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Lazio. “Sbronze” in eccesso per il 70% degli adolescenti, riparte la campagna "Non fare autogol"


Le percentuali tra i giovanissimi sono superiori al resto d’Italia. Oncologi e calciatori vanno nelle scuole per insegnare la prevenzione nell’ambito della IV campagna “Non fare autogol” promossa da Aiom. Il centrocampista Antonio Candreva: “Per un pieno di divertimento non serve ubriacarsi”.

01 APR - Una brutta abitudine che cresce con il passare degli anni, confermandosi comunque superiore alle medie nazionali. È il consumo di alcol tra gli adolescenti laziali, un vizio quotidiano per il 14% degli 11enni, il 30% dei 13enni e il 73% dei 15enni, contro rispettivamente il 12%, 25% e 65% del resto d’Italia.
 
Sono dati allarmanti e preoccupanti, perché l’alcol è particolarmente dannoso in giovane età: l’organismo, infatti, non è in grado di “assimilarlo” e si producono più rapidamente fenomeni di intossicazione, con conseguenze importanti per tutto il corpo. Ecco quindi che diventa fondamentale la sensibilizzazione dei ragazzi a stili di vita sani, magari con la collaborazione dei campioni dello sport.
 
Sono questi i concetti chiave del Progetto “Non fare autogol”, la campagna promossa da Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e Fondazione Aiom per spiegare agli adolescenti come tenersi alla larga da malattie e disturbi. Dopo il successo delle prime tre stagioni, va in scena oggi la tredicesima tappa della quarta edizione presso il Liceo “Farnesina” di Roma, dove il centrocampista della Lazio Antonio Candreva sale in cattedra per insegnare ai giovani lo stile di vita dei campioni.
 
“La scuola è il luogo dove spesso cominciano le cattive abitudini – ha dichiarato – ma i ragazzi devono capire che uno stile di vita sbagliato alla loro età compromette la loro salute da adulti. L’alcol? Non capisco che senso abbia bere fino a ubriacarsi per divertirsi…”.
 
“Vogliamo far capire che la vera sfida contro il cancro inizia da adolescenti – ha sottolineato Francesco Cognetti, Direttore Dipartimento Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma – l’importanza di un corretto stile di vita, fin da ragazzi, è ampiamente dimostrata nella prevenzione oncologica: il 40% dei decessi per tumore, infatti, è causato da fattori di rischio potenzialmente modificabili”.
 
Ecco il principale obiettivo della campagna “Non fare autogol”, che utilizza il linguaggio universale dello sport per veicolare importanti valori e messaggi di salute: per renderli più incisivi, al fianco di AiomI si sono schierati la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Coni e la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC). Un progetto innovativo che fino al termine del campionato coinvolge tutte e 20 le squadre del campionato di calcio di Serie A. Un vero e proprio ‘Tour della prevenzione’ in 15 città, che può contare su media partner: tutti gli incontri negli Istituti, infatti, vengono ripresi da Sky Sport, che manda in onda contributi video e interviste esclusive all’interno di programmi dedicati e sul sito www.skysporthd.it.
 
“Nel 2013 in Italia sono state registrate 366.000 nuove diagnosi di cancro – aggiunge Cognetti –. Nella nostra Regione nel 2010 sono stati 26.011 i nuovi casi di tumore con 11.393 decessi, mentre erano 201.262 le persone colpite in passato da una neoplasia. Ma nel nostro Paese migliorano le percentuali di guarigione: il 63% delle donne e il 57% degli uomini è vivo a cinque anni dalla diagnosi. Il merito è da ricondurre alla più alta adesione alle campagne di screening, che consentono di individuare la malattia in uno stadio iniziale, alla maggiore efficacia delle terapie, e alle campagne di sensibilizzazione e prevenzione, come Non fare autogol”.
 
“La nostra azienda è orgogliosa di scendere nuovamente in campo al fianco degli oncologi – afferma Jennifer Burbea, Direttore Public Affairs di Bristol-Myers Squibb, che rende possibile la quarta edizione del progetto – l’obiettivo è di sensibilizzare altre migliaia di studenti in tutta Italia, trasmettendo messaggi e valori di grande importanza per la loro salute. Siamo convinti che il contatto con gli idoli e i campioni del cuore possa rappresentare uno stimolo importante ad assumere stili di vita corretti o ad abbandonare qualche cattiva abitudine”.

01 aprile 2014
© Riproduzione riservata

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