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Libera professione per gli Infermieri. L’Emilia Romagna faccia come la Liguria

di Rocco Vergine

17 MAR - Gentile direttore
ho letto che la Commissione Salute e Sicurezza sociale del Consiglio Regionale della Liguria, presieduta dal PD, ha approvato a larghissima maggioranza il testo unico che riorganizza l'attività libero professionale delle categorie sanitarie non mediche.

Come ho già scritto in precedenza la politica può e deve puntare nell'Infermiere in modo da sviluppare le sue competenze mettendole a servizio e al miglioramento della comunità. Il SSN e il SSR non può garantire tutti i bisogni di assistenza dei cittadini perché il sistema economico non lo permette, per cui bisogna puntare nelle innovazioni uscendo da modelli ormai superati.

Per questo anche in Emilia Romagna, terra del PD, ci vuole un provvedimento che tende a garantire una maggiore continuità assistenziale e favorisce uno sviluppo integrato delle professionalità".

Alcune normative regionali stanno cercando di realizzare un modello di assistenza sul territorio realizzando le Case della Salute ma non basterà per arrivare su tutti i bisogni ai cittadini. Autorizzare il personale sanitario non medico a svolgere attività libero professionale singolarmente alla pari del medico è un diritto dei cittadini e solo cosi i cittadini potranno avere tutte quelle prestazioni assistenziali non previste dai LEA con professionisti selezionati,formati, competenti e con tutti i criteri qualitativi degli standard della sanità pubblica. Una occasione per evitare che il mercato dell'abusivismo e del sommerso  prenda piede in modo inarrestabile.

Dopo la Liguria spero che anche l' Emilia Romagna realizzi "L'attività libero professionale per gli Infermieri, esercitata nella stessa azienda sanitaria in cui il professionista presta la propria opera oppure in regime di intramoenia".

In tutto questo anche il nostro collegio Ipasvi può fare qualcosa, anche perché il Presidente è tra le file della maggioranza politica. L'appello personale ai colleghi per le nuove sfide che ci aspettano è quello di puntare i propri sforzi sul proporsi al prossimo rinnovo del consiglio provinciale Ipasvi con colleghi che abbiano voglia e competenze per spendersi nel rilanciare il ruolo dell'Infermiere sul territorio e nell' apertura delle porte della libera professione delle professioni non mediche.

Mentre l'ennesimo appello a tutte le organizzazioni sindacali è quello di aprire una nuova era dove i contratti di settore aprano le porte del futuro alle professioni sanitarie non mediche per lo sviluppo delle nuove competenze e la "libera professione" del pubblico impiego.

Rocco Vergine
Infermiere Coordinatore
A.USL Modena


17 marzo 2014
© Riproduzione riservata

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