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Decessi nei reparti psichiatrici, un fenomeno da indagare 

di Andrea Angelozzi

04 MAR -

Gentile Direttore,
nel giro di poche settimane abbiamo avuto notizia che sono avvenuti 5 decessi per pazienti ricoverati nei Servizi Psichiatrici di diagnosi e cura in due ASL del Veneto. Al di là degli aspetti statistici, dove sappiamo che è difficile parlare di significatività quando si ha a che fare con basse incidenze, è un dato che deve destare attenzione, soprattutto tenendo conto che è difficile avere un quadro complessivo della situazione di tutte le ASL, dal momento che i giornali pubblicano la notizia talvolta e solo in presenza di un esposto dei familiari.

Sappiamo bene che anche i pazienti psichiatrici muoiono e che in questa mortalità in SPDC ha un ruolo il fatto che le malattie psichiatriche importanti comportano un rischio di morte prematura cinque volte superiore alla popolazione generale, portando ad una aspettativa di vita che in media è di circa 20 anni inferiore. Su questo vi è una importante letteratura da quando Thornicroft nel 2011 denunciò lo scandalo della mancata attenzione a questo aspetto, dove hanno un ruolo determinante le malattie fisiche. Di fatto neoplasie, patologie cardiovascolari e polmonari mostrano una ampia presenza, molto maggiore rispetto a cause “esterne” quali possono essere incidenti, violenza o suicidio.


Il dato inquietante è quello mostrato da una analisi aggiornata al 2023, elaborata dal servizio sanitario del Regno Unito, che mostra un preoccupante incremento negli anni, nonostante vari programmi attuati in quel Paese per prevenire e monitorare le problematiche fisiche nei pazienti. È stato ampiamente sottolineato come lo stigma nei confronti dei pazienti psichiatrici, ed una settorializzazione degli interventi solo sugli aspetti psichici, condizionino infatti una minore attenzione a questi problemi ed un minore accesso a diagnosi e cure.

Uno studio di Berardi et al. in Emilia Romagna del 2021 mostrava che il problema non riguarda solo le patologie più gravi, individuando, nella popolazione che aveva avuto accesso ai servizi territoriali ed ospedalieri per disturbo mentale, il doppio della mortalità rispetto alla popolazione generale. Esaminando i dati di 10 anni, Berardi et al. hanno mostrato infatti che tutte le diagnosi psichiatriche mostrando come la depressione rende conto del 46.9% dell’eccesso di mortalità, seguito dai disturbi “nevrotici” con il 19.7%. Complessivamente le morti per patologie organiche rendono conto per 85.9% dell’eccesso di mortalità, riguardando in particolare le neoplasie, responsabili per il 37%, e successivamente le malattie cardiovascolari e respiratorie. Nell’ambito delle restanti cause esterne, il suicidio incide per 8%.

Sono state fatte varie ipotesi per spiegare il gap di mortalità fra I pazienti affetti da disturbi mentali ed il resto della popolazione, ipotizzando il ruolo degli stili di vita legati alla alimentazione, alla attività fisica, oltre che alla tendenza al fumo e all'assunzione di alcolici. E mentre alcuni ritengono che disturbi cardiaci e metabolici abbiano legami eziopatogenetici con i disturbi psichiatrici gravi, altri si soffermano sull’eventuale ruolo iatrogeno dei farmaci.

È molto modesta invece la letteratura sui decessi in reparti psichiatrici. Un recente studio in Australia (Gunaratne et al 2023), con una analisi dei ricoveri di 10 anni, ha evidenziato 1.12 morti per 1000 ricoveri. Il suicidio rende conto per il 17% dei pazienti ricoverati mentre le malattie fisiche per il 75%. Uno studio in Portogallo del 2016 (Barbosa et al 2016) segnalava 1,3% all’anno di decessi. La maggior parte dei decessi coinvolge problemi del sistema cardiovascolare. Per l’Italia vi sarete quindi un rischio per circa 85 morti in un anno ed in Veneto sarebbero da attendersi 10 decessi.

Non sono a conoscenza di studi o dati relativamente alla mortalità negli SPDC in Italia, e, di conseguenza, anche sui vari fattori che possono avervi un ruolo. Eppure questo dato sarebbe importante per capire se nella situazione italiana, dove la involuzione della psichiatria sta portando sofferenza nella psichiatria territoriale, anche quella ospedaliera in qualche modo possa risentire in questo modo drammatico delle difficoltà.

Si tratta in ogni caso di un fenomeno importante, che meriterebbe di essere invece compreso alla luce di dati certi, per capire anche quali strumenti possono aiutare ad arginare questo problema.

Andrea Angelozzi
Psichiatra



04 marzo 2024
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