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Palermo. Sequestrato falso laboratorio di analisi, 5.000 pazienti vittime di esami inattendibili


Un tecnico di laboratorio in pensione, con la complicità della figlia biologa, effettuava analisi clinico-citologiche con attrezzature e dispositivi non standardizzati. Le circa 5.000 pazienti vittime del raggiro saranno invitate a ripetere gli esami in un laboratorio accreditato.

28 DIC - Un tecnico di laboratorio di analisi in pensione, già dipendente dell’ospedale civico di Palermo, aveva allestito presso la propria abitazione un laboratorio clandestino privo di requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi, in cui impiegava attrezzature e dispositivi non autorizzati e dove, con la complicità della figlia biologa, operante in un laboratorio autorizzato di Palermo, effettuava migliaia di analisi clinico-citologiche, tra cui pap-test, su campioni prelevati a pazienti in cura da ginecologi, del tutto ignare dell’illecita procedura, che ricevevano esiti analitici non rispondenti agli standard procedurali previsti.

Lo hanno scoperto i Carabinieri dei Nas di Palermo - nell’ambito di indagini dirette a rilevare la possibile presenza di strutture sanitarie abusive - che nel laboratorio hanno trovato migliaia di vetrini, decine di confezioni di colorante citoplasmatico e microscopi. “Gli esami effettuati – spiega una nota dei Nas -, corredati dell’esito diagnostico e dei relativi vetrini avvolti in carta di giornale, destinati ai medici, venivano raccolti in sacchetti della spesa. Presso il laboratorio abusivo sono stati rinvenuti, inoltre, un timbro dell’Ordine nazionale dei biologi, fatture emesse a favore degli ignari pazienti ancora non intestate, richieste di esami citologici da parte di medici e relativi vetrini ancora da esaminare ed un gran numero di speculum monouso (strumento utilizzato dai ginecologi per effettuare lo specifico esame medico vaginale)”.

Circa 5.000 le pazienti vittime del raggiro, che ora sono in via di identificazione con l’ausilio dei medici prescrittori, per essere invitate a ripetere gli esami in un laboratorio accreditato vistal’inattendibilità degli esami precedentemente svolti.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, Sezione reati contro la pubblica amministrazione ed in particolare dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dal sostituto procuratore Maurizio Agnello, hanno portato al sequestro del laboratorio di analisi clinico-citologiche abusivo, delle attrezzature e dei dispositivi medici, per un valore complessivo di euro 500.000 circa.

“Gli accertamenti finora condotti – spiegano i Nas - sono stati rivolti nei confronti del menzionato tecnico per il reato di esercizio abusivo della professione e per la mancanza delle autorizzazioni e dei requisiti strutturali dei locali ove si esercitava l'attività. Gli ulteriori approfondimenti sono orientati ad accertare le dimensioni, il giro di affari ed i profitti dell'attività abusiva scoperta e per individuare eventuali complicità, specie da parte di soggetti riconducibili ad incarichi e funzioni pubbliche nonché la correttezza del trattamento dei rifiuti speciali derivanti dall'uso di reagenti”.
 

28 dicembre 2011
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