Il 9 aprile infermieri a braccia incrociate
di Raffaele Varvara
04 APR -
Gentile Direttore,
elevati a “eroi” contemporanei, gli infermieri e i medici italiani sono balzati agli onori della cronaca per il loro spirito di abnegazione con il quale si dedicano instancabilmente alla cura e all’assistenza dell’essere umano. Tuttavia l’appellativo di eroe non li aggrada particolarmente, poiché essi mettono a disposizione della collettività il loro spirito di servizio già da un paio di decenni, da quando è cominciata la lunga notte emergenziale del nostro SSN.
Il costante plus-lavoro dei medici, degli infermieri e di tutti gli altri operatori della sanità a spese dei propri diritti è, e continua ad essere, l’unica forma di resistenza a garanzia della tenuta del SSN e della salvaguardia dell’universalismo, contro la minaccia di sventramento dello stato sociale ad opera dei dominanti ultra-liberisti. Come allo Stato che non risponde ai bisogni dei cittadini, si sostituiscono le varie spontanee forme di solidarietà tra gli individui, così i professionisti sanitari, dimostrando uno straordinario spirito di solidarietà, continuano a mandare avanti, demansionati e sottopagati, le fatiche di un SSN ridotto all’ osso da uno Stato che ha scelto di imboccare la via della competizione in luogo della solidarietà.
Adesso oltre il DE-mansionamento, la DE-capitalizzazione del nostro lavoro, si aggiunge la DE-moralizzazione: ci sentiamo impauriti, impotenti, abbandonati dallo Stato che non ci fornisce le necessarie tutele per la nostra salute. Il numero dei decessi tra i professionisti sanitari aumenta di giorno in giorno: 77 morti tra i medici e 23 morti tra gli infermieri di cui due suicidi a cui si aggiungono 10mila contagiati.
Gli appelli più volte inviati al governo da parte del presidente Anelli e della presidente Mangiacavalli, non hanno sortito gli effetti sperati. Per questo “Infermieri in Cambiamento” ritiene necessario innalzare simbolicamente il livello della rivendicazione e ha lanciato un’iniziativa simbolica per la cui riuscita è altrettanto necessario il sostegno e il rilancio da parte di ordini professionali e sindacati.
Giovedì 9 aprile da uno a cinque minuti a braccia incrociate, in tutti i settings di cura, per chiedere:
1. DPI idonei,
2. Screening di tutto il personale sanitario,
3. Indennità di rischio per tutto il personale sanitario,
4. Commissione parlamentare di inchiesta che indaghi sui responsabili: ci sono morti e chi ha sbagliato deve pagare.
Infermieri, medici e tutti gli operatori sanitari però non sono eroi, al massimo possono considerarsi moderni patrioti che lottano per i propri diritti, contro un sistema che li spreme come limoni fino all’ultima goccia in nome dei tagli, del risparmio della "sostenibilità del debito" e della "competitività sui mercati" ma che adesso, grazie al Covid, sta crollando perché stiamo capendo le menzogne di cui è infarcito!
Non abbiamo bisogno di pacche sulle spalle ma di risposte concrete perché noi rappresentiamo un bene comune da preservare per la difesa dell’unico diritto che la nostra Costituzione ritiene fondamentale e che MAI più sarà subordinato a limiti economico/finanziari.
Dott. Raffaele Varvara
Infermiere
Fondatore di “Infermieri In Cambiamento”
Dottorando presso IASSP (Istituto di Alti Studi Strategici e Politici)
04 aprile 2020
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lettere al direttore