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La farmaceutica merita di più

di Licia Mattioli

03 MAR - Gentile direttore,
il nostro Paese è di nuovo ultimo nelle previsioni della Commissione europea di crescita del PIL per il 2020. Un +0,3% che può essere ulteriormente logorato dagli effetti gravi ma ancora imprevedibili del coronavirus. Le (poche) buone notizie vanno però esaltate e soprattutto dovrebbero diventare il paradigma per provare a ridefinire l’agenda di Governo e fare leva su quanto è in grado di darci qualche soddisfazione.

È il caso della farmaceutica, settore ormai stabilmente anticiclico, unico che continua a crescere sia in termini di valore della produzione sia in termini di esportazione. Oggi la produzione realizzata in Italia supera la spesa pubblica e la presenza manifatturiera e di ricerca rappresenta una grande opportunità per attrarre nel nostro Paese parte dei 1.000 miliardi di dollari che saranno investiti nei prossimi 5 anni dalle imprese farmaceutiche a livello globale.
 
Il nostro Paese ha ormai stabilmente superato la Germania e i farmaci qui prodotti curano pazienti nei quattro angoli del pianeta. Una notizia ancora più sensazionale e che ho riscontrato pochissime volte nella mia pur lunga esperienza in tema internazionalizzazione, soprattutto in un momento in cui tutti invochiamo a gran voce il primato della scienza e dei vaccini contro il rischio di pandemia dalla Cina. Per tutte queste ragioni, oggi la farmaceutica merita di più.
 
Innanzitutto, in termini di attenzione dal Governo e, più in generale, dalla politica. Un settore che per sua natura genera ricerca, innovazione, buona occupazione e il bene per tutti più prezioso, la salute, dovrebbe essere al primo posto dell’agenda politica. L’Italia peraltro è un unicum mondiale, grazie alla presenza bilanciata di aziende a capitale italiano e internazionale. Abbiamo così raggiunto lo scorso anno i 33 miliardi di valore della produzione, con una quota di export pari all’85%; 67mila addetti (+10% in 5 anni) e 200 tra fabbriche e centri di ricerca.
 
Merita più attenzione anche da parte del sistema delle imprese e da chi le rappresenta. La nostra filiera rappresenta un’eccellenza assoluta da cui partire e da potenziare grazie alla ricerca: per questo la farmaceutica è al centro del mio programma da candidata alla prossima presidenza di Confindustria.
 
Bisogna riconoscere e promuovere il valore della farmaceutica con incentivi e condizioni di contesto favorevoli per consolidare e attrarre gli investimenti in Italia. Penso a una tassazione agevolata per i brevetti industriali farmaceutici, assistenza integrativa privata e detraibilità fiscale per investimenti e ricerca in bio-pharma.
 
Dobbiamo permettere al settore di continuare a crescere, lavorando per una forma di governance che veda l'innovazione come obiettivo prioritario del Paese, che tuteli la proprietà intellettuale e promuova partnership tra pubblico e privato sulla ricerca.
 
La spesa farmaceutica, inoltre, deve essere valutata considerando anche i costi evitati e l’impatto positivo sul benessere dei cittadini. Uno degli obiettivi è quello di creare una piattaforma dei dati sanitari, promuovendo standardizzazione e interoperabilità per garantire qualità delle cure ed efficienza nei costi.
 
Abbiamo un enorme patrimonio di conoscenze del settore che, in sinergia con Università e grandi ospedali pubblici e privati, fanno del nostro Paese un fondamentale hub di ricerca ed export: è nostro dovere portare il tetto massimo del credito d’imposta ad una misura proporzionale ai fatturati.
 
Ultimo ma non per importanza, il settore chimico, uno dei più ricchi e fiorenti del Paese. Grazie ai suoi prodotti è un abilitatore di sostenibilità ed efficienza per tutti gli altri settori industriali del Paese, per questo dobbiamo garantire un sistema di regole che non si basi su slogan ma su una visione di sistema a lungo termine, che benefici comparto e filiera.
 
Se ci sarà piena convergenza su un’agenda condivisa, la farmaceutica e più in generale le scienze della vita possono diventare il motivo per cui in Italia, anche in futuro, varrà ancora la pena investire, fare ricerca, studiare, lavorare.
 
Licia Mattioli
Amministratore Delegato Mattioli Spa

03 marzo 2020
© Riproduzione riservata

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