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Coronavirus. Dispositivi medici: si fa presto a dire requisiamoli

di Paolo Maldera

30 MAR - Gentile Direttore,
il Decreto Legge n. 18 del 17/3/2020 ha previsto – tra le altre misure atte a contrastate l’emergenza Covid-19 – il potere di requisizione di “presidi sanitari e medico – chirurgici”. Nella modalità in cui è esposta questa previsione, pone molti problemi perché, stante la generica dicitura, di fatto i poteri requisitori possono essere estesi ad ogni potenziale bene e presidio sanitario, rifornibile a strutture sanitarie, Ospedali, Cliniche, Asl. etc.
 
Alcune Aziende, mie assistite, per far fronte alla emergenza sanitaria in atto, stanno importando, in grandi quantità, materiale sanitario in base ad ordini ricevuti da struttura sanitarie (Ospedali, Cliniche, Asl).
 
Alla luce di una siffatta previsione di requisizione, gli Uffici Doganali possono procedere alla requisizione di presidi medici (su indicazione della Protezione Civile ovvero del Commissario) e, specialmente per i prodotti “consumabili e alterabili” che di fatto verrebbero atecnicamente “requisiti in proprietà”, a fronte di un corrispettivo/indennità “liquidata, alla stregua dei valori correnti di mercato che i beni requisiti avevano alla data del 31 dicembre 2019 e senza tenere conto delle variazioni dei prezzi conseguenti a successive alterazioni della domanda o dell'offerta”.
 
L’indennizzo in questione sarebbe corrisposto, non solo con modalità di ristoro dubbie e incerte, ma soprattutto a fronte di un corrispettivo di gran lunga inferiore al prezzo di acquisto e trasporto sostenuto dalla azienda importatrice, proprio perché l’indennità di requisizione sarebbe commisurata in ragione di un importo precedente alla esplosione della pandemia Covid-19, quindi sulla base di un costo di gran lunga inferiore al prezzo effettivamente pagato.
 
Invero, come riferiscono gli operatori del settore, i prezzi di mercato attuali sono enormemente più alti di quelli del 31/12/2019 (anche 20 volte di più) e non certo a fronte di ricarichi delle Aziende, ma per evidenti aumenti dei costi di produzione per le Aziende produttrici (per lo più cinesi), stante la maggior domanda mondiale. Inoltre, attualmente tutti questi dispositivi medici vengono importati in Italia, per ovvi motivi di urgenza, per via aerea. Si osservi come anche i costi dei trasporti aerei siano aumentati vertiginosamente per la carenza di voli (enormemente ridotti) e per l’eccesso di domanda. Ovviamente, il calcolo dell’indennità cosi come previsto dal decreto legge non tiene conto neanche del costo del trasporto.
 
L’ effetto immediato di questa norma ha creato allarme tra gli operatori del settore delle forniture ospedaliere, i quali rischiano di vedersi requisire, a fronte della corresponsione di una indennità di importo non “giusto”, i Dispositivi Medici che stanno importando (e spesso hanno già pagato) direttamente dal produttore estero.
 
Quanto detto, trova conferma a questo link, dal quale è possibile vedere le prime requisizioni poste in essere dalle Dogane Italiane.
 
La conseguenza di queste requisizioni già effettuate nelle dogane e di quelle future, tanto grave quanto ovvia, sarà che immediatamente l’attività di importazione delle Aziende del settore si bloccherà, con il risultato che i dispositivi medici in Italia non arriveranno più.
 
Parimenti, gli importatori smetteranno di ordinare dall’estero con la conseguenza che non si procederà più ad ordinare alcunché direttamente dai paesi produttori extra europei, ma si dovrà procedere alle ordinazioni dei prodotti da paesi Europei, come la Francia e la Germania. Le aziende tedesche e francesi, non avendo, allo stato, analoghe restrizioni e rischi di requisizione potrebbero ordinare direttamente dai produttori extraeuropei, effettuando il loro ricarico, con conseguenti maggiori costi per Ospedali, Cliniche, Asl italiane e tutto questo in piena emergenza pandemica.
 
Ne discende che, anche solo in ragione del rischio di requisizione nelle penalizzanti modalità sopradescritte, tutti gli operatori del settore andrebbero a contrarre le importazioni dall’estero, anche di prodotti non strettamente connessi alla emergenza Covid-19, ma complessivamente rientrante tra i “presidi sanitarie e medico – chirurgici” dei quali le strutture sanitarie nazionale hanno esigenze di approvvigionamento ordinario e, ora, anche straordinario.
 
A tal proposito, si rende necessario che il Governo adotti gli opportuni correttivi d’urgenza, anche tra quelli di seguito esposti:
- rimuovere ogni ostacolo all’iniziativa delle aziende private nell’attività di importazione dei dispositivi medici e di protezione, affinché se ne possa avere la massima disponibilità sul territorio italiano, abolendo la possibilità di requisizione degli stessi o almeno stabilendo un equo indennizzo laddove tali requisizioni siano strettamente ritenute necessarie nel superiore interesse nazionale;
- in subordine, contenere i poteri requisitori ai presidi medici, sanitari e chirurgici, in esportazione;
- in ogni caso, specificare espressamente quali prodotti sanitari possono essere oggetto di requisizione non utilizzano espressioni generiche “presidi medici, sanitarie e chirurgici” di fatto estensibile ad libitum;
- in alternativa, tracciare la fornitura in importazione affinché la stessa sia destinata a strutture sanitarie pubbliche e private, richiedendo alle aziende proprietarie e importatrici dei prodotti giustificazione sul compratore/destinatario finale da rifornire;
- rassicurare senza ulteriore ritardo gli operatori del settore della rimozione degli ostacoli di cui sopra affinché le stesse possano continuare a dare il loro contributo, prezioso ed insostituibile, specie in questo momento, con la necessaria sicurezza;
- si mettano parimenti in atto, da parte degli organi dello Stato, ogni più opportuna iniziativa atta ad abbattere i costi dei Dispositivi Medici e di Protezione destinati all’emergenza, mediante l’abbattimento dei Dazi e l’organizzazione di voli commerciali di Stato, pagati ovviamente dalle Aziende private che ne vorranno usufruire, ma a costi calmierati. Questi voli sarebbero inoltre preziosi per accelerare l’arrivo di detti materiali dai principali aeroporti d’imbarco.
 
Avv. Paolo Maldera

30 marzo 2020
© Riproduzione riservata

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