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Nasce il Manifesto per la medicina al femminile


A promuoverlo Gens, neonata piattaforma italiana per la medicina di genere costituita da Donneinrete, Equality Italia e GISeG. Tra i primi ad aderire all'appello, deputati e senatori di tutte le aree politiche: la sen. Boldi (Ln), l’on. Mancuso (Pdl), l’on. Pollastrini e la sen. Bassoli (Pd).

20 FEB - È partita la campagna di adesione al Manifesto per la Medicina di Genere promosso da Gens, la neonata piattaforma italiana per la medicina di genere costituita da Donne in rete, Equality Italia e GISeG (Gruppo Italiano Salute e Genere). L'iniziativa per promuovere ell’uguaglianza di genere nella scienza, esaminandone opportunità, ha già raccolto l'adesione di molte personalità, tra i quali deputati e senatori di tutte le aree politiche. Tra i primi firmatari compaiono, infatti, la sen. Rossana Boldi (Ln), l'on. Gianni Mancuso (Pdl) , l'on. Barbara Pollastrini e la sen. Fiorenza Bassoli (Pd).
 
“Ci sono sempre più evidenze scientifiche che maschi e femmine non sono uguali davanti alla stessa malattia. Il sistema cardiovascolare, il sistema nervoso e quello immunitario si comportano diversamente a seconda del sesso a cui si appartiene”, ha affermato Flavia Franconi, presidente GISeG e professoressa di farmacologia cellulare e molecolare all’Università di Sassari.  “Gli studi di nuovi farmaci, di nuove terapie, dei fattori che originano le malattie sono stati condotti considerando principalmente i maschi come fruitori, sottovalutando le peculiarità femminili, ossia di più della metà della popolazione europea”, specifica Rosaria Iardino, presidente Donne in Rete Onlus.  “Le donne, inconsapevolmente, fanno ricorso a farmaci inadatti, poco efficaci, se non sbagliati, perché non pensati e studiati per loro”, aggiunge Simona Zucchett, vicepresidente Equality Italia. “La scienza – conclude - ci dice che le terapie non sono un capo unisex. La ricerca e la farmacologia devono intervenire perché il diritto alla salute delle donne sia garantito quanto quello degli uomini”.
 
Ecco in anteprima i contenuti del Manifesto, che sarà presentato ufficialmente, con l'elenco completo degli aderenti, il prossimo 2 marzo a Milano, al primo Summit italiano di Medicina di Genere.

Il Manifesto per la Medicina di Genere

Questo manifesto s'ispira a una serie di documenti internazionali, li integra con le esperienze italiane ed esplicita le azioni per migliorare la ricerca e l'innovazione, per sviluppare un cambiamento strutturale necessario per promuovere l'equità di genere.

1. Solide ragioni scientifiche evidenziano come le diseguaglianze di genere possono avere un impatto negativo sulla qualità della ricerca. E' evidente che, almeno in Europa, si è fallito nel sostenere e promuovere le donne nella stessa misura degli uomini: oggi in UE meno del 20% dei posti di ricercatore senior sono occupate dalle donne. La Commissione Europea e i politici italiani, devono intraprendere iniziative per implementare l'entrata delle donne nelle posizioni apicali della scienza, inclusi i comitati che controllano l'erogazione dei fondi (sia a livello privato che pubblico), nei comitati editoriali delle riviste ecc., per raggiungere l'equità di genere nella ricerca scientifica. Si potrebbe garantire, a tal fine, che i singoli impegni di bilancio degli enti deputati alla ricerca, anticipino i costi dell'integrazione della dimensione di genere come parte del progetto di ricerca e di processo.

2. Promuovere una ricerca interdisciplinare e più bilanciata rispetto al genere. Una ricerca che sia quindi maggiormente basata su logiche di collaborazione in team (abbandonando e/o modificando i modelli tradizionali deputati alla produzione di conoscenza), finalizzata a sviluppare un sistema collaborativo e cooperativo che accolga i diversi stili di leadership, e che adotti criteri di valutazione corretti rispetto al valore di tutte le persone coinvolte. Un'equipe di ricercatori di entrambi i generi migliora la qualità della ricerca, perché la ricchezza delle idee aumenta l'eccellenza scientifica e, l'intelligenza collettiva. Inoltre, la sensibilità di genere migliora le opportunità di stimolare il processo di ricerca basato sui bisogni degli uomini e delle donne.

3. La ricerca interdisciplinare richiede di sviluppare criteri atti a valutare il lavoro interdisciplinare. Differenti discipline usano approcci e criteri diversi per definire l'eccellenza; tutto ciò deve essere considerato in maniera da non costruire diseguaglianze fra le varie discipline.

4. Promuovere la ricerca su temi che portino benefici per entrambi i generi. Aumentare la sensibilità di genere, significa anche migliorare e stimolare il processo di ricerca.

5. Le evidenze scientifiche della differenze tra i due generi-sessi sono oramai numerosissime. Pertanto, per arrivare all'eccellenza della ricerca, i finanziatori, i valutatori, i revisori della ricerca ecc. dovrebbero chiedere ai ricercatori "se e come, il fattore sesso-genere è rilevante negli obiettivi e nella metodologia del progetto".

6. Inserire il genere nei curricula studiorum a tutti i livelli. L'obiettivo finale è quello di aumentare la consapevolezza degli operatori sanitari sul fattore sesso-genere.

7. Garantire che i prodotti e i servizi derivanti dalla ricerca siano efficaci e sicuri, sia negli uomini che nelle donne. Dovrebbero essere inoltre valutate, per poter fornire ad entrambi i generi la migliore cura possibile, se, come e quanto le differenze di sesso e di genere evidenziate, siano rilevanti per la salute e la medicina. Ai pazienti, agli operatori sanitari dovrebbe essere data la possibilità di accedere ai dati relativi alle differenze al sesso-genere, per migliorare la consapevolezza della diversità nell'uso dei farmaci, dei medical device e di altri approcci terapeutici; costruendo anche specifici percorsi diagnosticoterapeutici di sesso-genere.

8. Creare ambienti di lavoro flessibili e che supportino in modo equo le carriere di donne e uomini. Affinché le specificità di genere siano ben gestite nei luoghi di lavoro, è necessario dare ad uomini e donne la possibilità di coniugare il loro lavoro alle aspirazioni di vita.

9. Promuovere incentivi per la ricerca di sesso-genere per arrivare all'equità della cura.
 

20 febbraio 2012
© Riproduzione riservata

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