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Scattano i controlli per i lavoratori "ex esposti" all'amianto. Intesa in Stato-Regioni sul protocollo di interventi


Governo e Regioni hanno ufficializzato in Stato-Regioni l'intesa in cui si stabilisce un protocollo di sorveglianza sanitaria che prevede due fasi, la prima di accertamento e monitoraggio continuo (almeno 30 anni), la seconda di controllo mirato. LO SCHEMA DI INTESA. 

22 FEB - Per i lavoratori che sono stati esposti all’amianto e anche se ora non lo sono più, i controlli sanitari non si devono fermare.

Sono d’accordo Governo e Regioni che hanno sancito l’intesa in cui si stabilisce un protocollo di sorveglianza sanitaria.

Due le fasi previste.

La prima è di controllo generale e prevede anamnesi fisiologica. familiare. patologica prossima e remota per raccogliere informazioni su altri possibili fattori di rischio, occupazionali e non e l’anamnesi lavorativa: per ricostruire l'esposizione  e  ottenere  la  massima integrazione delle informazioni disponibili allo scopo di permettere un'adeguata valutazione dcl livello di esposizione nel corso dell'attività lavorativa.

Se viene accertato lo stato di “ex esposto” scattano ulteriori controlli: visita medica ed esame clinico con particolare riguardo all'apparato respiratorio, esame spirometrico basale, accertamento radiologico  se non effettuato negli  ultimi  tre anni o non leggibile  per la classificazione ILO-BIT (un protocollo che analizza la probabilità di superamento del valore d’esposizione > 0,1%) o se giustificato  in relazione  al sospetto clinico e alle evidenze  di  esposizione  emerse  e/o  al  livello  di  esposizione  stimato  dall'analisi dell'anamnesi occupazionale .

Per i soggetti che risultano alla prima visita negativi da un punto di  vista  clinico-strumentale. compresi quelli con placche pleuriche minime, è consigliabile secondo il protocollo un controllo periodico almeno triennale fino a 30 anni dalla cessazione dell'esposizione.

I soggetti con asbestosi e/o placche pleuriche diffuse è necessario che siano riesaminati preferibilmente a cadenza annuale. associando l'effettuazione di prove di funzionalità respiratoria eventualmente a esami radiologici (radiografi a del torace).

La visita medica deve completarsi con attività di counseling breve per la riduzione dei rischi da esposizioni occupazionali e voluttuarie (fumo), fornendo informazioni sulle patologie legate all'esposizione ad asbesto e sull'opportunità di sospendere l'esposizione a polveri o irritanti delle vie respiratorie, sull'importanza  di  stili  di  vita  salutari  e.  in  particolare,  ai  soggetti  con  asbestosi. sull'importanza di sottoporsi a vaccinazione contro !'influenza e lo pneumococco. in  linea  con ii Piano nazionale della prevenzione vaccinale (PNPV) 20I7-2019. II lavoratore, inoltre, deve essere informato sulla necessita di tornare a visita, in caso di comparsa di sintomi respiratori,  per reinquadrare la situazione, procedere agli eventuali accertamenti e ricevere chiare informazioni sul possibile riconoscimento previdenziale c sull'iter da seguire in caso di denuncia di malattia professionale o di aggravamento di questa.

La seconda fase è di controllo mirato e si attiva in relazione a quanto emerso nella prima fase e alla necessità di un approfondimento diagnostico di sospetta patologia amianto correlata. Sono effettuati ulteriori esami, che devono poter essere eseguiti con percorsi di accettazione facilitati, sempre in esenzione di spesa, adottando il follow up previsto per la specifica malattia quali:

- se si sospettano danni a carico della membrana  alveolo capillare,  l'esame della diffusione alveolo-capillare del  CO (monossido di carbonio);

se giustificati da una precisa indicazione clinica (sintomi c/o obiettività positiva  per problemi amianto correlati a carico dell'apparato respiratorio o di organi o apparati) e dalle evidenze di esposizione emerse dall'analisi dell'anamnesi occupazionale:

- visite specialistiche (pneumologica, chirurgica, oncologica) o accertamenti radiologjci (TAC, PET-TC, Eco addome ecc.).

22 febbraio 2018
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