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Ecco la verità sulla mia gestione del Policlinico Umberto I

di Domenico Alessio

19 DIC - Gentile Direttore,          
 nell'articolo “Lazio, l’ex DG del Policlinico Domenico Alessio nominato commissario straordinario dell’Ipab. Cimo ”Scelta incomprensibile e inopportuna” del 17 novembre scorso, vengono riportate le diffamatorie affermazioni del sindacalista CIMO, Oppido, a mente del quale il sottoscritto avrebbe gestito disastrosamente il Policlinico Umberto I, lasciando un buco di 140 milioni di Euro.
 
Tralascio in questa sede le altre meschinità maliziosamente riportate nell’articolo che purtroppo fanno parte del bagaglio di mediocrità e di pochezza di taluni personaggi tristemente noti dei nostri tempi, che così pensano, a torto, di poter fare maggiormente presa sull’opinione pubblica.
 
Ritorniamo a noi. Quanto affermato nell'articolo in oggetto non corrisponde a verità e deve essere pertanto smentito perché falso e diffamatorio, in quanto l'agere dello scrivente è stato del tutto conforme alla Legge ed alle direttive regionali, non configurandosi a suo carico alcun profilo di responsabilità manageriale, come appresso meglio specificato.
Innanzitutto, è da sottolineare come il commento del sindacalista sia ancora più grave vista la funzione svolta all’interno della sanità regionale che – se in buona fede – avrebbe dovuto metterlo nelle condizioni di conoscere le regole che governano i bilanci delle Aziende Ospedaliere Universitarie; ma evidentemente lo scopo del personaggio non era quello di esercitare una critica costruttiva ed utile ai Lavoratori del Comparto.
 
Ed allora, relativamente alle asserite perdite di esercizio, dovrebbe essere noto – persino all’Oppido, che le stesse dipendono anche dal risultato operativo aziendale (differenza fra ricavi e costi di produzione ) che da un’analisi più dettagliata delle voci, evidenzia sempre un effetto congiunto di diversi fattori, spesso esogeni alla mera gestione aziendale e di fatto subordinati a variabili tra cui, a titolo di esempio, sul fronte dei ricavi, l’ammontare dei contributi regionali o le tariffe (sempre regionali) di riferimento e, sul fronte dei costi, a servizi esternalizzati non comprimibili perché strettamente legati all’assistenza. L’analisi dei bilanci di un’Azienda, dunque, non dovrebbe mai ridursi ad una lettura semplicistica dell’utile o della perdita complessiva, bensì dovrebbe per lo meno entrare nell’analisi dei macro aggregati che li compongono.
 
In tale situazione le Aziende Ospedaliere concordano con la Regione il risultato di esercizio sulla base dei rispettivi Bilanci preventivi che rappresentano la realizzazione dell’obiettivo di budget da parte del Direttore Generale.
Tale argomento sarà ulteriormente approfondito nel corso della presente nota che affronterà specificatamente il risultato di bilancio 2016, che ha acceso le succitate considerazioni fuori luogo da parte di un personaggio assolutamente incompetente o in totale malafede.
 
Ed allora. In linea di principio, è vero che le Aziende Ospedaliere dovrebbero tendere al pareggio di bilancio. Nello specifico settore della sanità ospedaliera, specie universitaria, ciò non è tuttavia realizzabile almeno in questa fase e nella Regione Lazio per le considerazioni che seguono.
 
Gli Enti sanitari, seppure strutturati in “Aziende”, non operano infatti al pari delle imprese commerciali che fissano autonomamente i prezzi dei servizi e delle merci che offrono alla Clientela.
 
Al contrario, le prestazioni assistenziali fornite dalle Aziende Ospedaliere sono remunerate dalle Regioni (nel cui territorio insistono) mediante un meccanismo di finanziamento predeterminato a tariffa, basato sulle effettive attività assicurate ai pazienti (c.d. sistema dei Diagnosis Related Groups, D.R.G.). 
 
Diversa è la procedura di finanziamento delle ASL (Aziende Sanitarie Locali) che consiste nel riconoscimento di una quota capitaria in ragione del numero dei residenti nella circoscrizione di competenza.
 
La classificazione per D.R.G. si basa sulle prestazioni cliniche riportate nella c.d. Scheda di Dimissione Ospedaliera del paziente. In questo senso, a ciascun soggetto dimesso dal nosocomio viene associato uno specifico D.R.G., che viene a sua volta legato ad un determinato codice tariffario, mediante cui la Regione provvede a corrispondere all'Azienda sanitaria quanto dovuto per la specifica prestazione effettuata sul Paziente.  La remunerazione, comunque, non può esorbitare da una produttività sempre concordata in via preventiva con la Regione per cui si può verificare, come si verifica, che una volta raggiunto il tetto di produttività concordata prima del 31 dicembre dell’anno di riferimento, l’Ospedale sia costretto a portare nel proprio conto economico maggiori costi per evitare l’interruzione di un pubblico servizio, quale quello di tutela della salute, di eminente ascendenza costituzionale.
 
Tuttavia, nella Regione Lazio l'aggiornamento del sistema D.R.G. risulta fermo all'anno 1996 e pertanto risulta impossibile giungere al pareggio tra costi e ricavi, in quanto le prestazioni mediche hanno attualmente costi nettamente superiori rispetto a quelli riscontrabili oltre venti anni fa.
Ad ulteriore conferma dell'inevitabilità del ricorso al deficit nell'Ente sanitario, si rappresenta come nella Regione Lazio siano state abolite le quote di partecipazione diretta dei cittadini alla spesa pubblica sanitaria come controprestazione per l'assistenza (c.d. extraticket), che rappresentavano una voce fondamentale dei ricavi delle Aziende sanitarie.
 
Quanto alle capacità manageriali, ai sensi dell'art. 21 comma I della Legge Regione Lazio 31.10.1996, n.45, l'Amministrazione regionale ed il singolo Ente del Servizio Sanitario Regionale concordano il bilancio economico di previsione annuale, condividendo quello che sarà l'inevitabile disavanzo cui ricorrere per fornire prestazioni sanitarie adeguate a tutti i Pazienti che ne faranno richiesta.
 
E' rispetto a tale concordamentoche si misurerà la capacità del singolo Direttore Generale di gestire le risorse con economicità ed assicurare, al contempo, soddisfacenti prestazioni sanitarie ai Degenti;  non rispetto ad avulsi dati di bilancio.
 
Ed in questo senso, il sottoscritto ha mantenuto e raggiunto in chiusura di bilancio le cifre concordate ex lege con la Regione per tutta la durata del suo mandato.
Solo per fare un esempio, in data 25.10.2016 lo scrivente e la Direzione Regionale Salute e Politiche Sociali della Regione Lazio concordavano il bilancio economico di previsione 2016, nel quale veniva previsto un risultato economico negativo per l'Azienda Ospedaliera Universitaria “Policlinico Umberto I” per Euro 107.659.914,00. Con Decreto n.374 del 17.11.2016 il Commissarioad acta per il rientro dal deficit sanitario regionale approvava il Bilancio Preventivo Economico Annuale per l'esercizio 2016 di tutti gli Enti sanitari del S.S.R., confermando per il Policlinico Umberto I il risultato economico negativo per Euro 107.659.914,00.
 
Rispetto a tale, concordato obiettivo, su cui la Regione misura la capacità manageriale del Direttore Generale, il bilancio d'esercizio 2016 dell'Azienda Ospedaliera Universitaria “Policlinico Umberto I” ha chiuso con un risparmio di circa un milione di Euro, permettendo al sottoscritto non solo di rimanere in linea con il concordamento ma addirittura di ottenere un risparmio considerevole, frutto  di un’attenta gestione delle risorse, finalizzata al contenimento dei costi senza compromettere la qualità e la quantità delle prestazioni erogate ai Cittadini..
 
Nel caso di specie è evidente, dunque, come l'attività dello scrivente non possa esser oggetto di sindacato alcuno, se non di quello strumentale e politicizzato a cui il Suo giornale ha dimostrato insano interesse.
 
L'aver costantemente operato nel corso del quinquennio di mandato nelle coordinate di spesa fissate di concerto con la Regione ha quindi permesso al sottoscritto di agire secondo le direttive di Legge e di contratto, che impongono il raggiungimento dell'economicità pur senza abbandonare la missione aziendale di fornire assistenza illimitata, a chiunque ne abbia necessità. Solo ponendosi in aperta malafede si può trascurare questo evidente presupposto ed evidenziare ai lettori il nudo dato delle perdite di bilancio che, per quanto appena evidenziato, appaiono un elemento del tutto decontestualizzato.
 
L'articolo in oggetto rileva come, rispetto al bilancio di previsione 2016, il Policlinico Umberto I avrebbe subito nel 2016 “un buco di 140 milioni”.
A tale sviante proposito, giova allora porre in luce come il succitato Decreto n.374/2016 del Commissarioad acta per il rientro dal deficit sanitario stabilisse come “la realizzazione dell'obiettivo di budget 2016 di ogni singola Azienda sanitaria sarà valutata sul risultato conseguito, al netto delle eventuali variazioni non direttamente riferibili alla sfera di autonomia delle aziende del S.S.R. (così come indicato nei verbali di concordamento sottoscritti)”.
 
Orbene, l'ulteriore deficit evidenziato nel bilancio d'esercizio 2016 è stato causato da fattori “non direttamente riferibili” alla sfera d'autonomia del sottoscritto e, pertanto, anche in tale fattispecie lo scrivente è esente da ogni e qualsiasi responsabilità. Infatti lo scostamento - pari a circa 33.ml.di euro sul concordamento regionale di Euro 107.660.000 - è derivato per la maggior parte da disposizioni regionali, norme di Legge e da sentenze concretizzatesi dopo la data del concordamento del 25 ottobre 2016.
 
Le ulteriori perdite, non previste e non preventivabili sono state infatti causate dai seguenti fattori:
a)      VALORE DELLA PRODUZIONE:
1) decurtazione del Fondo Sanitario Regionale della somma di Euro 6,5 mln circa in conseguenza dei D.C.A. del Commissarioad acta per il rientro dal deficit sanitario n.391 del 14.12.2016, n.51 del 21.02.2017, n.369 del 17.11.2016, tutti successivi all'accordo Regione – Policlinico Umberto I inerente il bilancio preventivo 2016 del 25.10.2016;
2) saldo per quote inutilizzate contributi vincolati, pari a circa Euro 6,8 mln;
 
b)  COSTI   DELLA PRODUZIONE :
1) per quanto concerne il personale, maggiori accantonamenti inerenti i Fondi Contrattuali 2016 ed accantonamento Fondo di Risultato anno 2016 per la dirigenza universitaria per Euro 4,6 mln circa, costi comunicati in data successiva rispetto all'accordo Regione – Policlinico Umberto I inerente il bilancio preventivo 2016 del 25.10.2016;
 2) maggiori costi per circa Euro 2 mln derivanti dall'inclusione nell'organigramma aziendale dell’Ospedale G. Eastman, avvenuta in data 13.03.2017 e quindi successivamente all'accordo Policlinico Umberto I – Regione Lazio del 25.10.2016;        
 3) aumento delle spese inerenti beni e servizi, in conseguenza:
 - dell’aggiudicazione di gara regionale che ha comportato maggior costo per il settore pulizie per Euro 0,7 mln circa;
 - spese per la stipula di polizza responsabilità civile terzi e prestatori d’opera per Euro 1,8 mln circa, comunicazione pervenuta dall’ Avvocatura interna all'Ente in data 16.3.2017 e quindi successivamente rispetto all'accordo Regione – Policlinico Umberto I inerente il concordamento sul bilancio preventivo 2016 del 25.10.2016;              
 
c)SOPRAVVENIENZE PASSIVE
 sopravvenienze passive, tutte successive all'accordo Policlinico Umberto I – Regione Lazio del 25.10.2016:
1) arretrati stipendiali per circa Euro 2.7 mln;
2) pubblicazione della sentenza n. 2797 del 13.02.2017, nell'ambito del procedimento n.r.g. n. 31424/2012 iscritto a ruolo presso il Tribunale civile di Roma sul personale 'ex Prefettato', che ha condannato l'Azienda per una somma pari ad Euro 8,8 mln circa.
 
Con verbale dell’1 agosto 2017 il Collegio Sindacaleha espresso parere favorevole sul bilancio del Policlinico chiuso al 31 dicembre 2016. Il Collegio “rileva uno scostamento tra il badget concordato con la Regione di € 107.660 ml. a 140.257 ml. con un delta di € 32.597 ml. Con riferimento alle motivazioni che hanno determinato la perdita di esercizio, si fa richiamo a quanto osservato nella relazione del Direttore Generale nella quale viene evidenziato che l’incremento della perdita è stato influenzato da cause estranee alla gestione amministrativa che hanno dato luogo ad oneri aggiuntivi per circa € 33 ml. Si pone in evidenza la valutazione operata dal Direttore Generale nella sua relazione al Bilancio in cui viene chiarito che gli obblighi di rispetto dei LEA si fondono con la missione insita nella struttura assistenziale e di didattica dell’Azienda che, per garantire la migliore formazione possibile agli studenti e ai futuri professionisti del SSN, necessita di strutture e di risorse non sovrapponibili con quelle di un’Azienda ospedaliera di analoghe dimensioni”….
 
E' dunque evidente come l'articolo in oggetto, lungi dall'informare, tenda al solo obiettivo di enfatizzare la pretesa capacità di vaglio e scrutinio sindacale, a scapito dell’attività e della reputazione manageriale di chi, come il sottoscritto, ha sempre pienamente realizzato gli obiettivi economici fissatigli dalla Regione, al superiore fine di assicurare prestazioni sanitarie che, piaccia o meno, risultano assai costose considerata la peculiarità specialistica del Policlinico Umberto I.
 
Pertanto, avrebbe meritato ben altra attenzione e riguardo un ulteriore, innegabile fatto, ovverosia la capacità attrattiva – che va in uno alla qualità dei servizi resi – dal Policlinico Umberto I, che cura un numero di Pazienti di gran lunga superiore a qualunque altro nosocomio romano e, al contempo, assicura la costosa formazione del personale medico di domani, consentendo agli studenti delle Facoltà di Medicina della Sapienza il costante apprendimento didattico, sopportandone il peso economico.
 
Un giornalismo serio e critico avrebbe allora dovuto indagare secondo i criteri di Legge, evidentemente ignoti al sindacalista citato, assicurando quantomeno il contradditorio al destinatario delle affermazioni diffamatorie dell’Oppido. Le Aziende Ospedaliere, ripeto, non sono imprese commerciali, non predeterminano il costo dei propri servizi e lo “espongono alla Clientela” e dunque non possono fisiologicamente raggiungere il pareggio di bilancio per le motivazioni abbondantemente rappresentate.
 
Il bravo manager è quello che non sfora il budget preventivo d'esercizio concordato con l'Amministrazione regionale e non quello che ipoteticamente potrebbe “chiudere il bilancio in pareggio”, perché questo significherebbe la chiusura della metà dei reparti ospedalieri.
 
Questo andrebbe detto ai lettori. Vi sono poi altre affermazioni che mi hanno provocato profondo rammarico e grave danno d’immagine, ovvero quelle riferite al precariato, piaga contemporanea che affligge l’esistenza di migliaia di lavoratori, non solo della sanità.
Forse è questa la parte più inaccettabile della critica, che rivolta da un sindacalista assume connotati di pretestuosità assoluta.
 
Invero, specie in una regione commissariata come il Lazio, il tema della stabilizzazione del precariato esula COMPLETAMENTE dalle competenze e dalle attribuzioni delle direzioni generali aziendali, essendo attratto alle prerogative del legislatore. Ed a questo proposito la nostra Regione si è dimostrata sensibilissima al tema avendo dato impulso notevole alle procedure di stabilizzazione previste dalla Legge nazionale, con riguardo al personale sanitario, tecnico ed amministrativo.
 
Duole quindi moltissimo che il Suo quotidiano si sia prestato a fare da cassa di risonanza a dichiarazioni diffamatorie dal chiaro connotato politico che nulla hanno a che vedere con la realtà e con il corretto esercizio della critica sindacale.
Tale modo di fare informazione è vieppiù deprecabile in quanto lede il buon nome di un professionista che ha fatto della managerialità e della legalità un motivo di vita, anche nelle esperienze professionali antecedenti rispetto a quella presso l'Umberto I.
 
Le medesime considerazioni sono da estendersi all’articolo da Lei pubblicato il successivo 20 novembre, laddove si riportano le considerazioni critiche di Elio Rosati di Cittadinanzattiva Lazio.
 
A tal fine, per consentirLe una informativa aggiornata sul sottoscritto, ritengo di dover allegare una recente intervista rilasciata al quotidiano Italia Oggi dalla quale potrà rilevare qualche altra utile informazione sul mio conto.
 
Penso di averLe fornito materiale sufficiente per la pubblicazione sul Suo quotidiano di una completa smentita di quanto indebitamente rappresentato, con riserva, comunque, di ricorso alle competenti Sedi di giustizia a salvaguardia della mia immagine e reputazione.
 
Distinti saluti                                             
Dr. Domenico Alessio
 
 
Gentile dottor Alessio,
la ringrazio per aver dato possibilità al sottoscritto e ai miei lettori di conoscere le sue valutazioni e il suo punto di vista su quanto oggetto delle polemiche sollevate dalla sua nomina all’Ipab di Roma. Non so perché abbia ritenuto di far passare così tanto tempo dalla pubblicazione dei due articoli da lei citati che hanno dato conto di due comunicati stampa a firma l’uno di un esponente sindacale e l’altro di un rappresentante di un’associazione civica.
 
Ricordo in proposito che questo giornale, che ora lei accusa di non aver dato conto della sua pozione rispetto a queste critiche, ha immediatamente pubblicato le sue valutazioni in merito ad un altro episodio che la riguardava, in relazione ad un’ulteriore polemica con lo stesso rappresentante della Cimo, in quel caso riferita a una questione risalente all’epoca in cui lei era Dg dell’Umberto I di Roma.
 
Penso che dare conto di tutte le posizioni pubblicamente espresse da soggetti rappresentativi sia sempre doveroso come dare conto ovviamente delle repliche. Cosa che questo giornale fa sempre.
 
Cesare Fassari

19 dicembre 2017
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