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Cancro alla mammella. Il bisfenolo A (BPA) presente in molti oggetti in plastica potrebbe contribuire alla crescita del tumore

di Viola Rita

Uno studio in vitro e in vivo su topo dimostra che esponendo direttamente al BPA ghiandole mammarie ammalate, il BPA aumenta la presenza del gene HOTAIR, ed è dunque in grado di contribuire alla crescita del tumore. Lo stesso aumento di HOTAIR si verifica anche su tessuti sani: i ricercatori della University of Texas ad Arlington si chiedono se BPA e HOTAIR siano coinvolti nella genesi del tumore

10 MAR - Il bisfenolo A (sigla BPA), un composto chimico presente in alcuni oggetti di plastica, contribuirebbe alla crescita del tumore alla mammella. Il tutto mediante l’aiuto di una molecola chiamata RNA HOTAIR. Ad affermarlo, oggi, sono i ricercatori della University of Texas at Arlington, che hanno pubblicato i risultati dello studio su Journal of Steroid Biochemistry and Molecular Biology. Lo studio è intitolato Bisphenol-A and diethylstilbestrol exposure induces the expression of breast cancer associated long noncoding RNA HOTAIR in vitro and in vivo.
 
Il gene HOTAIR è un’abbreviazione di una lunga parte di RNA non codificante; anche se non produce una proteina, questa molecola è in grado di sopprimere geni che proteggono dalla crescita del tumore o che causano la morte delle cellule tumorali.  
I ricercatori hanno scoperto che esponendo direttamente al BPA il tumore alla mammella e le cellule della ghiandola mammaria del topo, questa sostanza ‘collabora’ in maniera naturale con le molecole presenti, tra cui gli estrogeni, creando quantità anomale di HOTAIR.
 
“Non possiamo dire subito che il BPA determini la crescita del tumore, ma la sostanza potrebbe contribuire a tale crescita, perché distrugge i geni che proteggono da essa”, ha spiegato Subhrangsu Mandal, Professore Associato di Chimica/Biochimica della University of Texas at Arlington. “Comprendere l’impatto dello sviluppo di questi ormoni sintetici è una strada importante per proteggere noi stessi e potrebbe essere importante per il trattamento”.

“Ci siamo stupiti nell’osservare che il BPA non solo ha aumentato HOTAIR nelle cellule tumorali, ma anche nel tessuto mammario normale”, ha affermato poi Arunoday Bhan, primo autore del paper, che sottolinea la necessità di ulteriori ricerche, dato che i risultati pongono la seguente questione: BPAe HOTAIR sono coinvolti nella genesi del tumore, oltre che nella crescita?
 
I ricercatori di Arlington, nello studio citato, hanno osservato risultati, simili a quelli del precedente esperimento con BPA, anche esponendo il gene HOTAIR ad un estrogeno sintetico chiamato dietilstilbestrolo (DES). Il DES ha dimostrato di aumentare i rischi di cancro al seno e altri problemi di salute nelle donne che lo hanno utilizzato e nelle loro figlie. Questo composto era stato impiegato decine di anni fa come sostituzione ormonale e per prevenire complicazioni legate alla gravidanza, con notevoli danni sulle pazienti.
 
Come si legge sul sito dell’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), questa sostanza chimica è utilizzata insieme ad altre per produrre resine e plastiche. Tra le plastiche, in particolare il BPA potrebbe essere contenuto in alcuni recipienti per uso alimentare. Si legge sempre sul sito EFSA che l’uso del BPA nei materiali a contatto con gli alimenti è autorizzato nell’Unione europea ai sensi del regolamento 10/2011/UE, riguardante i materiali e gli oggetti di materia plastica destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari. "La direttiva a livello europeo 2011/8/UE ha vietato l'impiego di questo materiale nei biberon. Inoltre sono stabiliti i limiti consentiti: l’EFSA ha concluso la propria valutazione del rischio completa del BPA nel 2006 e ha fissato per questa sostanza una dose giornaliera tollerabile (DGT o TDI) di 0,05 milligrammi/chilogrammo di peso corporeo/giorno (mg/kg pc/die)", si legge sul sito. Nell'ultima analisi, inoltre, "l’EFSA ha individuato probabili effetti avversi sul fegato e il rene nonché effetti sulla ghiandola mammaria collegati all’esposizione alla sostanza. Ha raccomandato pertanto che la corrente dose giornaliera tollerabile (DGT) venisse abbassata dal suo attuale livello di 50 µg/kg pc/die (o 0,05 mg/kg/pc/die) a 5 µg/kg pc/die (0,005 mg/kg/pc/die). L’Autorità ha inoltre osservato che permangono incertezze su una serie di altri pericoli per la salute ritenuti meno probabili. Di conseguenza la DGT proposta andrebbe fissata su base provvisoria, in attesa dei risultati della ricerca del National Toxicology Program (NTP) statunitense, che affronterà molte di queste attuali incertezze riguardo ai potenziali effetti del BPA sulla salute. Ad ogni modo l’EFSA ha concluso che il BPA rappresenta un basso rischio per la salute dei consumatori, in quanto l’esposizione alla sostanza chimica è ben al di sotto della DGT provvisoria".

 
Viola Rita

10 marzo 2014
© Riproduzione riservata

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