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Passare dalla patogenesi alla salutogenesi

di Massimo Tosini

09 GIU -

Gentile Direttore,
il Ministro Schillaci scrive: “nei primi mesi di governo abbiamo dato dei segnali in maniera pragmatica. La prevenzione è un argomento che ho messo al centro del mio mandato perché la ritengo fondamentale per una nazione, come l’Italia, con un tasso di longevità elevato. La prevenzione deve giocare sempre di più un ruolo fondamentale”.

Ivan Cavicchi afferma: “il vero problema che mi preoccupa è che né la destra, né la sinistra, né la politica e né il sindacato, né le istituzioni e né gli intellettuali, hanno un pensiero di riforma per rimettere a posto i rapporti tra economia e sanità, tra salute e cura, tra pubblico e privato. La destra vuole semplicemente chiudere bottega e cambiare sistema, la sinistra vuole ricostruire il consenso politico perduto, rifinanziare i propri fallimenti e fregarsene della sostenibilità".

Secondo il rapporto di OMS e OCSE pubblicato nel febbraio 2023, aumentando l’attività fisica della popolazione dei Paesi dell’UE fino a raggiungere i livelli raccomandati dall’OMS (almeno 150 minuti/settimana di attività moderata) si potrebbero:

· prevenire migliaia di morti premature;
· prevenire milioni di casi di patologie croniche;
· ridurre in misura significativa i costi dei sistemi sanitari.

Nei Paesi UE l’inattività fisica è un problema diffuso: secondo i dati dell’OMS, più di una persona adulta su tre (35,4%) non raggiungeva nel 2016 livelli sufficienti di attività fisica (il 45% degli adulti in Italia). L’inattività o la scarsa attività fisica contribuiscono all’insorgenza di malattie croniche e all’aumento dei costi per i sistemi sanitari.

Come sostengo ormai da molti anni, è necessario e inderogabile fare il salto di paradigma: dalla patogenesi alla salutogenesi. Essa rimanda ad Aaron Antonovski (1923-1994) il quale ha concentrato il suo lavoro di ricerca sulla relazione tra stress, salute e benessere. La salute e come essa possa essere rafforzata, ha rappresentato il suo principale interesse. Il senso di coerenza rappresenta il costrutto del suo ragionamento. Per Antonovski l’orientamento generale verso il mondo, ha un’influenza positiva sulla salute.

Egli richiama l’attenzione su tre dimensioni:
· cognitiva, cioè la comprensione della realtà circostante;
· motivazionale, ovvero l’elaborazione del proprio orizzonte di vita;
· comportamentale, ossia la capacità di plasmare le difficoltà.

Il nostro, conclude dimostrando che il senso di coerenza è il fattore che permette di reagire agli agenti di stress che possono essere percepiti come sfide verso le quali attivare le proprie risorse di resistenza.

Fare proprio il principio di coerenza del sociologo americano israeliano e, in termini macrosociologici, estenderlo al sistema sociosanitario, oggi più malato di coloro che cura, significa avviare un concreto percorso di riforma che vede nella prevenzione tout court il focus del proprio agire. Diventa pertanto non più procrastinabile l’inserimento di nuove figure professionali nel sistema sociosanitario (ex lege 3/2018) e la costituzione delle Palestre della Salute su tutto il territorio nazionale. Cambiare la prassi medica, come sostiene Cavicchi, significa, a mio parere, lavorare soprattutto sulla salute e, solo quando questa viene meno, sulla patologia.

Oggi purtroppo avviene l’opposto con grave danno per la collettività e per il sistema sociosanitario. Aggiungo: pensare che sia il privato il soggetto cui deputare la soluzione dei problemi del pubblico significa solo far morire l’art. 32 della Cost. insieme ai principi di universalità, solidarietà ed equità. Non dobbiamo mai dimenticare che la L. 833/78 rappresenta la più grande riforma strutturale del secondo dopoguerra; per salvarla serve aggiornarla seguendo la Via: la salutogenesi.

Massimo Tosini
Sociologo della salute



09 giugno 2023
© Riproduzione riservata

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