italiane.

Nella gestione dei pazienti con reazioni indesiderate da farmaci (ADR) o nella diagnostica e immunizzazione con vaccino desensibilizzante nei confronti degli imenotteri (VIT) la presenza dell'allergologo diventa indispensabile, perché esclusivamente a tale professionista i nuovi LEA affidano l'esecuzione e gestione di tali procedure. Lo stesso dicasi per quanto riguarda i test di tolleranza/provocazione agli alimenti, di grande importanza per un corretto inquadramento dei pazienti con allergia alimentare e per le procedure di desensibilizzazione a farmaci ed alimenti.

Per quanto riguarda le procedure diagnostiche di tipo laboratoristico, che sono l’oggetto dell’attuale provvedimento ministeriale, diventano di competenza esclusiva dell’allergologo una serie di esami: la prescrizione delle IgE specifiche per allergeni singoli ricombinanti molecolari; le IgE per farmaci e veleni e il Test di inibizione delle IgE specifiche con allergene specifico.

Con il nuovo provvedimento, dunque le allergopatie di maggiore impatto assistenziale (farmaci, imenotteri, allergia alimentare) diventano competenza esclusiva dei professionisti che in tale materia sono specialisti, lasciando agli altri specialisti o medici di base la gestione dei pazienti con patologie di lieve significato clinico

Gli aspetti negativi del provvedimento

La mancata convocazione delle società scientifiche del settore, all’atto di redazione del DPCM del 2017, ha fatto sì che nel testo del provvedimento siano contenuti una serie di errori che, se non corretti, avranno conseguenze gravi sulla reale esigibilità dei livelli essenziali di assistenza in campo allergologico.

Il primo punto riguarda la grave carenza di strutture pubbliche dedicate all’allergologia e la grave e crescente carenza di specialisti. Un problema che renderà impossibile per i pazienti accedere ai servizi, senza affrontare lunghi spostamenti dal luogo di residenza e che può trovare soluzione solo con l’incremento dei posti nelle scuole di specializzazione e con la definizione, come da noi più volte richiesto, da parte dell’AGENAS e del Ministero della Salute di una rete assistenziale specifica per i servizi di allergologia.

Il secondo punto riguarda invece la congruenza delle tariffe definite nella proposta ministeriale e di cui abbiamo già parlato su QS del 17 gennaio 2022. Gli importi in essi definiti sono talmente sottostimati da non coprire neanche i prezzi di produzione.

Un fatto che si riferisce a due diverse tipologie di prestazioni di tipo laboratoristico e cliniche. Per quanto riguarda le prime è in discussione la tariffa di rimborso per le IgE molecolari: si tratta di mezzi diagnostici fondamentali per una corretta diagnosi allergologica e per predisporre un’efficace terapia desensibilizzante e di tali mezzi il servizio pubblico si troverà totalmente sguarnito per il rifiuto dei produttori di venderle al prezzo, totalmente fuori mercato, definito dal provvedimento.

Per quanto riguarda l’aspetto assistenziale è in discussione invece il passaggio per la diagnostica clinica avanzata in campo allergologico da un setting assistenziale in DH a quello in regime ambulatoriale

Non viene contestato, si badi bene, tale passaggio che, in un complesso ospedaliero non influisce minimamente sui livelli di sicurezza richiesti; in discussione sono invece le tariffe estremamente basse con cui si vogliono remunerare le stesse prestazioni che prima venivano eseguite in regime di DH. Una perdita in termini di risorse per molti erogatori talmente forte da rendere impossibile mantenere in attività un servizio gravato da altissimi costi per garantire un adeguato livello di sicurezza

La necessità di un tavolo di concertazione
Tralasciamo le altre problematicità relative al DPCM dei LEA che abbiamo già illustrato nell’articolo citato e ritorniamo su una nostra richiesta, anche essa già presentata al Ministro Schillaci e purtroppo rimasta inascoltata. Ribadiamo con forza che per migliorare i livelli di assistenza allergologica nel nostro paese è assolutamente necessario che il ministero apra un tavolo negoziale con la nostra società scientifica.

Una richiesta che non ha nulla di corporativo ma che semplicemente vuole mettere al servizio della politica competenze professionali di cui il decisore politico è privo e di cui sono invece titolari i professionisti che a tale attività hanno dedicato una vita di impegno e di lavoro.

Lorenzo Cecchi
Presidente AAIITO

Riccardo Asero
Past-President AAIITO

Roberto Polillo
Responsabile politiche della salute AAIITO



19 aprile 2023
© Riproduzione riservata

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