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Rabdomiosarcoma. Nuovi farmaci promettenti contro questo tumore infantile

di Viola Rita

Essi aumentano lo stress ossidativo delle cellule tumorali, provocandone la morte, e supportano la chemioterapia. Un’opzione che permette anche di studiare meglio perchè la malattia ritorna. Lo studio fa parte del progetto Pediatric Cancer Genome Project

10 DIC - Curare meglio il rabdomiosarcoma, un tumore maligno dei tessuti molli dei bambini. È la promessa di un nuovo tipo di farmaci: essi aumentano un processo chiamato “stress ossidativo”, che combatte le cellule tumorali. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Cancer Cell, è stato effettuato dal St. Jude Children’s Research Hospital–Washington University Pediatric Cancer Genome Project.
 
Il rabdomiosarcoma è un tumore aggressivo e tipico del bambino, infatti rappresenta la forma più frequente di sarcoma dei tessuti molli in età pediatrica. Il sottotipo di rabdomiosarcoma “embrionale”, che colpisce la maggioranza dei pazienti, include un numero molto maggiore di alterazioni genomiche rispetto al sottotipo “alveolare”.

In questo studio, che fa parte del Pediatric Cancer Genome Project, i ricercatori hanno vagliato più di 200 farmaci e relativi composti contro rabdomiosarcoma del sottotipo embrionale in tre pazienti, e i risultati più promettenti sono quelli dei farmaci che aumentano lo stress ossidativo nelle cellule tumorali – un meccanismo che avviene quando alcuni radicali liberi ed altri sottoprodotti del metabolismo cellulare crescono in esse.
 “Questo risultato suggerisce che alterare la capacità delle cellule tumorali di gestire questo stress o aumentarlo solo un po’ è sufficiente a far sì che la cellula muoia”, ha affermato Michael Dyer del St. Jude Children’s Research Hospital. “Così ci dà nuove ed emozionanti opzioni terapeutiche da perseguire”. Tali farmaci, dunque, uccidono le cellule tumorali e aumentano l’efficacia della chemioterapia.

Lo studio, inoltre, ha preso in considerazione 13 bambini affetti da rabdomiosarcoma, sequenziando il genoma del tumore e il genoma normale. I risultati sono stati validati con il sequenziamento di tumori di altri 37 pazienti: un’analisi che fornisce nuovi indizi  anche sul perché il tumore si ripresenta.
“La sopravvivenza di pazienti con tumore ricorrente è solo del 17%, e fino ad ora non si sapeva niente riguardo a come evolve la malattia nella risposta alla terapia”, spiega Dyer. “Clinicamente, sappiamo che la chemioterapia uccide l’ampia maggioranza delle cellule tumorali. Questa analisi suggerisce che un raro sottoinsieme di esse ospita diverse alterazioni genetiche: proprio queste cellule sono come i semi del rabdomiosarcoma, che fanno sì che esso si ripresenti”.
“Quando il cancro ritorna, geneticamente si presenta in maniera molto simile alla volta precedente, ma spesso con mutazioni addizionali che possono dare alle cellule tumorali nuove strategie per sopravvivere all’attacco di qualsiasi medicina che le combatta”, illustra Richard K. Wilson, direttore di The Genome Institute alla Washington University School of Medicine in St. Louis. Dunque, i risultati permettono di studiare meglio l’evoluzione della malattia.

Il Pediatric Cancer Genome Project, di cui fa parte questo studio, è un progetto che sfrutta tecnologie di sequenziamento di nuova generazione per far progredire la nostra comprensione dei meccanismi di alcuni dei più aggressivi e meno conosciuti tumori infantili. Partito nel 2010, il progetto ha sequenziato il genoma tumorale e il genoma completamente normale di 700 giovani pazienti affetti da questo genere di malattia.
 
Viola Rita

10 dicembre 2013
© Riproduzione riservata

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