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Lazio. Il modello di sanità di Zingaretti: “Basta tagli e cure primarie H12”


In dieci punti il candidato alla presidenza del Lazio del Pd, Nicola Zingaretti, illustra la sua idea di sanità per la regione. Un decalogo da cui ripartire, per migliorare i servizi. “Non si può solo tagliare – dice – dietro quei numeri ci sono vite, esperienze e storie che bisogna conoscere”. 

11 GEN - Dal suo sito Nicola Zingaretti, il candidato del partito democratico alla presidenza del Lazio lancia il suo modello di sanità per la regione. Su questa materia, afferma Zingaretti “occorre essere seri. Basta con la demagogia di chi gira gli ospedali e dice a tutti sì per non cambiare nulla, e basta con un approccio che rischia di essere troppo schiacciato sui numeri senza capire che dietro quei numeri ci sono servizi, disservizi, vite, realtà, esperienze, storie che bisogna conoscere e distinguere, per criticarne alcune e apprezzarne altre”.
 
Ed ecco che dalle prossime settimane Zingaretti propone “di scrivere insieme un manifesto condiviso per costruire, a partire da un nuovo piano sanitario regionale, un nuovo modello di sanità del Lazio, fondato su almeno dieci punti chiari”. Dieci punti che vanno dalla sanità territoriale dove è fondamentale la “riorganizzazione territoriale e la riconversione della rete ospedaliera” per superare “l’attuale sistema ospedalo – centrico” anche attraverso “il potenziamento dei servizi territoriali, a partire dalle Case della Salute”; poi le cure primarie con “con studi aperti H12 ogni giorno”; l’integrazione socio sanitaria; la prevenzione “come elemento integrante del sistema della salute”; ma anche la “trasparenza e l’eliminazione degli sprechi” senza però dimenticare le nuove tecnologie utili “per accedere a prestazioni o informazioni sulla qualità delle diverse strutture, ricevere orientamento sui percorsi di cura, ridurre le liste di attesa in piena trasparenza ed equità di accesso”.
 
Queste per Zingaretti sono “le priorità su cui si misurerà la capacità della politica di riacquistare la credibilità” ma anche “per allontanare lo spettro dei tagli che oggi sembrano l’unica, drammatica, risposta al dramma del debito e costruire finalmente un modello di sanità regionale più moderno, efficiente e vicino ai cittadini”.
 
Obiettivo del candidato a governare la regione Lazio è “rimettere al centro delle politiche per la salute le persone e i loro diritti fondamentali e dare vita a una rivoluzione dei modelli organizzativi, della trasparenza e del merito per innalzare la qualità dei servizi”.
Zingaretti nel presentare i suoi dieci punti affronta anche quello che definisce “il disastro che si sta abbattendo sulla sanità del Lazio” che spiega come “figlio della storia di questa Regione e della cattiva politica che spesso l’ha governata. È la storia di una lunga stagione di malasanità, nella quale il debito cresceva fino a diventare un macigno di oltre 10 miliardi sulle nuove generazioni, e senza neppure essere contabilizzato perché, ai tempi della giunta Storace, non venivano presentati nemmeno i bilanci delle Asl”.
 
Zingaretti ha ben presente che questo “disastro” è stato si è poi inevitabilmente tradotto per i cittadini in un “abbassamento del livello dei servizi” e per i professionisti in una precarietà sempre più marcata delle condizioni di lavoro.
 
In questi anni spiega ancora l’esponente del Pd candidato governatore “si è praticamente affossata la centrale unica degli acquisti, pensata per limitare gli sprechi o la corruzione. Il Lazio è una delle poche Regioni italiane che non ha nemmeno comunicato alla Corte dei Conti a quanto ammonta per il 2011 il debito delle Asl e degli ospedali relativo ai propri fornitori di beni e servizi”.
 
Il futuro della sanità regionale per Zingaretti si gioca in “una difficile fase di transizione tra l’eredità di una stagione fallimentare, che ancora non si è chiusa, e la definizione e costruzione di un nuovo modello di sanità, che ancora non c’è. È un percorso lungo e complesso che va gestito con senso di responsabilità, equilibrio e capacità di dialogo. Il punto di partenza deve essere la verità sui numeri. Tutti i numeri. Quelli del debito che condiziona qualsiasi strategia di investimenti, ma, ad esempio, anche quelli sulla non appropriatezza dei ricoveri ospedalieri e quelli sulla qualità delle cure che devono essere resi più trasparenti e messi a disposizione dei cittadini, perché in gioco c’è innanzitutto la qualità della loro vita.”
 
Poi Zingaretti lancia anche un monito “l’urgenza del Piano di rientro non deve mettere in discussione il diritto alla salute dei cittadini, e non può essere caricato solo sulle spalle dei lavoratori, perché i medici e gli operatori della sanità sono il primo caposaldo di un sistema di cure adeguato. Difesa del lavoro e delle competenze professionali non significa postulare l’intangibilità di ogni struttura ospedaliera esistente: la rete ospedaliera del Lazio è fortemente squilibrata, con un’eccessiva concentrazione in alcuni aree urbane di Roma e forti lacune in altre, fino alla spoliazione di servizi essenziali in alcune aree della Regione; la spesa complessiva è troppo concentrata sulle strutture ospedaliere e poco sul territorio”.
 
La conclusione di Zingaretti è che “la sanità del Lazio ha grandi risorse” con diverse ma senza “un’eccellenza del sistema” e questo fa sì che “le capacità dei singoli così come le strutture più avanzate rischiano di non essere valorizzate e di trasformarsi sempre di più in monadi prive di una rete di sostegno, non riuscendo a svolgere nel migliore dei modi la propria funzione nei confronti degli utenti e a dispiegare appieno le proprie grandi potenzialità”.

11 gennaio 2013
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