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L’orsa Jj4 e l’omicidio della psichiatra

di Renato Ventura

02 MAG -

Gentile Direttore,
prendo spunto da due fatti di cronaca che hanno sollecitato l’attenzione dei media: l’aggressione (e la morte) a un runner da parte dell’orsa Jj4 e l’omicidio di una psichiatra ad opera di una persona affetta da disturbo mentale (Seung) per riflettere sul tema del disturbo psichico grave (psicotico) e dei possibili comportamenti antisociali che spesso si associano a tali disturbi.

Una parte culturalmente (non numericamente) rilevante di psichiatri, che definirei post basagliani, ai quali idealmente sento di appartenere, sostiene sic e simpliciter che le persone affette da disturbo mentale non compiono più delitti o atti criminosi delle persone che non ne sono affette. In realtà la questione è molto più sottile e non risolvibile in modo semplicistico. Riporto le conclusioni di un’ampia review sull’argomento reperibile sul web (O.Greco e R.Maniglio “Malattia mentale e criminalità” in Criminologia clinica 4, 2007).

“Inoltre, bisogna tenere bene presente che i disturbi mentali gravi sono relativamente rari, che il rischio di violenza, sebbene più alto, è comunque modesto e che il contributo da parte della malattia mentale al tasso di violenza della società è limitato (Swanson, 1994). In sintesi, alla luce dei più recenti dati, è possibile evidenziare con ragionevole certezza alcuni punti:

– l’incidenza di comportamenti violenti è più alta, sebbene di poco, tra i soggetti affetti da un disturbo mentale grave rispetto alla popolazione generale, e ancora più alta tra i soggetti con disturbi psichiatrici che abusano di sostanze;

– la schizofrenia è l’unica forma di psicopatologia, tra quelle dell’Asse I del DSM-IV-TR, per cui è legittimo sostenere una maggiore incidenza di comportamenti violenti;

– la stragrande maggioranza dei soggetti con disturbi mentali non commette reati.”

Senza entrare in dettagli è evidente che la valutazione di quanto incida la psicopatologia nel generare comportamenti antisociali e, in generale, criminogeni dipende (come sempre quando si cerca di definire i fenomeni statisticamente) di che cosa intendiamo per disturbo mentale e quale sia l’ampiezza che diamo alla sua definizione (disturbo grave, ossia psicosi, o banali disturbi emotivi comuni) e quale sia la gamma di comportamenti che riteniamo antisociali o francamente criminali che prendiamo in considerazione. E’ diverso uccidere i genitori da rubare un’automobile.

Il rischio di banalizzare l’importanza del disturbo mentale grave nel generare tali comportamenti è relativo a una possibile reazione sociale, generata da fatti criminosi compiuti da persone affette da disturbo mentale e amplificata dai media, che tendono a chiedere misure repressive in risposta (altamente emotiva) a episodi di cronaca perturbanti.

I due episodi dell’orsa e dell’uccisione della psichiatra sono in questo senso esemplari dei meccanismi generati a livello di grande pubblico. C’è il rischio concreto che vengano attuati provvedimenti dettati da fattori emotivi e di una regressione legislativi (uccisione dell’orsa, riapertura di luoghi segreganti di tipo manicomiale dedicate a persone con disturbi psichici autori di reato)

Accomunare i due episodi può apparire irrispettoso e una forzatura dialettica ma, leggendo i giornali, è così che mi appaiono: ambedue i protagonisti sono accomunati da analogo e violento stigma a causa del loro comportamento e, per qualcuno, da “punire” o segregare.

La Repubblica del 25.04.2023 riporta le parole di una collega della vittima: “…era convinta che le persone che curiamo ogni giorno siano innocue. E infatti non l’ha uccisa un vero paziente. Quelli sì che non sono pericolosi. L’ha uccisa una bestia che non ha una patologia ma un disturbo di personalità”.

Allora trattiamo Seung come l’orsa…Se sono queste le reazioni di alcuni colleghi credo sia difficile parlare di riabilitazione.

Nei due episodi è evidente la difficoltà e/o l’impossibilità, in talune circostanze, di regolamentare tutto e impedire che situazioni a rischio possano avere conseguenze non volute o imprevedibili.

Lasciando la decisione sulla sorte dell’orsa agli esperti, per quanto concerne l’omicidio della psichiatra, essendo psichiatra e psicoanalista, credo che sia importante metterci d’accordo su cosa sia e se esista la malattia mentale. Personalmente. io sono molto in dubbio circa l’esistenza della malattia mentale, in ciò seguendo una corrente antipsichiriatrica, che fa capo a Cooper,di cui Basaglia può essere considerato un epigono, che mette in discussione (vedi Sasz che parlava di “mito della malattia mentale”) l’esistenza di un disturbo mentale che sia originato da un malfunzionamento delle strutture cerebrali.

Da qui bisogna partire per ridefinire le competenze e l’organizzazione dei servizi psichiatrici e dalla legge 180, che ha inserito nel Servizio sanitario nazionale la salute mentale con ciò “sanitarizzando” il disturbo mentale e dando per scontato la sua natura di malattia. La gestione del disturbo mentale con il prevalente o esclusivo uso degli psicofarmaci ne è una conseguenza.

Renato Ventura
Psichiatra



02 maggio 2023
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