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Contratti “a costo zero”? A Firenze si azzerano addirittura gli stipendi

di A. Vergallo e F. Cricelli

07 GEN - Gentile Direttore,
proprio alla vigilia dell’appuntamento del 9 gennaio, fissato dal Comitato di Settore per la Sanità con le Associazioni Nazionali di categoria, per la riapertura delle trattative contrattuali, si chiudono i termini di un singolare bando dell’Azienda Sanitaria USL 10 di Firenze.
 
L’Amministrazione dell’Azienda in questione ha pensato bene di portarsi avanti rispetto alle anticipazioni di “contratto a costo zero” del luglio scorso, deliberando la riesumazione dell’”Assistente Volontario”. Pensavamo che questa figura fosse ormai stata cristallizzata dal grande cinema italiano ne “Il medico della mutua”, con il magnifico Alberto Sordi nei panni del Prof. Guido Tersilli ad inizio carriera, e invece… la realtà dell’epoca viene rieditata, guarda caso, in Toscana, che in tal modo si dimostra ancora una volta come la più avanzata fucina di idee per rilanciare la Sanità.

L’Azienda Sanitaria di Firenze cerca volontari, basta chiedere per tempo! “Venghino, siòri, venghino!”. Chi vuole un posto di lavoro è accontentato, ma senza stipendio… e solo se presenta regolare domanda entro e non oltre l’8 gennaio, giorno di scadenza del bando. Ai ritardatari non si garantisce, in futuro, lo stesso trattamento di favore. L’eccezionale regalìa di biglietti d’ingresso al lavoro è deliberata in maniera tutt’altro che approssimativa: il bando reca con precisione i requisiti necessari per poter esercitare la professione in regime di volontariato, naturalmente gli stessi della “normativa contrattuale di cui al D.P.R. n. 483/1997 … e al D.P.R. n. 220/2001 … nonché alla normativa vigente in materia”, beninteso pagandosi di tasca propria pure l’assicurazione. Nulla è dato sapere sui pasti aziendali, ma è un dettaglio di basso profilo, anzi, da fame.
 
Formalmente, il bando è finalizzato alla “FREQUENZA VOLONTARIA A SCOPO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE”, ma il sospetto che si tratti di un’operazione cosmetica è altrettanto reale, considerato, per esempio, che nel caso dei medici sono richiesti tutti i titoli di studio prescritti per l’esercizio della professione medica ospedaliera, specializzazione compresa, come se 6 anni di corso di laurea e altri 5 o 6 di corso di specializzazione fossero semplicemente propedeutici ad un’ulteriore “formazione sul campo”, virtuosamente depurata dalla pur scarsa retribuzione terminata con il conseguimento del diploma di specialista.
 
Non c’è che dire: se si prescinde da questo dettaglio, oltre che dalla sgradevole sensazione che la dignità dei lavoratori della Sanità sia sempre meno rilevante per i nostri Amministratori, l’idea è talmente semplice da essere geniale: a fronte dei “costi standard” per le prestazioni, stabilisce i nuovi costi standard per il personale, portandolo a zero. Il che significa una straordinaria opportunità di conciliare, nel rigore formale del bando, l’equità dei conti aziendali e la crescita dei lavoratori (mediamente “solo” 30-35 anni, nel caso dei medici): “Ragazzi (!), non siate troppo choosy”.
 
Cordiali saluti

Alessandro Vergallo
Presidente AAROI-EMAC

Fabio Cricelli
Vice Presidente Vicario AAROI-EMAC
 

07 gennaio 2014
© Riproduzione riservata

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