Le tariffe previste per l’allergologia accentuano il processo di privatizzazione
di Riccardo Asero, Roberto Polillo
17 GEN -
Gentile Direttore,
la pubblicazione da parte del Suo giornale della
bozza di intesa sullo schema di decreto concernente la definizione delle tariffe dell’assistenza specialistica ambulatoriale e protesica suggerisce che ci si sta avvicinando alla fine del lungo iter di revisione dei LEA iniziato ormai molti anni orsono. Si tratta di un provvedimento di importanza capitale per dare concreta esigibilità a prestazioni sanitarie sempre più aggiornate in tutto il territorio nazionale nell’ambito del SSN. In campo allergologico, la nostra società scientifica AAIITO ha cercato di apportare il proprio contributo a questo processo di revisione partecipando ai tavoli istituzionali e interloquendo con i dirigenti del Ministero responsabili del procedimento.
Importanti innovazioni sono state accettate dagli uffici sia per quanto riguarda il riconoscimento del ruolo dell’allergologo come soggetto prescrittore di indagini di alta specializzazione che come responsabile unico, nel caso delle allergie da imenotteri e da farmaci, del processo assistenziale
Il provvedimento in corso di approvazione interviene sul fronte delle tariffe definendo il prezzo che gli erogatori (ASL? Ospedali?) dovranno corrispondere alle aziende produttrici per l’acquisto dei reagenti indispensabili per consentire allo specialista allergologo di formulare la diagnosi clinica.
In tale processo decisionale (anamnesi, clinica e accertamenti di laboratorio) un ruolo fondamentale nella moderna pratica specialistica allergologica è svolto dagli allergeni molecolari. Infatti, oggigiorno è possibile (e indispensabile!) accertare nei confronti di quale dei numerosi allergeni presenti in una fonte allergenica il soggetto allergico è sensibilizzato, e questo ha un importantissimo significato prognostico/terapeutico.
Le molecole allergeniche ricombinanti o naturali sono presenti sul mercato da oltre un decennio e rientrano ormai nell’armentario diagnostico indispensabile dell’allergologo moderno. La produzione di tali molecole in forma pura è ovviamente ben più costosa di quella dei vecchi estratti allergenici, e il loro impiego corretto in ambito diagnostico è prerogativa dello specialista.
Per tale motivo si resta stupefatti di fronte a quanto emerge dallo schema di tariffe in cui ad un singolo allergene ricombinante viene riconosciuto un prezzo di soli 5,7 euro, una cifra corrispondente alla metà di quanto già oggi viene riconosciuto al produttore.
L’unico effetto di un prezzo così ridicolmente basso sarà quello di spingere le aziende produttrici a non fornire più tali dispositivi alle aziende pubbliche mettendoli a disposizione solo del privato con cui pattuire un prezzo oggettivamente più congruo.
All’atto pratico questo si tradurrà nell’impossibilità di fornire prestazioni diagnostiche allergologiche di alto livello in ambito pubblico e nel trasferimento verso il privato dell’utenza. Di certo non un gran risultato per chi si erge a difensore e paladino del servizio sanitario nazionale...
Riccardo Asero
Presidente Nazionale AAIITO
Roberto Polillo
Membro Direttivo nazionale AAIITO
17 gennaio 2022
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