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Cancro. Studio Ocse. Mortalità nel mondo in aumento del 70% da qui al 2030. Le politiche da attuare per fermare la strage


Senza nuove politiche si passerà dai 7,6 milioni di morti l'anno attuali ai 13 milioni in poco meno di un ventennio. Lo rileva l'ultima pubblicazione Ocse “Cancer Care: assuring quality to improve survival”. In molti Paesi la mortalità è calata ma restano aree con indici ancora in aumento. Ecco le indicazioni per invertire la rotta. Lo studio completo.

01 NOV - Quando si parla di cancro, la prevenzione può fare tanto in termini di riduzione dei casi, così come scovare la malattia ad uno stadio precoce fa quasi sempre la differenza rispetto alla prognosi. È proprio così e con cure sempre migliori, spiegano gli esperti che hanno redatto l'ultima pubblicazione Ocse “Cancer Care: assuring quality to improve survival”, che potremmo in futuro ridurre i decessi di circa un terzo, e salvare la vita di circa un milione di persone ogni anno nei paesi industrializzati. Secondo l'analisi, supportata da Commissione europea e Organizzazione mondiale della sanità, è proprio tramite queste misure e grazie agli sforzi per tagliare tempi di attesa e sprechi che si potrebbe migliorare ulteriormente i tassi di mortalità, che stanno già subendo delle riduzioni in quasi tutta Europa.
 
 
Secondo i dati dell'Ocse infatti, i numeri sono lievemente migliorati negli ultimi venti anni ovunque nel continente, fatta eccezione per Grecia, Portogallo ed Estonia. Tuttavia, ancora molta è la strada da fare, visto che circa 2,4 milioni di persone muoiono ancora ogni anno di cancro in Europa, e 7,6 milioni in tutto il mondo, un dato che è destinato a crescere fino a oltre 13 milioni entro il 2030.
Le probabilità di sopravvivenza dopo la diagnosi variano molto tra le diverse nazioni, e continuano ad essere peggiori nell'Europa centrale e dell'Est, mentre nazioni come Islanda in Europa, e Corea e Giappone in Asia sono riusciti a raggiungere risultati migliori.
 
Secondo l'Ocse le indicazioni da seguire per diminuire il tasso di mortalità sono chiare, e riassumibili in alcuni punti:
 
- fornire risorse adeguate alle cure per il cancro: le spese pro-capite per la lotta al cancro variano da 32 dollari l'anno a persona in Turchia ai 400 degli Stati Uniti. Come percentuale sulla spesa sanitaria totale, quella per il cancro varia dal 3 al 7 per cento. Ma in molti paesi le risorse vanno aumentate o comunque meglio utilizzate: non è detto che più spesa voglia dire per forza migliori cure, se non sono messe in atto le giuste politiche di ottimizzazione sia della forza lavoro che degli strumenti. Solo così la cura al cancro sarà efficace e giusta;
 
- assicurare che le cure oncologiche siano rapidamente accessibili e di alta qualità per tutti i cittadini: la diagnosi precoce e il migliore trattamento sono la chiave per questo punto. I pazienti devono essere in grado di accedere a reparti che funzionano in maniera eccellente il più presto possibile, e ciò implica ridurre i tempi di attesa della sanità;
 
- migliorare continuamente i metodi di rafforzamento della governance per quanto riguarda la cura del cancro: ciò vuol dire una sola cosa, ovvero emettere un corretto piano nazionale di controllo epr il cancro. Questo permette all'attenzione politica e sociale di essere focalizzata sulle performance dei sistemi sanitari e sui risultati, ma vuol dire anche attirare nuove risorse, e indirizzare il dibattito pubblico nella giusta direzione, quella della corretta allocazione di queste risorse;
 
- monitorare e verificare le performance grazie a una migliore sorveglianza basata sui dati: le nazioni dovrebbero essere in grado di collezionare i risultati dei servizi in maniera massiccia per valutare costi e qualità del sistema sanitario. Inoltre, la disseminazione dei risultati, il controllo incrociato dei dati e la predisposizione di incentivi finanziari in base alla qualità dell'offerta sanitaria possono essere tutte iniziative volte a incoraggiare a migliorare le cure.

01 novembre 2013
© Riproduzione riservata

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